È stato presentato durante la Frankfurter Buchmesse, la più prestigiosa kermesse europea del libro conclusasi il 12 ottobre, il Rapporto sullo stato dell’Editoria in Italia - un consolidato del 2013 e primi elementi sul 2014 realizzato dall’Associazione Italiana Editori (AIE).
Lo scenario delineato non é certo incoraggiante. Nel 2013 si registra una diminuzione del bacino dei lettori pari al 6,1% (solo 43 italiani su 100 leggono almeno un libro l’anno), si ridimensiona il mercato totale (il fatturato del comparto é sceso a quota 2,66 miliardi di euro registrando una flessione del -6,8% sul 2012), svariate decine di case editrici hanno dovuto chiudere i battenti e si registra un andamento negativo - per la prima volta - anche nel numero di titoli pubblicati (-4,1%).
Dal rapporto fortunatamente però emergono anche due notizie positive e in controtendenza.
La prima é che cresce il peso della nostra editoria in chiave internazionale. Le vendite di titoli all’estero hanno registrato un +7,3% nel 2013 rispetto l’anno precedente e aumentano anche le esportazioni dei libri stampati (+2,6%). A determinare il successo fuori dai confini é in particolare la vendita dei diritti di autori italiani, grazie alle sempre più frequenti iniziative di coedizione con partner stranieri in segmenti di alta qualità letteraria e al successo di alcuni nostri best seller come quelli di Andrea Camilleri, Roberto Saviano e Fabio Volo. Nel 2013, infatti, sono stati venduti 4.597 titoli italiani all’estero, un incremento come già dichiarato del +7,3% rispetto al 2012 e del ben +155,4% se paragonato ai dati del 2001.
La seconda buona notizia é che continua a crescere il mercato digitale, sia in termini di titoli disponibili (le nuove uscite nel 2013 sono 30.382 e stimate ulteriormente in crescita nel 2014), sia di peso sul mercato (3% nel 2013 - circa il 5% la stima per fine 2014). Tanti e-book scaricati e letti, che però producono fatturati ancora modesti: non si arriva a 40milioni di euro (nel 2013) e con un’iva al 22% che limita di fatto le potenzialità di crescita del segmento editoriale digitale. Proprio a questo riguardo e in concomitanza con il semestre europeo di presidenza italiana, il ministro dei Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini, che ha preso parte alla fiera di Francoforte, ha dichiarato: “Il libro é un libro. È logico e coerente che l’e-book abbia stessa Iva dei libri di carta. Mi batterò perché nel documento del 25 novembre dei Ministri della Cultura dell’Ue ci sia un’indicazione chiara e vincolante su questo tema”.
In conclusione, dalla lettura del nuovo Rapporto sullo stato dell’Editoria in Italia si evince una maggiore capacita? delle case editrici a proporsi sui mercati internazionali e una tendenza sempre più spiccata alla digitalizzazione. Parole d’ordine quindi: innovazione e internazionalizzazione, l’editoria non fa nessuna eccezione rispetto a qualsiasi altro comparto dell’economia italiana.
Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati da Il Rapporto sullo stato dell’Editoria in Italia, di Martina Zanetti, redazione@exportiamo.it