«Le imprese italiane hanno sempre beneficiato della prossimità geografica e culturale con i Paesi del Nord Africa. Le stime mostrano che le nostre PMI stanno tornando ad incrementare gli scambi commerciali con l’area»

Nonostante l’instabilità politica e l’insicurezza interna le performance economiche dei Paesi nord africani iniziano a mostrare timidi segnali di crescita per il periodo 2014-2017. La ripresa economica nell’area stenterà a decollare a causa sia di fattori esogeni, come la debolezza dell’economia europea, sia di fattori endogeni, ossia le sanguinose transizioni politiche ed i conti pubblici in rosso di alcuni Paesi legati alla Primavera Araba, le incertezze derivanti dalla guerra in Siria e l’interruzione della produzione petrolifera. Ancor più in generale le risorse limitate renderanno le misure di stimolo all’economia insufficienti a ridurre l’alto tasso di disoccupazione ed a incrementare il tenore di vita della popolazione. Ciò potrebbe ulteriormente aggravare il clima di instabilità politica nella regione.

Tra gli stimoli positivi, però, possiamo segnalare il supporto di donor internazionali all’Egitto e l’afflusso di investimenti diretti esteri in Tunisia e Libia. Il Paese libico possiede ingenti risorse di idrocarburi ed offrirà numerose opportunità legate a progetti di sviluppo infrastrutturale e di ricostruzione, che al momento sono vincolati agli esiti della guerra civile in corso. La BEI ha messo in campo 170 milioni per il rafforzamento del business e del sistema educativo tunisini, in aggiunta al miliardo di euro erogato sin dall’inizio della rivolta. Lo stesso istituto ha inoltre disposto un finanziamento di 150 milioni per la modernizzazione del Marocco.

Le imprese italiane hanno sempre beneficiato della prossimità geografica e culturale con i Paesi del Nord Africa. Le stime mostrano che le nostre PMI stanno tornando ad incrementare gli scambi commerciali con l’area pur con maggiore prudenza rispetto al passato a causa degli elevati rischi paese e della possibile solvibilità delle controparti. Nonostante questi fattori d’incertezza si prevede che l’export italiano in Nord Africa crescerà del 6,3% in media nel 2014-2017. La ripresa dell’export tricolore sarà inevitabilmente messa a dura prova da alcune difficoltà logistiche e commerciali, ossia la mancanza di riferimenti politici attendibili, infrastrutture efficienti e possibili controparti commerciali inadempienti.

Nella regione nord africana sono state adottate numerose iniziative finanziarie sia da singoli Stati sia da istituzioni multilaterali volte a ridare slancio all’economia ed all’industria.

Le autorità egiziane hanno approvato alcuni provvedimenti volti a facilitare l’accesso al credito delle Pmi: queste misure dovrebbero produrre effetti positivi sull’import dall’Italia dei beni intermedi destinati alle costruzioni, ossia metalli e gomma (+8,6%) e plastica (+8,3%) nel quadriennio 2014-2017. Le esportazioni di metalli dovrebbero essere trainate anche dal processo di ricostruzione della Libia (+15,6%).

Lo sfruttamento dei depositi di fosfati in Tunisia rappresenterà un’opportunità per il nostro settore chimico (+7,5%). In Algeria la legge sugli idrocarburi del 2013, in pratica varie agevolazioni fiscali, dovrebbe dare impulso all’export italiano di beni di investimento (+6,3%), nonostante il Paese rimanga di difficile penetrazione per via delle politiche protezionistiche che tutelano maggiormente le imprese locali.

Chiudiamo l’articolo segnalando alcuni programmi internazionali interessanti per l’Italia a sostegno dell’export delle PMI nell’area, ossia:

- la Mena Sme Facility: 172 milioni di euro messi a disposizione da Banca Mondiale, Banca Europea degli Investimenti (BEI), Banca di Sviluppo Africana e Commissione Europea che agevoleranno l’accesso al credito bancario per altri 307 milioni di euro;
- il programma FEMIP della BEI, attivo dal 2002, che ha già erogato circa 9,2 miliardi di euro;
- l’intervento della BERS - Banca Europea di Ricostruzione - che, attraverso l’apertura del nuovo ufficio a Tunisi, prevede di stanziare entro il 2015 risorse per 1,9 miliardi di euro.

Nell’area del Nord Africa sembrano dunque aprirsi nuove prospettive di espansione e sviluppo da non sottovalutare per le PMI italiane.

Nella nostra sezione eventi é possibile consultare le iniziative future dedicate alle PMI italiane nella regione nord africana e non solo, clicca qui.

Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati del Rapporto “Re-think” di Sace.

Barbara Alessandrini

b.alessandrini@exportiamo.it

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