Rapporto Prometeia–Intesa Sanpaolo: Manifattura Italiana Trainata da Export e Transizioni

Rapporto Prometeia–Intesa Sanpaolo: Manifattura Italiana Trainata da Export e Transizioni

24 Maggio 2024 Categoria: Marketing Internazionale

Per le imprese italiane sarà fondamentale cogliere le opportunità offerte dai mercati esteri e continuare a investire in innovazione e sostenibilità per rafforzare la propria competitività nel medio-lungo periodo.

Intesa Sanpaolo ha presentato insieme a Prometeia la 105° edizione del Rapporto ASI (Analisi dei Settori Industriali) che esamina il mondo delle imprese manifatturiere fornendo analisi congiunturali e previsioni sulle potenzialità di crescita e di redditività per circa quaranta comparti produttivi raggruppati in quindici settori.

Fatturato manifatturiero 2024: le attese

Il fatturato dell’industria italiana dovrebbe stabilizzarsi su €1.160 miliardi a fine 2024, a prezzi correnti (+250 miliardi rispetto al 2019), chiudendo un ciclo post-Covid da record. A prezzi costanti, le attese sono di moderato rimbalzo (+0,6%), che consentirà di recuperare solo in parte quanto perso nel corso del 2023 (-2,1%).

Dopo una prima parte dell’anno ancora debole, infatti, in linea con la tendenza prevalente nel 2023, gli economisti di Intesa Sanpaolo si attendono un secondo semestre di maggior dinamismo, grazie agli effetti del rientro dell’inflazione sulla domanda interna e internazionale, e del conseguente ribasso dei tassi d’interesse.

Nello scenario di medio termine, l’industria manifatturiera italiana potrà crescere a tassi più dinamici nel biennio 2025-26 (+1,2% medio annuo) e stabilizzarsi intorno all’1% nel biennio successivo.

L’indice Istat di fiducia delle imprese manifatturiere italiane resta ancora negativo ma è in costante ripresa dai minimi di novembre 2023. Si riscontra un minor pessimismo degli operatori relativamente alle attese sulla produzione, che potrebbe presto concretizzarsi in un’inversione ciclica, interrompendo la fase di caduta dei livelli di attività in atto dal secondo trimestre del 2023.

Le opportunità dall’export

Fondamentale sarà il contributo del canale estero. Per le imprese italiane si potrebbe registrare infatti una crescita dell’export del 2,6% a prezzi costanti che confermerebbe la buona competitività dimostrata negli ultimi anni.

Il commercio mondiale ritroverà progressivamente slancio dopo la battuta d’arresto del 2023, pur a fronte di rischi geopolitici. Buone opportunità di export emergeranno sia sui mercati extra-europei, soprattutto gli Stati Uniti, che stanno registrando performance superiori alle attese, sia all’interno dell’area UE, che nel 2023 aveva rallentato maggiormente in termini di scambi commerciali.

Meno trainante la domanda interna

Grazie al recupero del reddito disponibile eroso dall’inflazione, nel 2024 i consumi interni si manterranno in crescita posizionandosi sopra i livelli di spesa pre-Covid anche a prezzi costanti, dopo il pareggio del 2023. A trainare saranno i servizi (in particolare quelli legati alla socialità, come alberghi e ristoranti, cultura e spettacolo) e i beni durevoli per la mobilità, che si confermeranno in crescita vivace, dopo il punto di minimo toccato durante la pandemia. In sostanziale tenuta la spesa per beni alimentari. I beni durevoli per la casa (mobili, elettrodomestici), invece, risentiranno dell’effetto di sgonfiamento degli incentivi rivolti al comparto delle ristrutturazioni edilizie.

A rallentare il passo nel corso del 2024 saranno soprattutto gli investimenti in costruzioni, dopo il ciclo eccezionale degli anni post-Covid. La contrazione dell’edilizia residenziale, indotta da un contributo meno espansivo della riqualificazione (rimodulazione del Superbonus, stop definitivo alla cessione del credito e allo sconto in fattura), potrà essere compensata solo parzialmente dagli investimenti del genio civile, sostenuti dall’accelerazione attesa degli interventi legati al PNRR.

Gli investimenti in beni strumentali si confermeranno in crescita nell’anno in corso, ma a ritmi meno dinamici di quelli degli anni post-pandemia, risentendo della fase di passaggio al nuovo piano incentivante Transizione 5.0.

I settori in crescita

I settori che avranno le maggiori opportunità di crescita nel medio periodo sono quelli legati alla twin transition (digitale ed ecologica),  favoriti dall’attesa riduzione dei tassi di interesse a partire dalla seconda metà del 2024, e ai mercati esteri:

  • Elettrotecnica (+2,6% medio annuo nel quadriennio 2025-28, in termini di fatturato deflazionato),
  • Meccanica (+2%)
  • Elettronica (+1,4%),
  • Autoveicoli e moto (+0,9%).

Positive anche le prospettive per Largo consumo (+2,3%) e Farmaceutica (+1,9%), anche grazie a consumi interni più vivaci rispetto ad altri comparti di spesa.

Le esportazioni saranno il principale driver di crescita per i produttori di beni di consumo tipici del Made in Italy, quali Sistema moda e Alimentare e bevande.

Nell’orizzonte di previsione nel 2025-28 gli analisti di Intesa Sanpaolo prevedono una complessiva tenuta di margini e redditività del manifatturiero (MOL medio al 9,2% e ROI medio al 7,8%), che potranno stazionare su livelli elevati garantendo alle imprese una buona sostenibilità dei debiti connessi agli investimenti.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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