Nell’immaginario collettivo l’Italia rappresenta la patria della moda e del lusso, concetto ben chiaro in giro per il mondo e che in giro per il mondo ha fatto la nostra fortuna.

 

Non a caso dalle elaborazioni della Fondazione Edison sui dati del Trade performance index UNCTAD/WTO, risulta che l’Italia é il paese più competitivo al mondo per esportazioni e surplus della bilancia commerciale per quel che riguarda abbigliamento, prodotti in pelle e cuoio, tessili.

Nel I^ semestre 2014, secondo i dati WTO, il commercio mondiale é cresciuto del +2% circa rispetto al medesimo periodo del 2013 e secondo le stime degli analisti anche la seconda parte dell’anno dovrebbe portare la crescita media annua ad attestarsi al +3,1%.

In linea con le previsioni, nei primi nove mesi dell’anno, il Tessile Moda italiano mostra un’evoluzione favorevole in termini di fatturato sui mercati esteri, ma anche - quanto meno a livello business to business  - sul mercato interno.

Questa é la principale evidenza emersa dalle elaborazioni dell’Indagine Campionaria condotta da Sistema Moda Italia - SMI, alla quale hanno partecipato oltre 120 aziende operanti in tutti gli stadi della filiera Tessile-Moda italiana.

In particolare, da gennaio a luglio le esportazioni mostrano un aumento su base annua del +4,6% trainato dalla crescita sia del Tessile (+3%) che dell’Abbigliamento-Moda (+5,5%).

Nello stesso periodo le importazioni sono tornate a crescere con un aumento piuttosto sostenuto (+8,3%).

Il saldo commerciale dell’industria Tessile-Moda italiana, nei primi sette mesi dell’anno, ha superato i 5,7 miliardi di euro, pur arretrando di circa 120 milioni rispetto al gennaio-luglio 2013.

La crescita di import e export ha coinvolto tutte le diverse merceologie pur su ritmi di entità diversa.

Dal punto di vista geografico si assiste ad una crescita delle vendite sia per i paesi dell’Area UE (5,9%) - che assorbono il 55% delle nostre vendite - e sia per quelli Extra-UE (+3%).

Il trend positivo del commercio con l’estero del Tessile-Moda italiano nei primi sette mesi dell’anno in corso é stimato in prosecuzione anche nella parte finale del 2014 pur in un contesto complesso, fragile e gravato da incertezze.

Sicuramente in controtendenza rispetto al dato medio sono le variazioni di segno negativo che interessano due importanti mercati: Russia e Giappone.

 

Nel caso del Giappone la flessione risulta pari al -4,2%, nel caso della Russia il dato é ancora più preoccupante con una contrazione pari al -7,9%.

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Le cause del “crollo delle vendite” sul mercato russo vanno ricercate nel deterioramento del sistema economico del Paese e nel clima di incertezza dovuto alle tensioni politiche con l’Ucraina e alle conseguenti sanzioni UE nei confronti della Russia così come nelle contromisure adottate da Mosca.

Nell’analizzare i numeri del mercato della moda in Russia e le sue dinamiche, bisogna tener conto che parliamo di un “mondo” dove la domanda e? abbastanza inelastica: all’aumentare dei prezzi e/o al peggioramento di variabili economiche nel Paese, comunque quella fascia di persone che hanno un reddito medio alto/alto/altissimo e che ormai conosciamo come nuovi ricchi o oligarchi acquista a prescindere.

 

Un dato importante e che vale per tutte le fasce di reddito e? la sempre maggior attenzione alla qualita? di cio? che si acquista, altrimenti tanto vale comprare cinese o turco, a prezzi nettamente inferiori e questo ha fatto si che nel 2013 le nostre esportazioni nel settore tessile nella Federazione Russa sono state seconde solo a quelle cinesi conun valore di 935 milioni di euro, (+2,7% rispetto al 2012) e una quota di mercato pari al 6,8%.

 

Questo dimostra come il “Sistema Italia” sia riuscito in questi anni a seguire i meccanismi del mercato russo in continua evoluzione, seguendo specialmente le evoluzioni nella catena del sistema distributivo.

 

Si é assistito in questi anni ad una forte crescita delle catene di negozi, anche di livello alto, presso i centri commerciali; così come aumenta e si consolida l’uso degli acquisti via internet e le nuove aperture di negozi monomarca non solo a Mosca ma anche nelle regioni. 

immI prodotti italiani per la persona dominano infatti il mercato russo: i negozi monomarca e gli shop in shop di grandi e medi marchi nei grandi magazzini sono al 50% di aziende italiane.

 

Abbigliamento ma anche calzature, pelletteria e accessori italiani sono in posizione leader nei due grandi centri urbani russi (Mosca e San Pietroburgo), ma anche nelle citta? medio-grandi della provincia (Novosibirsk, Ekaterinburg, Omsk, Tomsk ecc.).

 

I dati sono quindi preoccupanti e allarmano gli addetti ai lavori.

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Claudio Marenzi, presidente di Sistema Moda Italia - SMI nel commentarli su “il Sole 24 Ore” spiega come: “Le prospettive non sono purtroppo positive, anche se mi attendo che la flessione per i dodici mesi non superi il 10%. Del resto, i russi sono molto patriottici e se ricevono indicazioni anche informali dal proprio Governo vi si adattano senza battere ciglio”.

 

D’altronde emerge come non sia soltanto l’export di moda italiana verso la Russia a soffrire ma anche gli acquisti dei russi in Italia sono in calo e secondo i dati di Global Blue sul tax free shopping, nei primi 9 mesi del 2014 la flessione é stata del 12% con cali più marcati della media sia a Milano (-13%) ma soprattutto, a Roma (-17%).

Marenzi fa notare infatti come: “Le strade più importanti dello shopping come il Quadrilatero di Milano e via Condotti stanno risentendo parecchio di questa frenata, così come gli alberghi e i ristoranti. Per noi i russi sono e resteranno una grande risorsa.  

Non é un caso infatti che secondo lo studio “Esportare la dolce vita” elaborato da CsC e Prometeia, tra il 2013 e il 2019 l’aumento dei ricchi in Russia sarà di 5,4 milioni di individui ed iniziano ad emergere dal punto di vista finanziario anche in città come San Pietroburgo, Samara, Ekaterinenburg.

 

L’invito sacrosanto da parte di Marenzi é quello ad una soggettività maggiore del nostro paese sul piano internazionale nel difendere le proprie posizioni e i propri interessi sui diversi mercati: “Mi auguro di cuore che l’invito per Expo 2015 del premier Matteo Renzi al presidente Putin abbia proprio l’obiettivo di mettere a punto una politica diplomatica più inclusiva nei confronti della Russia rispetto a quel che ora ci impongono gli Usa”.

 

 

Parole sante!!!

 

Fonte: a cura di Exportiamo, di Antonio Passarelli, redazione@exportiamo.it

 

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