È in corso Cersaie 2014, il salone internazionale della ceramica per l’architettura e l’arredobagno, giunto alla sua XXXII edizione. I numeri sono impressionanti e senza dubbio speranzosi, che fanno di Cersaie un appuntamento di riferimento mondiale: 942 espositori provenienti da 38 Paesi, 339 aziende straniere (36% del totale). Il comparto della ceramica vede la presenza di 508 imprese, di cui 236 straniere, mentre l’arredobagno conta sulla presenza di 275 imprese.
Quest’anno per la prima volta Cersaie apre le porte anche agli altri materiali non ceramici, quindi marmo, pietra naturale e parquet. Tutti coloro che parteciperanno alla fiera, dagli interior designer agli architetti, dai progettisti ai buyer, sia nazionali che internazionali, potranno ammirare ed entrare in contatto con le eccellenze del Made in Italy. E proprio il Made in Italy é stato al centro del convegno inaugurale del 22 settembre. “Made in Italy tra riforme, innovazione e competizione globale” ha visto la partecipazione, tra gli altri, del Ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, del Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e del Presidente di Confindustria Ceramica Vittorio Borelli. È stato sottolineato non solo il ruolo chiave giocato da questo settore nell’economia italiana, ma anche i punti di debolezza e le problematiche che deve affrontare. Quattro i punti su cui Borelli, supportato anche da Squinzi e dalla Boschi, si é soffermato: la pressione fiscale e la politica energetica, ancora troppo onerose in Italia rispetto agli altri Paesi europei. E , ancora, la semplificazione della burocrazia e del costo del lavoro, problematiche comuni a molti settori del Made in Italy.
Ma analizziamo nel dettaglio il settore della ceramica.
Lo scorso anno la vendita di piastrelle in ceramica ha registrato un +4,76%, tradotto in valore parliamo di 302,7 milioni di metri quadri venduti all’estero con un prezzo di vendita pari a 12,78 €/mq (+0,87% rispetto al 2012). La Francia rappresenta il primo mercato di sbocco, seguito da Germania, Repubblica Ceca, Gran Bretagna, Belgio e Lussemburgo. Anche nei Paesi extra-UE la dinamica é positiva, in particolare verso gli Stati Uniti, verso l’Asia e in particolare verso i Paesi del Golfo. Da sottolineare la crescita delle esportazioni verso l’Africa e l’Australia.
Dalla tabella 1 che segue si evince la suddivisione per aree geografiche della vendita di piastrelle e successivamente (tabella 2) l’evoluzione nei primi mesi del 2014.
Tabella 1: esportazione di piastrelle di ceramica (2013)
Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati Cersaie.
Tabella 2: esportazioni di piastrelle di ceramica (primo semestre 2014)
Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati Cersaie.
Nel primo semestre di quest’anno risultati positivi provengono dall’Ungheria, dalla Repubblica Ceca e dai Paesi Baltici. Mentre l’area extra-UE risente dei cali provenienti in particolare dalla Russia (causa svalutazione del rublo) e dalla regione del Golfo.
Insomma, anche se alcune aree evidenziano dei rallentamenti, complessivamente il settore é forte e continua la crescita nei mercati esteri. Cersaie é sicuramente la prova di questa maestria tutta italiana.
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Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati da Rassegna Stampa Cersaie.
Di Francesca D’Agostino, redazione@exportiamo.it