Giappone: una Riforma Fiscale per Affrontare le Sfide Economiche, Demografiche e di Sicurezza

Giappone: una Riforma Fiscale per Affrontare le Sfide Economiche, Demografiche e di Sicurezza

11 Ottobre 2023 Categoria: Fiscalità Internazionale Paese:  Giappone

La nuova riforma fiscale mira a stimolare l’innovazione, sostenere le startup, garantire risorse adeguate per la difesa e contribuire alla stabilità economica a lungo termine.

Il Giappone è il paese con il debito pubblico più pesante del mondo industriale, che è più del doppio della dimensione della sua economia, la terza più grande del mondo.

Secondo una classifica OCSE, inoltre, il Giappone, presenta un basso livello di produttività del lavoro: su 38 Paesi è al ventisettesimo posto, ultimo tra i Paesi del G7. Un dato che riflette la scarsa flessibilità del mercato del lavoro e la propensione per i lavori a tempo indeterminato nelle grandi multinazionali. Questa attitudine dei giapponesi è certamente collegata ad un altro record nipponico e cioè quello di essere il Paese con la popolazione più anziana del mondo: gli over 75 sfiorano il 20% della popolazione. Nonostante questa demografica ritrosia al cambiamento ed all’innovazione, il Paese resta però in graduatoria il terzo al mondo per brevetti e il secondo per numero di ricercatori, aspetti che certamente contribuiscono a fare del Giappone la terza economia mondiale.

Come molti altri Paesi, ora sta affrontando ulteriori tensioni a causa delle forti spese effettuate per attutire il colpo economico della pandemia COVID-19 e della guerra in Ucraina anche se l’inflazione oscilla tra il 3% e il 4% – ben lontani dai livelli europei e statunitensi che hanno lambito le due cifre – ed escludendo cibo ed energia non si è lontani dal target del 2% che la Bank of Japan conta comunque di raggiungere già quest’anno. La scarsa dipendenza dal grano (dato che in Giappone si consuma prevalentemente riso) è tra le determinanti di questi differenti andamenti considerando che l’economia del “Sol Levante“ è stata sterilizzata dalle fiammate inflattive alimentare che hanno colpito tanto gli Stati Uniti che l’Europa.

E, a segnare quasi la chiusura di un’epoca, si è aggiunto l’omicidio dell’ex premier Shinzo Abe, l’uomo che con la sua “Abenomics” aveva segnato lo scorso decennio.

In questo difficile scenario i partiti di governo hanno presentato lo scorso dicembre, come da tradizione, la riforma fiscale per l’anno successivo, che è stata approvata nel febbraio 2023. Non si tratta però di una manovra di routine, ma di un insieme di provvedimenti che intende gettare le basi della politica fiscale nel lungo e medio periodo, a partire dagli incentivi su ricerca, sviluppo e innovazione per arrivare all’aumento graduale della pressione fiscale per rimpolpare il bilancio militare, visto che il difficile quadro internazionale ha spinto l’esecutivo ad aumentare gli stanziamenti per le “forze di autodifesa”.

I punti salienti della Riforma

Ricerca e sviluppo

Il governo continua a puntare sul settore della ricerca e sviluppo, con robuste agevolazioni fiscali. In particolare, saranno premiate le imprese che aumenteranno gli investimenti in test e ricerca. L’attuale credito di imposta del 25% sarà elevato fino al 30% per le imprese che incrementeranno questo tipo di investimenti e sarà ridotto fino al 20% per quelle che li ridurranno. Il trattamento preferenziale nel sistema di crediti di imposta R&D riguarderà anche le imprese che assumeranno lavoratori in possesso di Phd o ricercatori con o con esperienza consolidata nell’ambito della ricerca universitaria.

Startup

La manovra fiscale riserva, inoltre, una particolare attenzione alla promozione delle Startup. Fa infatti parte del “pacchetto” una nuova esenzione fiscale sugli investimenti di profitti fino a due miliardi di yen, derivanti dalla compravendita di azioni, per la creazione nuove imprese o per agevolare il percorso di crescita di startup nella fase embrionale (“pre seed”) o in quella in cui l’azienda si struttura per entrare nel mercato di riferimento (“seed”).

Global Minimum Tax

L’introduzione dell’aliquota minima al 15% per le imprese con un volume d’affari superiore a 750 milioni di euro all’anno è il secondo pilastro Ocse nell’ambito di una strategia comune di tassazione delle grandi società attive su scala internazionale. Con la riforma fiscale 2023, il Giappone ha deciso di applicare questa parte della strategia con l’introduzione dell’Income Inclusion Rule a partire dal periodo di imposta 2024, tenendo d’occhio eventuali aggiustamenti in sede Ocse.

Risorse per il settore militare: più tasse, ma dal 2024

Con l’obiettivo di destinare, a partire dal periodo d’imposta 2027, mille miliardi di yen al rafforzamento delle “capacità di autodifesa”, ossia alle forze armate, i partiti di governo hanno programmato una serie di aumenti delle aliquote che saranno applicati dal 2024. Si tratta, in sintesi, di una addizionale del 4-4,5% sull’imposta sulle società, una addizionale dell’1% sull’Irpef e un aumento delle accise sul tabacco pari a tre yen per sigaretta. È messa nero su bianco anche la questione che aveva monopolizzato l’attenzione della stampa giapponese nei giorni precedenti alla presentazione della manovra: la decisione di introdurre una Minimum Taxnazionale sui redditi “estremamente elevati” delle persone fisiche; una nuova imposta che però slitterà al 2025. 

Fonte: a cura di Exportiamo, di Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it

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