È stato presentato il Rapporto ANCE 2013 (Associazione Nazionale Costruttori Edili) sulla presenza delle imprese di costruzione italiane nel mondo. I dati sono molto rassicuranti e confermano quanto questo settore si presenti dinamico, nonostante il periodo poco favorevole. Nel 2012 infatti il fatturato estero é stato dell’11,4% mentre nel periodo complessivo 2004-2012 l’estero é cresciuto del 196,2%, una media del 14,5% annua

L’indagine condotta dall’ANCE ha coinvolto 36 imprese di piccole, medie e grandi dimensioni, di diverso fatturato. Da Salini Impregilo a Ghella, Astaldi e Bonatti con oltre 500 milioni di euro di fatturato a imprese con un fatturato fino a 50 milioni di euro come Ferretti Int., Valdadige, Edilmac, e tante altre.

L’internazionalizzazione ha spinto tali imprese ad una selezione oculata di determinati partner commerciali. Non più e non solo l’Unione Europea, tanto vicina e cara ma anche con così tanti problemi economici, ma é in atto una diversificazione e un riposizionamento geografico, in primis nei Paesi Extra-UE: Russia, Stati Uniti, Cile, Messico, solo per citarne alcuni che in seguito approfondiremo.

Le imprese di costruzione costituiscono un fiore all’occhiello per l’Italia. Otto anni di crescita continua, una presenza stabile in circa 90 Paesi del mondo non sono dati trascurabili. Infatti come forse più chiaramente ci mostra il grafico 1 tra il 2004 e il 2012 il fatturato prodotto all’estero é quasi triplicato, passando da 2.955,3 milioni di euro nel 2004 a 8.753,9 milioni di euro nel 2012. 

Grafico 1: evoluzione fatturato nazionale/estero 2004-2012 (mln €)

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Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati ANCE.

Circa il 25% del totale delle imprese oggetto dell’indagine condotta dall’ANCE, ha dichiarato che l’estero costituisce oltre il 70% del valore della propria produzione totale.

Qualunque sia la dimensione aziendale, l’internazionalizzazione rappresenta per queste imprese il principale fattore di crescita sia in termini di fatturato che di business globale. 

Ritornando alla ripartizione geografica (vedi grafico 2), é emerso che il Sud America rappresenta la prima area di sbocco, nonostante un leggero calo tra il 2012 e il 2013.

Grafico2: portafoglio commesse all’estero, 2012

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Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati ANCE.

Per le nuove commesse si segnala la presenza delle imprese italiane in nuovi Stati come Russia, Qatar, Grecia, Panama, Cile, Messico, Sud Africa e Algeria, cresce dunque la quota nei Paesi extra-UE, nell’Africa Sub-Sahariana e nel Medio Oriente. 

Altra informazione rilevante che emerge dal rapporto dell’ANCE é che il core business di quasi tutte le imprese é rappresentato dalle infrastrutture, in particolare ferrovie, reti idriche, autostrade e metropolitane. Tra i progetti in edilizia aumenta il non residenziale, quindi ospedali, strutture carcerarie, hotel, università, musei e parcheggi. Il grafico 3 che segue mostra nel dettaglio la percentuale del portafoglio globale dedicata ad ogni tipologia di opera.

Grafico 3: ripartizione portafoglio globale per opere

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  Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati ANCE.

Infine il rapporto sottolinea come questa crescita e questo sviluppo sia stato raggiunto senza alcun aiuto da parte dello Stato. Le imprese italiane hanno saputo resistere, reinventarsi e creare nuove e proficue acquisizioni per competere al meglio sui mercati internazionali.

 

Fonte: a cura della redazione di Exportiamo

 

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