«L’interscambio del Brasile con l’Italia vede un saldo commerciale pari a -1,88 miliardi di euro»
Il Brasile ha sperimentato una crescita impressionante tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta fino a subire una battuta di arresto di quasi vent’anni dopo lo shock petrolifero del 1979 e tornare poi nuovamente a crescere nell’ultimo decennio, trainato principalmente dall’aumento della domanda interna. Nel 2013 il PIL brasiliano ha registrato un aumento del 2,3%, quindi una positiva accelerazione dopo il risultato preoccupante del 2012 che si attestava a quota 0,9%, pur non confermando le stime di crescita previste al 3,3%. Per il 2014 la previsione di crescita si stima invece intorno all’1,7%. Il tasso di inflazione, nel 2013, si attesta al 5,9%, mantenendosi allo stesso livello del 2012, mentre il tasso di disoccupazione cala dal 5,4% al 4,3%. L’aumento delle riserve in dollari, pari a 377,217 miliardi a febbraio 2014, ed il surplus della bilancia commerciale, attualmente pari a 1,95 miliardi di Euro, tengono il Paese lontano dalle speculazioni finanziarie internazionali. Il Governo purtroppo continua a ritardare le riforme amministrative, fiscali, doganali e sanitarie volte a ridimensionamento degli alti costi dell’amministrazione pubblica.
Nel 2013, come si evince dal primo grafico, il contributo maggiore alla formazione del PIL proviene dai servizi al 69,4%, poi dall’industria al 24,9% ed infine dall’agroindustria al 5,7%, confermando il trend del 2012.
Grafico 1. I principali settori produttivi in Brasile nel 2013
Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati del “Business Atlas 2014”
In linea con gli altri BRICS, come si evince dal secondo grafico, il Brasile ha assistito nel tempo ad una continua espansione del proprio export, principalmente grazie alla richiesta di prodotti brasiliani da parte di Cina, Russia ed altri Paesi emergenti. Il Paese ha visto un aumento costante del volume delle esportazioni in milioni di dollari negli ultimi decenni nei settori extra-manifatturiero, minerali e metalli, alimentari, materie prime e combustibili.
Grafico 2. Espansione delle esportazioni brasiliane in milioni di dollari
Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati del “Perspectives on Global Development 2014: Boosting Productivity to meet the middle-income challenge”
Nel 2013 il totale import raggiunge quota 180,41 miliardi di euro, mentre l’export é pari a 182,36 miliardi di euro.
Grafico 3. Principali prodotti importati dal Brasile nel 2013
Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati del “Business Atlas 2014”
L’anno scorso, come si desume dal terzo grafico, i principali prodotti importati rimangono il petrolio al 6,8%, il diesel al 3,5%, le automobili al 2,2%, la nafta all’1,9%, il gas naturale all’1,6%, il cloruro di potassio all’1,4% ed altri veicoli all’1,1%, a differenza del 2012 dove emergevano anche i farmaci al 2,7% ed i circuiti elettronici all’1,9%.
Grafico 4. Principali prodotti esportati dal Brasile nel 2013
Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati del “Business Atlas 2014”
Dal quarto grafico risulta chiaro che i primi prodotti dell’export brasiliano risultano i minerali non agglomerati al 10,7%, segue la soia al 9,4%, il petrolio al 5,4%, lo zucchero di canna al 3,8%, i minerali agglomerati al 2,7%, il mais al 2,6% ed il caffé all’1,9%. Sparisce la carne di pollo che l’anno precedente si attestava al 2,8%.
L’Italia vede un saldo commerciale pari a -1,88 miliardi di euro. I principali prodotti nostrani importati nel Paese sono i macchinari e gli apparecchi per un totale di 2 miliardi di euro, i mezzi di trasporto per 0,8 miliardi, i metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti, per 0,4 miliardi. Al contrario i principali prodotti brasiliani esportati in Italia sono i prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere per un totale di 0,8 miliardi di euro, i prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca per 0,6 miliardi, il legno ed i prodotti in legno, carta e stampa per 0,4 miliardi.
Inoltre l’Italia si attesta come undicesimo tra i Paesi clienti del Brasile, con una quota dell’1,7%, preceduto da Cina (19%), USA (10,2%), Argentina (8,1%), Olanda (7,2%), Giappone (3,3%), Germania (2,7%), Venezuela (2%), Corea del sud (1,9%), Cile (1,9%) e Panama (1,8%). Tra i principali Paesi Fornitori l’Italia si attesta all’ottavo posto, con una quota del 2,8%, preceduta da Cina (15,6%), USA (15%), Argentina (6,9%), Germania (6,3%), Nigeria (4%), Corea del Sud (4%), Giappone (3%) e seguita da Francia (2,7%) ed India (2,7%).
Dopo i mondiali di calcio appena conclusi, un ulteriore impulso all’economia brasiliana potrà arrivare dalle prossime Olimpiadi di agosto 2016.
Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati del “Business Atlas 2014” e del “Perspectives on Global Development 2014: Boosting Productivity to meet the middle-income challenge”. Di Barbara Alessandrini, b.alessandrini@exportiamo.it