Dalla Regione Lazio arriva un nuovo bando per finanziare le start-up innovative attraverso la concessione dicontributi a fondo perduto. Vediamo come funziona e quali sono le novità.

Occorre chiarire in primis chi può identificarsi come start-up. Può sembrare banale ma spesso si fa confusione proprio sugli aspetti più semplici, commettendo l’errore di sottovalutarli e rischiando quindi di compromettere in seguito il lavoro e l’idea imprenditoriale.

Con il termine ‘start-up’ si identifica la fase iniziale della nuova impresa, solitamente coincidente con i primi 12 mesi di attività, in cui si avranno determinati costi a fronte di ricavi incerti e la consapevolezza dell’ammontare del proprio capitale da investire. Nel caso specifico, una start-up innovativa si definisce tale se “(…) é costituita e svolge attività d’impresa da non più di quarantotto mesi; (…) a partire dal secondo anno di attività della start-up innovativa, il totale del valore della produzione annua, così come risultante all’ultimo bilancio approvato entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio, non é superiore a 5 milioni di euro; non distribuisce, e non ha distribuito, utili; ha, quale oggetto sociale esclusivo o prevalente, lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico; non é stata costituita da una fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda (…)”, come da comma 2 dell’art. 25 del D.L. n. 179/2012.

A prescindere dalle varie definizioni standard che vengono utilizzate per definire una startup, nel caso dei finanziamenti é sempre cosa buona e giusta leggere attentamente le determinazioni con le quali vengono emanati i bandi per avere la certezza di essere inclusi o meno (ad es. alcuni bandi fanno riferimento a start-up attive da non oltre tre anni).

Il Bando “Fondo per la nascita e lo sviluppo di Start-up innovative” pensato dalla Regione Lazio si inserisce in un quadro più ampio, ovvero nella Strategia Europa 2020. E a tal fine é stato elaborato il documento Smart Specialization Strategy regionale (S3) con l’obiettivo di valorizzare le eccellenzeidentificare nuove traiettorie tecnologiche e rendere il Lazio una grande regione europea dell’innovazione. Le aree di specializzazione ammissibili sono: aerospazio, scienze della vita, patrimonio culturale e tecnologie della cultura, industrie creative digitali, agrifood, green economy e sicurezza. Il progetto deve essere accompagnato da un business plan che dovrà coprire almeno un orizzonte temporale di due anni, a dimostrazione della copertura dell’investimento.

Posso partecipare le start-up innovative, classificabili come PMI, costituite da non oltre 24 mesi, che abbiano una sede operativa nel Lazio e che abbiano un accordo sottoscritto con investitori indipendenti* per un apporto di capitale pari al contributo richiesto, oltre ad essere in regola con i vari adempimenti amministrativi e normativi. Possono altresì partecipare le start-up innovative in via di costituzione e, in questo caso, il contributo sarà soggetto alla dimostrazione dell’iscrizione dell’impresa nell’apposito registro e all’acquisizione degli ulteriori requisiti.

Il bando é  già aperto (dal 20 novembre) ed é possibile presentare domanda attraverso un apposito formulario online e sarà attivo fino all’esaurimento delle risorse disponibili, pari a € 1.350.000,00.

L’istruttoria delle richieste di contributo sarà effettuata da Sviluppo Lazio seguendo l’ordine cronologico di arrivo delle stesse e si procederà in seguito alla valutazione di merito per quelle risultanti ammissibili. Una apposita commissione di valutazione procederà ad una valutazione tecnico-economica delle richieste ammissibili, seguendo determinati criteri.

Infine l’erogazione del contributo avverrà in un’unica soluzione e contemporaneamente alla presentazione della documentazione che attesti il versamento di apporto di capitale (come previsto dal bando, ovvero contestualmente alla sottoscrizione dell’accordo con l’investitore indipendente).

La Regione Lazio

Il Lazio rappresenta la seconda regione d’Italia per PIL. Nel 2011 era pari a circa l’11% del totale nazionale, ovvero € 171 miliardi e nel 2013 Eurostat l’ha collocata tra le 20 economie regionali più importanti dell’Unione Europea. Nonostante il 2013 sia stato caratterizzato ancora dalla crisi, la regione Lazio ha registrato un tasso tendenziale di crescita delle imprese positivo. Anche per quel che riguarda le esportazioni é stato registrato un trend positivo, nel periodo 2007-2013, che ha visto un aumento delle merci prodotte dalle imprese laziali e dirette verso i mercati esteri, si é passati di fatto da 13,5 a 17,7 miliardi di euro. Il Lazio si é dunque dimostrato propenso all’internazionalizzazione, soprattutto se verifichiamo i dati relativi agli Investimenti Diretti Esteri, come da tabella 1 che segue.

Tabella 1: investimenti diretti esteri netti da e verso il Lazio (mln €)

imm

Dalla tabella 1 notiamo che nel 2011 gli IDE in uscita ammontavano a poco più di 4 milioni di euro in contrazione rispetto al 2008, mentre quelli in entrata hanno superato i 10 milioni di euro (nel 2011) registrando una forte espansione rispetto al 2008.

Nella regione Lazio inoltre vi é la più alta concentrazione di Università e Centri di Ricerca, per cui puntare sull’innovazione é senz’altro un imperativo. E lo si fa incentivando in particolar modo proprio le start-up per sostenere una nuova imprenditorialità, in grado di garantire l’ulteriore sviluppo delle attività programmate e consentire crescita economica e occupazione. Già in passato sono stati previsti bandi a favore delle start-up con notevole successo. Ci auguriamo che anche questo nuovo bando possa costituire un successo per la Regione Lazio al fine di creare spillover di conoscenza in tutto il territorio nazionale.

Per ulteriori informazioni su bandi attivi e finanziamenti regionali e/o nazionali scrivete a: info@exportiamo.it

 

 

*Gli investitori indipendenti possono essere: PMI e grandi imprese; Start-up factories – incubatori certificati e/o acceleratori; business angels; investitori professionali; organismi di ricerca – incubatori universitari, centri di ricerca; partner reperiti mediante portali di equità crowdfunding. 

 

 

Fonte: a cura di Exportiamo, di Francesca D’Agostino, redazione@exportiamo.it

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