I dati Istat  evidenziano un rallentamento delle vendite all’estero, soprattutto verso i mercati Ue, mentre l’import beneficia dell’aumento dei prezzi e degli acquisti di beni energetici.

A marzo 2024 l’export flette del -1,7% su base mensile. Tale calo, dovuto in particolare alle minori vendite verso l’area extra-Ue (-3,9%), laddove le esportazioni verso l’area Ue registrano invece un contenuto aumento (+0,6%), è condizionata dalle movimentazioni di elevato impatto (cantieristica navale) registrate a febbraio 2024; al netto di queste, l’export risulta pressoché stazionario (+0,2%).

Nel trimestre gennaio-marzo 2024, rispetto al precedente, l’export si riduce dell’1,1%. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, la riduzione tendenziale delle esportazioni è pari al -2,8% ed è dovuta in particolare alle minori vendite di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-12,8%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (-14,0%), sostanze e prodotti chimici (-7,2%) e articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-10,1%).

Su base annua l’export flette dell’8,9% in termini monetari e del 10,3% in volume. La contrazione dell’export in valore è più ampia per i mercati Ue (-12,3%) rispetto a quelli extra-Ue (-5,0%). Tra i settori che più contribuiscono alla flessione tendenziale dell’export si segnalano: metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-19,3%), macchinari e apparecchi non classificati altrove (n.c.a.) (-10,3%), articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-20,2%) e sostanze e prodotti chimici (-12,5%). Crescono invece su base annua le esportazioni di articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti n.c.a. (+24,5%) e coke e prodotti petroliferi raffinati (+15,3%).

I Paesi che forniscono i contributi maggiori alla riduzione dell’export nazionale sono: Germania (-16,5%) con cui si accentua la dinamica tendenziale negativa ormai in atto da un anno, Francia (-10,9%), Cina (-25,8%), Stati Uniti (-6,7%), Svizzera (-11,5%) e Regno Unito (-12,0%). Crescono al contrario le esportazioni verso Turchia (+35,1%) e Paesi OPEC (+6,0%).

Lato import, a marzo 2024 si stima una crescita congiunturale del +1,5% rispetto al mese precedente che coinvolge tutti i raggruppamenti ad eccezione dell’energia.

Nel trimestre gennaio-marzo 2024, rispetto al precedente, l’import si riduce del 4,4%.

Su base annua registra una flessione tendenziale in valore dell’11,2%, che riguarda entrambe le aree, Ue (-10,1%) ed extra Ue (-12,8%); in volume, si riduce del 6,4%. Tale riduzione è per oltre un terzo spiegata dalla contrazione degli acquisti da Germania e paesi OPEC.

Il saldo commerciale a marzo 2024 è pari a +4.341 milioni di euro (era +3.327 milioni a marzo 2023). Il deficit energetico (-3.804 milioni) si riduce rispetto a un anno prima (-6.285 milioni). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici scende da 9.612 milioni di marzo 2023 a 8.145 milioni di marzo 2024.

Dopo tre mesi consecutivi di cali, nel mese di marzo 2024 i prezzi all’importazione aumentano su base congiunturale dello 0,6% mentre flettono su base tendenziale del 3,5% (da -5,5% di febbraio 2024), mostrando un’ulteriore attenuazione della flessione già in corso. Spiegano tali dinamiche i rialzi dei prezzi di beni intermedi ed energia.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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