La situazione “ai quattro venti” é critica nella regione mediterranea e dopo le illusioni di democratizzazione e stabilizzazione generate dalla “Primavera Araba” con la caduta di storici regimi autoritari e repressivi quello che manca, ancora oggi, é un nuovo equilibrio e degli attori regionali impegnati e credibili nel mantenerlo.

 

Questa é l’aspirazione del nuovo Egitto di Abdel Fattah al Sisi, che deve fare i conti con la posizione baricentrica del suo paese in una “polveriera” generata a Est dal Sinai infiltrato dalle milizie di Al Qaeda, a Nord dal Mediterraneo, a Ovest dal caos libico e a Nord-Est dall’ineliminabile tensioni tra Israele e Palestina. 

 

“Se non c’é un ruolo forte dell’Egitto non c’é spazio di discussione nel Mediterraneo” ha affermato il Premier Renzi durante l’incontro con il presidente egiziano durante la sua visita in Italia lo scorso 25 novembre, é necessario il recupero della centralità geopolitica del paese nella regione.

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Il nostro paese rappresenta il III^ partner commerciale al mondo dell’Egitto, dopo Stati Uniti e Cina con un interscambio che é cresciuto nel 2013 arrivando a toccare i 4,7 miliardi di euro oltre ai molti progetti di investimento promossi dalle aziende italiane nel Paese.

Per l’anno in corso l’interscambio dovrebbe superare i 5 miliardi di euro e nella prima metà del 2014 si registra una crescita del 6,5%.

Le relazioni italo-egiziane sono basate sul riconoscimento specifico delle proprie peculiarità e su una prossimità geografica e culturale tra i due Paesi.

Alla base dell’intensa collaborazione tra i due Paesi, c’é una complementarietà dei rispettivi sistemi produttivi e una storica e qualificata presenza italiana in loco con oltre 130 imprese operanti principalmente nei servizi, nell’impiantistica, nei trasporti e nel turismo.

Non é un caso quindi che la prima visita in Europa del nuovo presidente al Sisi sia stata fatta proprio a Roma: l’Italia viene identificata come un partner di riferimento nel processo di sviluppo anche del proprio sistema produttivo.

Sul piano interno infatti attualmente il presidente é impegnato nel rilancio dell’economia e dell’occupazione attraverso un ambizioso programma di sviluppo infrastrutturale che prevede 15 megaprogetti per un valore globale di circa 100 miliardi di $.

Tra questi vi é anche l’allargamento del Canale di Suez che é già stato avviato e prevede lo sviluppo regionale con un Masterplan per lo sviluppo dei trasporti e delle infrastrutture logistiche e la creazione di centri servizi lungo tutta l’area del Canale.

La congiuntura economica positiva si basa sulla ripresa dei consumi privati in ragione sia dell’aumento della fiducia dopo anni di incertezze e instabilità, e sia degli ingenti aiuti economici provenienti dagli Emirati Arabi Uniti, dall’Arabia Saudita e dalle Monarchie del Golfo. 

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Il Vice Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda intervenendo a Roma al Business Council Italo-Egiziano che ha visto la partecipazione delle imprese egiziane al seguito del presidente e dei Ministri egiziani dell’Industria e del Commercio, Mounir Fakhry Abdel Nour e degli Investimenti Ashraf Salman, ha affermato chiaramente i prossimi obiettivi, legati a una nuova fase delle relazioni bilaterali:

“Siamo pronti ad aprire la fase due dei nostri rapporti bilaterali. Quest’anno ci siamo concentrati a risolvere i problemi delle aziende italiane in Egitto. Adesso la nostra azione sarà incentrata sullo sviluppo e l’ampliamento dei nostri scambi commerciali: entro il 2016, puntiamo a raggiungere i 6 miliardi di interscambio, un obiettivo possibile”.

Primo impegno concreto in questa direzione sarà la missione delle imprese italiane in Egitto in occasione della Conferenza di presentazione dei progetti di rilancio infrastrutturale del Paese che si terrà a febbraio 2015: il Premier Renzi ha prontamente raccolto l’invito esteso dal Presidente al Sisi alle nostre aziende a partecipare

I lavori del Business Council sono stati forieri di nuove prospettive di collaborazione individuate principalmente nei settori che offrono maggiori opportunità per le nostre aziende come energia, trasporti e sicurezza, ma anche agricoltura, edilizia, infrastrutture, immobiliare, istruzione e formazione e più in generale é stata un’occasione per capire lo spirito che muove il nuovo governo egiziano.

Il Ministro dell’Industria e del Commercio, Abdel Nour ha infatti voluto sottolineare come attualmente: “Stiamo prendendo decisioni dure e difficili, ma ci libereremo delle distorsioni del mercato e miglioreremo il clima degli investimenti”, ma nel ribadire l’importanza strategica del suo paese e le immense possibilità che emergono per le imprese italiane ha inoltre fatto notare il potenziale commerciale enorme dal momento che “non si parla unicamente dei 90 milioni di consumatori egiziani, ma di una platea di 1,5 miliardi di persone, grazie agli accordi di libero scambio che abbiamo stretto con i Paesi arabi, africani, UE e del MercoSur.”

A margine dei lavori del Business Council sono stati anche firmati importanti accordi e contratti tra le imprese e le istituzioni dei due Paesi (ICE, SACE, Simest, Pirelli, Italferr, Italcementi e Alex Bank  del gruppo Intesa San Paolo) che saranno la base per collaborazioni future sempre più promettenti e per far si che l’Italia continui ad essere un partner strategico e privilegiato.

Senza entrare nel merito delle considerazioni politiche é evidente come la visita di al-Sisi, le ripetute visite estive a Il Cairo, non solo da parte di Renzi ma anche della Mogherini e della Pinotti, abbiano contribuito a riabilitare sullo schacchiere internazionale un personaggio in parte scomodo e accusato di autoritarismo che viene descritto come un po’ novello Nasser e un po’ Mubarak.

Sicuramente le opportunità offerte dal Paese vanno colte anche a prezzo di qualche lode eccessiva ad un regime che ha comunque ancora tanto da dimostrare.

 

Fonte: a cura di Exportiamo, di Antonio Passarelli, redazione@exportiamo.it

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