“Pensare anzitutto in piccolo” o nella versione cool inglese “Think Small First” é il chiodo fisso della Commissione Europea in ragione di una pragmatica volontà politica tesa a favorire le Piccole e Medie Imprese (PMI) e resa reale e concreta dall’adozione dello Small Business Act (SBA) nel 2008 che individua nel favorire lo sviluppo, la competitività e la prosperità delle PMI europee, il volano fondamentale per garantire la crescita dell’occupazione e della società nel suo complesso.
Non si tratta di sentimentalismi, visioni distorte e/o strumentali, ma di approcciare la realtà in maniera pratica e pragmatica e i numeri parlano chiaro:
sono 21 milioni le PMI censite in Europa (nel 2012 rappresentavano circa il 98% del numero totale di imprese escludendo le società finanziarie) e sono impegnate quotidianamente con le loro diversificate attività a generare quasi il 60% del valore aggiunto prodotto sul continente europeo, dando occupazione a 87 milioni di lavoratori e contribuendo così per l’85% nella creazione netta di posti di lavoro.
Innanzitutto é bene mettersi d’accordo su cosa sono le PMI per la Commissione Europea che ne individua i requisiti necessari per poter vedere riconosciuta l’ammissibilità al sostegno previsto nel quadro dei numerosi programmi UE e l’impegno, da parte delle istituzioni europee, a richiedere minori requisiti e/o a far sostenere minori costi per gli adempimenti amministrativi.
Ecco i requisiti sintetizzati per le 3 categorie in relazione a numero di effettivi e fatturato o Totale di bilancio:
Dallo scorso 8 settembre é on-line sul portale EuSurvey la consultazione pubblica “Una forte politica europea di sostegno alle PMI e agli Imprenditori (2015-2020)” per la futura revisione dello SBA che dovrebbe concretizzarsi entro il 2015 e sarà sicuramente una prima prova per la nuova Commissione Europea che dovrà dimostrare la reale volontà di rispondere alla crisi con misure per la crescita.
Il ricorso a consultazioni pubbliche per definire l’interesse generale e “ascoltare e far partecipare” tutte le componenti della società su un determinato provvedimento é nel DNA dell’Unione Europea. Nel caso specifico dello SBA vi era stato un aggiornamento del provvedimento nel 2011 mentre nel 2012 la Commissione ha rafforzato ulteriormente il dialogo con le PMI con la consultazione pubblica “Quali sono gli atti legislativi TOP10 più gravosi dell’UE per le PMI?” che ha permesso alle PMI e alle relative organizzazioni rappresentative di esprimere in prima persona osservazioni sugli atti legislativi dell’UE che incidono in maniera controproducente nella quotidiana attività d’impresa.
Lo Small Business Act ha lo scopo di tutelare e garantire la crescita costante delle PMI, conditio sine qua non per poter svolgere il ruolo cruciale di cinghia di trasmissione del benessere nella società. Inizialmente furono individuate 4 esigenze fondamentali:
1)Facilitare l’accesso ai finanziamenti
2)Facilitare l’accesso ai mercati
3)Ridurre gli oneri amministrativi e fiscali
4)Promuovere l’imprenditorialità
Nel tempo é emersa una quinta priorità:
5)Far fronte alla carenza di lavoratori qualificati.
Lo SBA é un ampio programma strategico che si concretizza in iniziative specifiche che abbracciano 10 settori di intervento. La necessità di “Pensare anzitutto in piccolo” deve esserci fin dalla definizione delle politiche. La Commissione pubblica annualmente una Relazione e delle Schede Paese sullo stato dell’arte nei diversi stati membri.
Nell’ultimo triennio sono stati 2.400 i provvedimenti adottati dagli stati membri e tutto ciò si realizza nella cornice di un circolo virtuoso che vede nel dialogo costante tra Istituzioni e Imprese e nello scambio Best Practices tra gli stati membri una realtà che inizia a dare i suoi risultati e in ragione delle diverse priorità oggi le PMI - pur se travolte dalla crisi - iniziano a vedere i risultati concreti e a godere di qualche beneficio in più.
Sul piano finanziario non si può non considerare il supporto fornito dalle iniziative della Banca Europea degli Investimenti (BEI) per sostenere l’accesso al credito (discorso diverso é come sono state investite le risorse sul piano nazionale) così come le risorse previste dai diversi Programmi all’interno del Quadro Finanziario Pluriennale 2014-2020 come ad esempio il Programma per la Competitività delle imprese e le PMI (COSME) che prevede 2,3 miliardi di € a favore delle imprese o i 9 miliardi di € previsti da “Orizzonte 2020” dedicato alla ricerca e all’innovazione e le risorse derivanti dai Fondi strutturali e di investimento europei (ESIF).
Sul piano legislativo le PMI sono oggi pienamente integrate nel programma di controllo dell’adeguatezza e dell’efficacia della regolamentazione (REFIT) della Commissione, con un chiaro impegno a rendere il quadro normativo semplice, chiaro, stabile e certo.
Per garantire un maggiore accesso ai mercati in questi anni il supporto di Enterprise Europe Network (EEN) e le “Missioni per la Crescita” promosse dalla Commissione così come tutte le iniziative tese a favorire i processi di internazionalizzazione delle imprese -uno dei 10 settori fondamentali di intervento – e le iniziative di comunicazione e promozione sono state sicuramente fondamentali per favorire la capacità di penetrare nuovi mercati sapendo cogliere la domanda proveniente dai Paesi Emergenti.
Altro obiettivo cardine é la formazione, unita alla promozione dell’imprenditorialità che si realizza attraverso iniziative di ampia portata quali “Imprenditorialità 2020” e l’estensione del programma Erasmus ai Giovani Imprenditori.
Un dato significativo che forse però nasconde l’eterogeneità dei diversi stati membri é quello relativo alla media dei giorni necessari per avviare un’impresa, prima dello SBA erano 9 e oggi sono 4 così come i costi necessari sono scesi da 463 € a 315€. E’ ambizione della Commissione riuscire ad arrivare attraverso l’adozione di un regolamento sulla semplificazione a generalizzare questi standard in maniera virtuosa rendendo possibile aprire l’impresa solo in 3 giorni con un costo di 100 €.
La consultazione pubblica lanciata dalla Commissione guarda al futuro di tutti e vuole dotare le PMI europee di strumenti adeguati per affrontare le sfide crescenti che non mancheranno nei prossimi anni e per far ripartire la crescita nel “vecchio continente”.
La consultazione si concluderà il 15 dicembre 2014 e i risultati congiuntamente alle proposte della Commissione saranno la base per discutere entro la metà del 2015 la revisione dello SBA.
E’ una “chiamata alle armi” per tutti, un’opportunità di partecipazione ma anche un dovere di consultazione: la sensibilità di ognuno e le diverse angolazioni nell’analizzare la realtà arricchiscono il dibattito e la discussione ma anche i risultati. Non sottovalutarti!!!
#AgirePerNonSubire
Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo, di Alessio Gambino, info@exportiamo.it
di Antonio Passarelli, redazione@exportiamo.it