L’Italia rappresenta il suo terzo Partner commerciale (con un interscambio dal valore di 3,5 miliardi di euro), un Paese avente un ottimo livello di manodopera, bassi costi fiscali, posizione geografica strategica: parliamo della Bulgaria.
Il vero problema della Bulgaria? È sconosciuta ai più!
Grazie al convegno tenutosi lo scorso 14 maggio a Milano e a cui Exportiamo ha preso parte, organizzato da Promos, Agenzia della Camera di Commercio di Milano, si é cercato proprio di far luce e di presentare alle imprese italiane un mercato ricco di opportunità. Il quadro macroeconomico bulgaro é relativamente ambiguo. È una delle poche economie dell’Unione Europea che cresce, grazie anche ad un elevato tasso di assorbimento dei fondi UE. Tuttavia presenta alcune criticità, come un tasso di disoccupazione in aumento (11,9% per il 2013) e investimenti esteri diretti in calo (si é passati dal 4,5% nel 2011 al 3,5% nel 2012). Il PIL é composto prevalentemente dai servizi (54,3%) e, a seguire, dall’industria (26,1%) e dal settore agricolo (5,5%), a seguire grafico 1.
Grafico 1: Ripartizione PIL Bulgaria per Settori
Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati da InfoMercatiEsteri
Ma perché un operatore economico dovrebbe guardare e puntare alla Bulgaria?
Anzitutto per la stabilità politica ed economica favorevole agli investimenti e non trascurabile l’esistenza di un sistema bancario saldo e ben capitalizzato (Unicredit é ben ramificata sul territorio). È auspicabile che nel 2017/2018 la Bulgaria adotti anche l’euro, tuttavia il Lev (la moneta bulgara) é ancorato all’euro ed é molto stabile. I settori di maggior interesse per gli italiani sono l’agroalimentare, accessori e abbigliamento, calzature, design e arredo. Nell’ultimo anno le esportazioni nel settore enogastronomico hanno subito un incremento del +18% (in valore: 15,5 milioni di euro). Importiamo, invece, in particolare nel settore farmaceutico e in quello chimico. In generale, come evidenziato dalla tabella 1 che segue sull’export/import, c’é stato un miglioramento nella prima metà del 2013 delle esportazioni italiane verso il mercato bulgaro.
Tabella 1: Export/Import Italia – Bulgaria
Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati da InfoMercatiEsteri
Per quanto riguarda gli aspetti fiscali il panorama é abbastanza roseo. Come in Italia, così anche in Bulgaria distinguiamo tra una SRL (Società a Responsabilità Limitata) e una SPA (Società per Azioni), le quali presentano grosso modo le stesse caratteristiche. Facilità di costituzione e di gestione in particolare per la SRL. Il capitale minimo é di fatto 2 Lev, ovvero 1 euro e al momento della costituzione va versato il 70% del capitale sociale. Per la SPA, invece, il capitale minimo é costituito da 50 Lev (25 mila euro) e almeno il 25% va versato immediatamente.
L’aspetto più interessante riguarda la tassazione sull’utile societario –> ovvero 10%, e rappresenta la tassazione più bassa dell’area UE e senza aumenti in base al volume d’affari. La tassazione invece é pari a zero, nel caso si decidesse di investire in una zona del Paese con un alto tasso di disoccupazione.
Insomma senza andare troppo lontano, per le nostre aziende la Bulgaria é un mercato limitrofo molto appetibile.
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Fonte: rielaborazione dati da “Bulgaria: il mercato e le opportunità di business”, 14 maggio 2014.