«Le previsioni per il quadriennio 2014-2017 descrivono il Medio Oriente come un porto sicuro per le imprese italiane»

I mercati mediorientali che non hanno subito eccessivamente le ripercussioni della Primavera Araba continuano a sorreggersi grazie alla disposizione di ingenti risorse naturali e ad una maggiore trasparenza nella gestione della spesa pubblica. Le immense riserve e l’incremento della produzione di idrocarburi attestano al 4,5% la crescita media del Pil dei Paesi del Golfo nel biennio 2013-2014. Gli introiti da idrocarburi saranno destinati verso investimenti pubblici e costituiranno pertanto il principale stimolo alle economie dell’area. La crescente spesa per gli investimenti e per le politiche pubbliche favorirà inoltre un maggiore accesso al credito ed aprirà nuove opportunità in diversi settori.

Questi elementi risultano positivi per l’export italiano che si prevede aumenterà a ritmi più elevati nell’area in questione rispetto a tutte le altre macro regioni mondiali. Infatti le previsioni per il quadriennio 2014-2017 descrivono il Medio Oriente come un porto sicuro per le imprese italiane. La stabilità politica e la solidità economica continueranno a favorire le importazioni dal Golfo con effetti positivi sull’export tricolore di cui si stima una crescita pari al 9% in media nel periodo suddetto.

Certo non mancano alcune criticità che potrebbero frenare o compromettere la realizzazione di nuovi progetti: il rallentamento della domanda di idrocarburi da parte di alcune economie a causa della scoperta dello shale gas, come ad esempio negli Stati Uniti d’America, l’introduzione di nuove leggi sul lavoro irregolare in Arabia Saudita e sull’accentramento dei processi di spesa delle imprese statali in Qatar.

In ogni caso le opportunità per il Made in Italy sono davvero tante nei principali Paesi del Golfo, vediamole insieme.

In Arabia Saudita il nostro export di beni di consumo registrerà un’espansione significativa con un +13,4% tra il 2014 ed il 2017, grazie alla politica fiscale di stimolo ai consumi privati promossa a livello statale. Inoltre aumenteranno anche le vendite di beni di investimento (+10,4%) sostenute dal piano quinquennale di incentivi del governo saudita varato col fine di sostenere un processo di diversificazione dell’economia.

In Qatar la dinamica per le esportazioni italiane sarà più lenta nel breve periodo, terminato il programma ventennale di sviluppo del Gas Naturale Liquido, ma appaiono all’orizzonte importanti prospettive  ed incoraggianti opportunità relative alla costruzione di infrastrutture in vista dei Mondiali Fifa 2022.

Negli Emirati Arabi Uniti l’intento del governo di sostenere la diversificazione economica e le nuove normative nel settore immobiliare hanno posto le basi per una crescita meno assoggettata a shock esterni e bolle speculative. Le previsioni indicano che le esportazioni italiane verso questo mercato cresceranno ad un tasso medio del 9% nel 2014-2017, grazie anche al riconoscimento del ruolo di hub commerciale mondiale assegnato principalmente a Dubai.

Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti continuano la loro ascesa di attori sempre più rilevanti nello scacchiere internazionale non solo dal punto di vista politico per il ruolo che rivestono nel delicato scenario mediorientale ma anche dal punto di vista economico per la loro capacità di pianificare e mettere in pratica strategie di crescita di medio e lungo periodo.

Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati del Rapporto export 2014 - 2017 “Re-think” di SACE.

Barbara Alessandrini
b.alessandrini@exportiamo.it

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