Diamo uno sguardo agli IDE, ovvero gli Investimenti Diretti Esteri. A questo proposito è stato pubblicato dall’UNCTAD - United Nations Conference on Trade and Development un rapporto che ha analizzato e monitorato gli IDE globali.
A livello mondiale gli IDE sono cresciuti dell’11%, in cifre parliamo di 1.461 trilioni di dollari. In particolare gli investimenti cross-border e in M&As (Margers and Acquisitions) sono aumenti del 5%, stabili quelli greenfield. Tutte le aree nel 2013 hanno visto crescere, chi più chi meno, gli IDE. Il 39% dei flussi è stato registrato nelle economie avanzate, il 9% nelle economie in transizione e una cospicua fetta, il 52% nei paesi emergenti.
Tra i paesi avanzati, quelli che attirano di più ovviamente sono quelli che presentano delle condizioni più favorevoli al doing business e di conseguenza una fiscalità più vantaggiosa. Ad esempio: Belgio, Irlanda, Lussemburgo, Olanda. Gli investitori ritornano in Spagna e finalmente anche in Italia. Diminuiscono i flussi verso gli USA e la Germania.
Tra i paesi emergenti, il flusso maggiore come abbiamo visto, l’America Latina è la principale area di attrazione, ma anche l’Africa si fa strada. In Asia, Cina (127 miliardi di dollari) e India (28 miliardi di dollari) continuano a dominare.
Le previsioni per il 2014 e il 2015 sono positive. Gli IDE constinueranno a crescere raggiungendo 1.6 e 1.8 trilioni di dollari rispettivamente. Non ci resta che attendere per sapere se i dati verranno confermati.
Per il rapporto completo si rimanda al link che segue ——-> UNCTAD
Fonte: rielaborazione dati da Newsmercati.