Lo scorso 30 aprile l’Amministrazione Obama ha pubblicato il consueto rapporto annuale sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale nel mondo. Dopo 25 anni consecutivi di presenza nella Watch List, l’Office of the United States Trade Representative (USTR) - in sostanza l’ufficio della Casa Bianca che si occupa delle materie legate al commercio - ha finalmente rimosso il nostro Paese dalla lista contenuta nello “Special 301″, la relazione sull’adeguatezza e l’efficacia delle azioni in materia di proprietà intellettuale da parte dei partner commerciali degli Stati Uniti.
Il giro di affari della pirateria in Italia era stato stimato nel 2013, da parte nordamericana, in un range compreso fra i 3,5 e i 7 miliardi di euro e il mancato intervento italiano nel ridurre tale dato era stato ritenuto fino a ieri come un ostacolo allo sviluppo di corrette relazioni commerciali tra i due paesi. Oggi, l’uscita dalla Watch List consentirà all’Italia e alle imprese italiane di godere in futuro di significativi benefici nelle relazioni con gli USA, in quanto tale rimozione neutralizzerà gli effetti negativi, in termini di accesso al mercato USA, che la presenza in tale lista comportava.
Sulla sopravvenuta valutazione positiva dell’amministrazione statunitense ha certamente influito l’adozione del Regolamento per la tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica, da parte dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) - entrato in vigore il 31 marzo scorso - e il rafforzamento delle attività di monitoraggio e controllo in tema di tutela della proprietà intellettuale in internet. I punti chiave del Regolamento, infatti, sono l’incentivazione dell’offerta legale di contenuti in rete e, soprattutto, l’enforcement dei diritti, tema molto caro al governo USA.
Il Regolamento stabilisce che, in caso di violazione della normativa in materia di diritto d’autore in internet, il titolare del diritto può rivolgersi all’Agcom, che, entro sette giorni dalla segnalazione, potrà archiviare l’istanza oppure avviare un procedimento amministrativo. In quest’ultimo caso, l’Agcom, previa comunicazione ai prestatori di servizi, avvierà un’istruttoria con l’obiettivo di valutare se sussistono le condizioni per l’adozione di eventuali provvedimenti. Dopo la comunicazione, l’uploader e il gestore della pagina o del sito internet destinatari della suddetta comunicazione, potranno adempiere spontaneamente - cioé rimuovere il contenuto incriminato - oppure presentare delle repliche entro cinque giorni dal ricevimento della comunicazione.
Nel caso in cui i soggetti interessati non provvedano all’adeguamento spontaneo, gli atti verranno trasmessi all’organo collegiale dell’Autorità, con la relativa proposta di archiviazione o di adozione dei provvedimenti sanzionatori. Esaminati gli atti, l’organo collegiale potrà – entro il termine di 35 giorni dalla ricezione dell’istanza – archiviare il procedimento, laddove non ritenga sussistente la violazione, oppure ordinare al trasgressore di porre fine alla violazione. Il prestatore interessato dovrà adempiere l’ordine dell’Autorità entro 3 giorni. Qualora l’Autorità ordini la disabilitazione dell’accesso (all’opera digitale o al sito), ordinerà anche ai prestatori di servizi di reindirizzare automaticamente le richieste di accesso alla pagina internet incriminata, su una pagina redatta secondo le indicazioni dell’Autorità. In caso di inottemperanza il prestatore sarà soggetto ad una sanzione variabile da € 10.000 ad € 250.000.
Il 21 febbraio 2014 il Regolamento é stato impugnato al TAR del Lazio da parte di alcune associazioni di categoria, non soddisfatte della nuova disciplina. Nel frattempo il Regolamento é entrato in vigore e l’Autorità ha predisposto un apposito sito internet (ddaonline.it) sul quale trovare informazioni e poter effettuare le istanze di segnalazione di violazione del diritto d’autore. Per quanto riguarda l’applicazione pratica, pochi giorni fa l’Autorità ha iniziato, su segnalazione di Fapav (Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali), tre procedimenti per presunte violazioni del diritto d’autore online commesse attraverso altrettanti siti internet: torrentz.pro, torrentdownloads.me e cineblog-01.me. L’Autorità ha quindi chiesto ai provider italiani destinatari della comunicazione di valutare se inibire, su base spontanea, agli utenti italiani l’accesso ai siti internet oggetto di segnalazione. Ad oggi, sembrerebbe che i procedimenti non si siano ancora conclusi.
di Elio De Tullio