Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) stima un incremento economico mondiale pari al 3,7% per il 2014 e al 3,9% per il 2015. Il Centro America ottiene una buona proiezione di crescita pari al 3,9% per il 2014: Panama al 6,9% e Nicaragua al 4% superano la media regionale, poi Costa Rica e Guatemala al 3,4%, Honduras al 2,8% ed El Salvador all’1,6%. Un fattore cruciale per il progresso dell’economia di questi Paesi é la dinamizzazione del commercio internazionale, in relazione al quale il FMI prevede per il 2014 un aumento del volume dal 2,7% del 2013 al 4,5% in termini di beni e servizi. La regione può inoltre beneficiare di una ripresa dell’attività economica con i suoi principali partner commerciali grazie alla buona performance degli Stati Uniti (2,8%) e al miglioramento delle condizioni della Zona Euro (1%) nel corso del 2014 (foto latimes.com).

Canale di Nicaragua: i progetti collaterali

Un altro elemento fondamentale per la crescita dell’economia centroamericana é lo sviluppo delle infrastrutture, la cui domanda é sostenuta dai processi di crescita demografica, urbanizzazione e industrializzazione. Tra i progetti più recenti spicca il Piano di Sviluppo Integrale del Gran Canale del Nicaragua ad opera dell’impresa cinese HKND Group che comprende, oltre alla costruzione di un canale interoceanico per il commercio marittimo, una serie di sottoprogetti strategici.

Il primo é la costruzione del porto di Brito sul lato del Pacifico per l’importazione di prodotti petroliferi e la somministrazione del carburante alle barche, con un molo multifunzionale riservato alla Zona di Libero Scambio, ubicata a soli 20 chilometri di distanza dall’autostrada Panamericana, a 120 chilometri dalla capitale Managua a nord, a 8 chilometri da un nuovo complesso turistico, a 17 chilometri dalla località turistica di San Juan e a 16 chilometri dal previsto aeroporto vicino alla città di Rivas. Il secondo é la nascita del porto di Punta éguila sul lato del Mar dei Caraibi, la cui capacità annua si attesta a 2,8 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi e 1.950.000 TEU (la misura standard dei container, ndr).

La suddetta Zona di Libero Commercio é divisa in altre tre parti: la Zona degli Uffici Finanziari, la Zona Industriale di Esportazione e l’Area Urbana. La Zona di Libero Commercio ricopre una area di 4,34 chilometri quadrati per la gestione del volume degli scambi commerciali, stimato a 25.000 milioni di dollari entro il 2030, con una previsione di impiego per 30mila lavoratori. La Zona degli Uffici Finanziari, con una superficie di 0,8 chilometri quadrati e 25mila posti di lavoro stimati, é predisposta alla fornitura di servizi finanziari e di trasporto alle imprese. La Zona Industriale di Esportazione, su un totale di 7,87 chilometri quadrati per 58mila posti di lavoro, é una zona franca riservata ad un traffico stimato intorno ai 2.000 milioni al 2030. L’Area Urbana, estesa su 15,08 chilometri quadrati, é progettata per ospitare 140mila abitanti.

Lungo il percorso del Canale sono state inoltre previste quattro mega strutture turistiche, il Cost Relaxing Resort, il Volcano Sightseeing Resort, il Golf Theme Resort e il Natural Park Resort. Il progetto aeroportuale intende migliorare l’attuale parziale situazione di isolamento del Nicaragua, ridurre significativamente i tempi del trasporto ed attrarre investimenti. L’aeroporto si estende per una superficie di 2,5 chilometri quadrati con una capacità di 1.05 milioni di persone e si delinea inizialmente la costruzione di una pista con la possibilità per una seconda. Gli studi dei sottoprogetti stradali includono due sezioni: le strade di collegamento tra i vari sottoprogetti e la rete stradale attuale, per esempio Brito-Rivas e Nuova Guinea-Punta éguila, e quelle che necessitano di un ampliamento per il cambio dei volumi del trasporto, come il tratto Managua-Rivas sull’autostrada Panamericana.

Le opportunità di lavoro e investimento

Per soddisfare i requisiti per l’attuazione e il funzionamento del Gran Canale del Nicaragua e dei sottoprogetti si richiedono grandi quantità di materiali da costruzione, attrezzature, la fornitura d’acqua, energia elettrica e servizi di comunicazione. Le attuali opportunità per le nostre imprese sono pertanto legate al settore delle costruzioni, delle opere di progettazione e di ingegneria.

Attualmente la presenza delle imprese italiane di costruzione é riscontabile in otto Paesi dell’America centrale: Costa Rica, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Panama, Grandi Antille, Guatemala e Piccole Antille. La ripartizione geografica a livello mondiale delle commesse all’estero delle imprese italiane mostra che l’America centrale rappresenta il sesto mercato (5,3%) in una graduatoria che vede al primo posto il Sud America (28%), poi Nord Africa (10,4%), Africa Sub-Sahariana (12,8%), Asia (3,6%), Medio Oriente (10%), Nord America (3,7%), Oceania (1,2%), UE (11,4%) ed Europa extra UE (13,5%).

In America Centrale si contano ben 17 nuove commesse per un totale di 704,1 milioni di euro, in base ad una stima mondiale dei principali Paesi di acquisizione di nuove commesse risultano al terzo posto il Venezuela, al sesto Panama, al settimo il Cile ed all’ottavo il Messico. Pertanto il portafoglio delle nuove commesse delle imprese italiane in America Centrale e in America del Sud raggiunge il 21,2% del totale in relazione alle altre aeree geografiche. Le principali imprese di costruzione italiane presenti in America Centrale sono: Ghella (Costa Rica e Grandi Antille), Astaldi (El Salvador, Honduras, Nicaragua), Condotte (Panama e Piccole Antille), Salini Impregilo (Panama e Grandi Antille), Seli (Panama e Guatemala), Trevi (Panama), Grandi Lavori Fincosit (Grandi Antille) con un totale portafoglio lavori complessivo pari a 2.214,8 milioni di euro.

Articolo pubblicato su www.lookoutnews.it, Agosto 2014.

 

Fonte: Elaborazione a cura di IBS ITALIA - Exportiamo su dati del “Progetto di Sviluppo Integrale del Gran Canale del Nicaragua”, “Rapporto 2013 sulla presenza delle imprese italiane nel mondo” dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), “Business Atlas 2014” e “Policy Brief N°1 de Febrero 2014- Perspectivas Econòmicas de Centroamérica para 2014” del SIECA.

 

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