La conformità ai nuovi standard non è solo un obbligo per le imprese esportatrici, ma anche un’opportunità per proteggere la propria reputazione e ridurre i rischi legali. Investire in sistemi di compliance efficaci è fondamentale per garantire la sostenibilità del proprio business a lungo termine.

Dal 24 febbraio 2022, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti e Unione Europea (collettivamente denominati “Gruppo dei 7″ o “G7“) hanno implementato controlli all’esportazione e sanzioni senza precedenti che limitano l’accesso della Russia a tecnologie e altri materiali necessari per sostenere le sue operazioni militari e la campagna di guerra illegale in Ucraina.

Il G7 ha inoltre coordinato questi regolamenti con la Global Export Control Coalition (GECC), una coalizione di 39 membri che ha implementato controlli sostanzialmente simili in risposta all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ingiustificata e non provocata.

Il lavoro del G7 ha influito sulla capacità della Russia di accedere a beni e tecnologie utilizzati per lo sviluppo di armi. L’applicazione coordinata dei controlli all’esportazione e delle sanzioni ha limitato l’accesso della Russia ai mercati chiave su cui faceva affidamento per accedere e acquistare tecnologie. Le azioni del G7 hanno inoltre degradato l’economia russa e la capacità di Mosca di generare entrate che potrebbero essere utilizzate per acquistare tecnologie occidentali.

Nel febbraio 2023, il G7 ha annunciato la creazione di un nuovo Meccanismo di Coordinamento dell’Enforcement (ECM) per rafforzare la conformità e l’applicazione dei controlli all’esportazione delle sanzioni multilaterali e per negare alla Russia i benefici delle economie del G7.

Nel settembre 2023, l’ECM ha istituito un Sottogruppo di lavoro sull’applicazione dei controlli all’esportazione, attraverso il quale i rappresentanti del G7 possono scambiarsi informazioni e risultati operativi, discutere tendenze nella ricerca e nell’analisi e condividere best practices.  L’obiettivo è quello di assistere le imprese nell’identificazione delle pratiche di evasione russa e nel rispetto dei controlli GECC, proteggendo così le loro tecnologie dall’appropriazione indebita, prevenendo danni alla reputazione e mitigando il rischio di responsabilità.

Un principio fondamentale del Sottogruppo di lavoro G7 è quello di fornire orientamenti all’industria per prevenire il dirottamento di articoli sottoposti a controllo verso la Russia, anche attraverso Paesi terzi. Lo scorso 24 settembre 2024, proprio nell’ambito del sottogruppo di lavoro del G7, la DG FISMA della Commissione Europea ha pubblicato le Linee Guida aggiornate per sensibilizzare gli operatori economici sui rischi di elusione delle sanzioni, al fine di supportarli nelle attività di mitigazione di tali rischi.

Il documento contiene indicazioni ed orientamenti utili in relazione a:

  • l’elenco di beni e tecnologie sensibili che presentano un rischio elevato di essere deviati verso la Russia (List of common high priority items - CHPL) pubblicato a febbraio 2024;
  • analisi degli indicatori di rischio sulla potenziale elusione dei controlli alle esportazioni e/o delle sanzioni: il documento individua delle cosiddette “red flags”, ossia degli indicatori di rischio sulla potenziale elusione dei controlli alle esportazioni e/o delle sanzioni , in presenza dei quali è richiesta una particolare attenzione dagli operatori economici. Tra questi indicatori ci sono nuovi importatori o esportatori di beni CHPL, aumenti significativi nel valore o volume delle importazioni, e cambiamenti improvvisi nelle attività commerciali;
  • best practices per le imprese;
  • riferimenti a misure e strumenti di screening pubblicamente disponibili per attuare le opportune procedure di due diligence.

Questo documento rappresenta un ulteriore passo nella regolamentazione delle esportazioni, rafforzando le misure di controllo e prevenzione per garantire che i beni non finiscano in mani indesiderate. La conformità alle linee guida non solo protegge le tecnologie dalle appropriazioni indebite, ma previene anche da danni reputazionali e rischi di responsabilità legale in capo all’esportatore.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it

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