«Tre anni di politiche economiche orientate alla crescita hanno portato a grandi squilibri economici in Mongolia. È necessario qualche ripensamento»

Il Governo della Mongolia e le autorità monetarie hanno rafforzato nel 2013 le misure di stimolo economico per mantenere la crescita su una doppia cifra in quanto il Paese stava perdendo tale slancio a causa della diminuzione degli Investimenti Esteri Diretti e dell’indebolimento del mercato minerario globale. 

La Banca centrale ha iniettato nuova liquidità pari al 20% del PIL per aumentare il credito ed il deficit fiscale é lievitato oltre il 10% del PIL a seguito di sostanziali spese fuori bilancio attraverso la Banca di sviluppo della Mongolia (DBM).

Le politiche espansive degli ultimi tre anni si sono mosse in basse all’alleggerimento quantitativo ed al finanziamento del debito così da permettere al Paese di mantenere la suddetta doppia cifra nel corso dell’anno passato nonostante, come si evince dalla figura 1, il trend negativo di crescita tendenziale del PIL reale annuale a partire dal 2011.

 Figura 1. Trend (%) di crescita tendenziale del PIL reale annuale della Mongolia

 Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati del “Mongolia Economic Update- June 2014”

Queste politiche di crescita indotta hanno contribuito a ridurre il tasso di povertà dal 38,7% del 2010 al 27,4% del 2012, ma d’altro canto hanno comportato pesanti ripercussioni sulla bilancia dei pagamenti e sull’inflazione.

La forte pressione sulla bilancia dei pagamenti si é mostrata con tutta la sua evidenza nel 2013 quando il disavanzo delle partite correnti si é attestato al 30% del PIL per il terzo anno consecutivo, mentre il livello degli IDE nel 2013 si é dimezzato rispetto all’anno precedente. L’inflazione ha accelerato di nuovo ad un livello di due cifre da metà 2013 ed é andato oltre il 13% lo scorso maggio.

Nel 2014 l’economia mongola continua a subire adeguamenti in risposta agli squilibri esterni ed interni.

La crescita economica é rallentata al 7,4% nel primo quarto del 2014, quando nell’ultimo trimestre del 2013 si attestava al 12,3%. Nonostante il robusto contributo del settore minerario sul Prodotto Interno Lordo (oltre il 27%), la crescita del PIL del settore non minerario é scesa del 3% nel primo trimestre di quest’anno dal 15,6% del trimestre precedente.

La domanda interna é ora sotto una crescente pressione a causa dell’alta inflazione e della continua svalutazione della moneta. Si prevede che la crescita economica annuale si attesti al 9,5% quest’anno per via del calo della domanda interna, nonostante la forte crescita della produzione mineraria sostenuta dalla rigenerata produzione di rame grazie alla nuova miniera di Oyu Togoi (OT).

Considerando l’espansione del credito interno e la svalutazione della moneta, l’inflazione probabilmente rimarrà a due cifre per il resto del 2014.

La Mongolia necessita di un cambiamento strutturale nel quadro della sua politica economica al fine di ripristinare la stabilità economica e finanziaria, attraverso:

- un rafforzamento della politica monetaria volta a fronteggiare l’inflazione elevata;

- il perseguimento della stabilità finanziaria attraverso politiche mirate nel settore; 

- una politica di bilancio che rispetti la disciplina fiscale imposta dalla legge di stabilità fiscale (FSL);

- la creazione di un nuovo fondo sovrano più strutturato (SWF) per rendere più prudente il sistema di gestione delle risorse.

È il momento per la Mongolia di mettere in campo una politica economica più adeguata alle sue prospettive di crescita reali.

Per maggiori informazioni consulta la scheda paese, qui.

 

Fonte : elaborazione a cura di Exportiamo su dati del “Mongolia Economic Update- June 2014” della Banca Mondiale. Di Barbara Alessandrini, b.alessandrini@exportiamo.it 

 

 

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