I Paesi emergenti e quelli in via di sviluppo continuano a crescere più rapidamente dei Paesi avanzati, alimentando il fenomeno dello “spostamento della ricchezza”, inteso come il mutamento della concentrazione delle attività economiche mondiali. La quota del PIL mondiale (in termini di parità di acquisto, PPP) dei Paesi non membri dell’OCSE (*1) ha superato quella dei Paesi membri (*2) nel 2010. Il sorpasso é in larga parte dovuto alla crescita dei BRIICS (*3), in particolare Cina ed India che insieme rappresentato un quarto del PIL mondiale (in termini di PPP) sin dal 2012. La differenza nei tassi di crescita del PIL tra i Paesi avanzati e quelli emergenti ed in via di sviluppo ha registrato un incremento costante dal 2000, con un picco nel 2009 durante la crisi finanziaria, quando le economie avanzate si sono contratte del 3,4% e le economie emergenti ed in via di sviluppo hanno registrato una crescita del 3,5%. Ad ogni modo il differenziale di crescita tra i Paesi OCSE e i Paesi non membri si é recentemente ridotto ed il tasso di crescita dei Paesi emergenti ha subito un significativo rallentamento: infatti le stime di crescita 2014 sono state tagliate dalla Banca Mondiale dal 5,3% al 4,8%.
Grafico 1. Quota del PIL mondiale (in termini di PPP) dei Paesi non OCSE
Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo.it da Rapporto OCSE Development Centre “Perspectives on Global Development 2014: Boosting Productivity to mele-income challengeet the midd
L’economia globale intravede in ogni caso una crescita del 2,8% quest’anno e poi rispettivamente del 3,4% e 3,5% nel 2015 e 2016. L’elemento nuovo é che le economie avanzate contribuiranno per circa la metà della crescita economica nel biennio 2015-2016 rispetto a meno del 40% del 2013. In questo quadro, la performance dei BRIICS é essenziale per sostenere lo spostamento della ricchezza dai Paesi OCSE a quelli non OCSE.
I BRIICS rappresentano più del 20% del PIL globale e quasi la metà della popolazione mondiale vive in questi Paesi. Tra il 2000 ed il 2012 tutti i Paesi BRICS, tranne l’Indonesia, hanno aumentato la loro quota di esportazioni mondiali ed oggi manovrano più di un quinto delle esportazioni totali. I BRIICS hanno anche duplicato la loro quota di importazioni mondiali nello stesso periodo temporale ed ora contribuiscono al 18% delle importazioni totali. Gli Investimenti Diretti Esteri verso i BRIICS sono aumentati nel decennio passato e nel prossimo si prevede che i BRIICS si tramuteranno in un’importante fonte di IDE. Nel 2010 gli IDE che defluivano dai BRIICS erano veramente pochi- rappresentavano meno dell’1% del totale mondiale- mentre nel 2012 figuravano già come il 10% del totale, con la Cina e la Russia in testa al gruppo.
Tra tutti i BRIICS, la Cina ha assistito al cambiamento più brusco dei suoi trend. La Repubblica cinese gestisce una parte crescente del commercio e del flusso d’investimenti mondiali. Le sue quote nel merchandising mondiale e nello scambio di servizi sono senza dubbio aumentate: la Cina é infatti il più grande esportatore al mondo. Tutto ciò ha fatto aumentare la domanda di prodotti agricoli e di materie prime, minerali ed idrocarburi, inclusi gli input usati per la produzione di beni strumentali e materiali da costruzione. La Cina si conferma il maggiore importatore di materie prime al mondo: le importazioni in questo settore sono passate dal 4% del 2000 a quasi il 16% nel 2012 ed insieme all’India rappresentano circa un quarto delle importazioni di materie prime al mondo.
Poniamoci una domanda cruciale per le prospettive di sviluppo globale: se la Cina dovesse iniziare a rallentare, gli altri Paesi BRIICS potrebbero compensare tale lacuna e riuscire a mantenere le stessa performance di crescita totale? Secondo le ultime stime, gli altri Paesi BRIICS potrebbero collettivamente avere un impatto comparabile a quello della Cina nel caso in cui riuscissero a raggiungere performance di crescita simili a quelle odierne cinesi. La Banca mondiale stima il rallentamento della crescita della Cina attestandola al 7,6% quest’anno, al 7,5% l’anno prossimo ed al 7,4% ne 2016.
A parte i BRIICS, ci sono altre economie relativamente di grandi dimensioni che unite potrebbero avere un significativo impatto sull’economia globale ed emergere come potenziali motori di crescita. Nel 2013 le dieci economie successive ai BRIICS in termini di PIL sono: l’Arabia Saudita, il Taipei cinese, l’Argentina, gli Emirati Arabi Uniti, la Tailandia, la Colombia, il Venezuela, l’Iran, la Malaysia e Singapore.
Qual é il ruolo dell’Europa in questo spostamento di ricchezza?
Fonte: Elaborazione a cura di Exportiamo.it su dati della Conferenza IAI per la presentazione del Rapporto OCSE Development Centre “Perspectives on Global Development 2014: Boosting Productivity to meet the middle-income challenge” , di Barbara Alessandrini, b.alessandrini@exportiamo.it
(*1) OCSE: la missione dell’Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (OCSE) é di promuovere politiche in grado di migliorare il benessere economico e sociale in tutto il mondo. L’OCSE fornisce un forum in cui i governi possono lavorare insieme per condividere esperienze e cercare soluzioni ai problemi comuni.
(*2) Paesi membri dell’OCSE: Australia, Austria, Belgium, Canada, Chile, Czech Republic, Denmark, Estonia, Finland, France, Germany, Greece, Hungary, Iceland, Ireland, Israél, Italy, Japan, Korea, Luxembourg, Mexico, Netherlands, New Zealand, Norway, Poland, Portugal, Slovak Republic, Slovenia, Spain, Sweden, Switzerland, Turkey, United Kingdom and United States.
(*3) BRIICS: Brasile, Russia, India, Indonesia, Cina, Sud Africa