«Da un lato i messaggi positivi di chi ci governa, dall’altro gli analisti che vedono il futuro dell’Italia molto incerto. Di certo la strada verso la ripresa é ancora lunga»
L’Italia é di nuovo in recessione tecnica! Lo rileva l’Istat nella sua stima preliminare sul secondo trimestre del 2014, diffusa il 6 agosto. Nel periodo considerato, infatti, il prodotto interno lordo (PIL) é diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,3% rispetto al secondo trimestre del 2013. Di certo questo dato negativo non é dovuto al fatto che il trimestre in questione abbia avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al trimestre precedente ed una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2013. Il calo congiunturale é infatti il risultato di una diminuzione del valore aggiunto nei tre grandi comparti di attività economica, ossia l’agricoltura, l’industria ed i servizi. Il Presidente del Consiglio Renzi continua ad essere ottimista “l’Italia ha tutto per farcela e per uscire dalla crisi. Ma deve cambiare”.
Le esportazioni italiane nel 2013
Guardiamo i dati: nel 2013 le esportazioni italiane di merci, a prezzi correnti, sono diminuite dello 0,1% a causa di un andamento di segno negativo delle vendite destinate ai Paesi dell’Unione Europea, che si attestano all’-1,2%. Al contrario crescono le esportazioni destinate ai Paesi extra U.E., che segnano un +1,3%, trainate dalla ripresa economica degli Stati Uniti. La quota italiana sulle esportazioni mondiali di merci, calcolata a prezzi correnti, ha ottenuto un lieve miglioramento rispetto al 2012 grazie all’effetto sui flussi nominali degli scambi, al nominatore ed al denominatore della quota, dell’apprezzamento del cambio dell’euro nei confronti del dollaro. L’andamento dei tassi di cambio ha comunque influito negativamente sulla competitività di prezzo dei prodotti dell’Unione Europea, in quanto l’euro ha continuato a mantenersi forte durante tutto il corso del 2013 a causa dell’afflusso nell’Area Euro di capitali provenienti dalle economie emergenti e di un forte aumento del surplus commerciale.
Le esportazioni italiane di servizi invece sono risultate in crescita nel 2013 di un buon 2,1%, permettendo alla quota italiana in valore di mantenersi stabile intorno al 2,4% in un contesto espansivo degli scambi di servizi a livello mondiale. Secondo le previsioni per il 2014, l’andamento delle esportazioni italiane dovrebbe essere favorito dal generale miglioramento dell’economia internazionale, che si stima pari ad un incremento del commercio mondiale del 4,7%, e dalla ripresa dell’import da parte delle economie avanzate. Nel secondo trimestre del 2014, rileva sempre l’Istat, il Pil é aumentato in termini congiunturali dell’1% negli Stati Uniti e dello 0,8% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si é registrato un aumento del 2,4% negli Stati Uniti e del 3,1% nel Regno Unito.
Le importazioni italiane nel 2013
A confermare la contrazione dei consumi e degli investimenti nazionali, le importazioni italiane nel 2013 si sono ulteriormente ridotte. L’import di merci é sceso del 5,5%, mentre quelle dei servizi sono rimaste inveriate rispetto all’anno precedente. In particolare sono diminuiti gli acquisti dell’Area extra-U.E. del -9,5%, soprattutto dai Paesi dell’area OPEC, verso la quale si evidenzia una decisiva riduzione dell’import di prodotti energetici (-15,6%), dei beni strumentali (-2,8%), dei prodotti intermedi (-5,2%). Secondo i dati dell’Ocse l’import italiano dovrebbe crescere nel 2014 del 2,4% e nel 2015 del 3,9%, mentre la Commissione Europea stima una crescita delle importazioni italiane del 2,7% nel 2014 e del 4,8% nel 2015.
Relativamente ai conti con l’estero, l’Italia migliora per il secondo anno consecutivo in quanto il conto corrente della bilancia dei pagamenti ha registrato un segno positivo dopo tredici anni, passando da un saldo negativo di 4 miliardi nel 2012 ad uno attivo di 15 miliardi nel 2013, pari a circa l’1% del PIL.
La produzione industriale italiana a giugno 2014
Infine l’Istat segnala che l’indice destagionalizzato della produzione industriale italiana segna a giugno 2014 un aumento dello 0,9% rispetto a maggio. Rispetto a giugno 2013 l’indice in questione é aumentato in termini tendenziali dello 0,4% a parità di giorni lavorativi. A giugno la produzione italiana presenta variazioni congiunturali positive nei raggruppamenti dei beni strumentali (+2,6%), dei beni di consumo (+2,5%) e dell’energia (+0,3%), mentre incassa una variazione negativa il comparto dei beni intermedi (-0,2%). Per quanto riguarda i settori di attività economica, a giugno 2014 i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli delle industrie alimentari, bevande e tabacco (+4,0%), della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica ed ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+3,9%) e della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+2,2%). Le diminuzioni maggiori si registrano nei settori dell’attività estrattiva (-11,7%), della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-10,8%) e della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-7,9%).
Da un lato i messaggi positivi di chi ci governa, dall’altro gli analisti che, oltre ad essere delusi dai dati diffusi, vedono il futuro dell’Italia molto incerto. Di certo la strada verso la ripresa é ancora lunga. Il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi afferma oggi in conferenza stampa, al termine del Consiglio direttivo, che “la ripresa nell’Eurozona procede in maniera moderata e diseguale” e che la Bce é unanimemente determinata a mettere in campo ”misure non convenzionali“, qualora fossero necessarie. Gli interventi riporteranno l’inflazione verso l’obiettivo del 2%. Inoltre, il Consiglio direttivo ha lasciato invariato il tasso principale allo 0,15%, quello sui prestiti marginali allo 0,40% e quello sui depositi in negativo a -0,10%, come comunica l’Eurotower.
Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati “Produzione Industriale” e “Stima preliminare del PIL” dell’ISTAT e su dati del “Rapporto ICE 2013-2014” dell’Italian Trade Agency. Di Barbara Alessandrini, b.alessandrini@exportiamo.it