L’Africa sta vivendo una fase di forte crescita economica che apre per le imprese italiane nuove opportunità di partnership e sviluppo economico bilaterale.
L’Africa è un continente ricco di opportunità economiche portate avanti da una nuova generazione di giovani che emerge per creatività e innovazione.
Secondo i dati diffusi dalla Banca Africana per lo Sviluppo (African Development Bank Group-AfDB), nel 2022 il Pil del continente africano ha conosciuto una crescita del 3,8%, sebbene in calo rispetto al 2021 (4,8%): un incremento superiore alla media globale che fa dell’Africa il secondo continente, dopo l’Asia, per crescita economica. La regione che ha sperimentato la crescita maggiore è quella dell’Africa Centrale (4,7%); quella con la crescita più contenuta l’Africa Occidentale (3,6%). In linea generale, nel 2022 l’economia del continente è stata trainata più da paesi come il Congo, la Costa d’Avorio e il Kenya e non dalle superpotenze (Egitto, Nigeria e Sudafrica). Gli investimenti stranieri hanno subito una flessione, confermando il trend negativo dal 2016 in poi.
Per quanto riguarda i rapporti con l’Italia, secondo quanto riportato dall’Osservatorio Economico del MAECI, l’interscambio commerciale tra l’Italia e l’Africa tra il 2016 e il 2022 ha registrato una crescita complessiva del 105%, un incremento dettato soprattutto dalle importazioni che rappresentano oggi da sole il 70% dell’interscambio totale. Nel 2022, in particolare, l’import è cresciuto del 36,5%, determinando un saldo negativo per l’Italia di 31 miliardi di euro, spiegato comunque dai maggiori acquisti di prodotti energetici da questi paesi in conseguenza della riduzione delle forniture di gas russo. Il principale prodotto africano importato dall’Italia, infatti, è il gas naturale (39,4%), seguito dal petrolio (27,5%) e da metalli non ferrosi (6,6%). L’Italia importa beni per maggior valore da Algeria e Libia, che rispettivamente rappresentano il 36,7% ed il 21,2% dell’import italiano dall’Africa.
Tuttavia, si sta affermando anche una vivace domanda di prodotti italiani che alimenta il nostro export verso il continente. Le esportazioni italiane verso l’Africa sono costituite per lo più da prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (21,9%) e macchinari industriali. Nel 2022, la Tunisia ha assorbito il 19,2% dell’export italiano verso l’Africa, seguita da Egitto (16,9%) e Marocco (13,2%). Complessivamente Marocco, Algeria, Tunisia, Libia ed Egitto hanno attratto il 70,2% delle esportazioni verso il continente. Il paese con i valori d’interscambio maggiori è il Sudafrica, con esportazioni dall’Italia per un valore complessivo di €2,181 miliardi (+4,4%) ed importazioni verso l’Italia di € 2,44 miliardi. Seguono poi la Nigeria e l’Angola.
Considerando l’interscambio tra l’Italia e l’Africa, è possibile dividere il continente in 4 macro-regioni di interesse: Africa del Nord, dove import/export sono fondati su solidi rapporti; Africa meridionale, con il Sudafrica come principale mercato; Africa Occidentale dove il commercio interessa soprattutto il settore Oil&Gas, (Nigeria), e quello delle terre rare (Ghana); Africa Orientale, dove i rapporti commerciali con l’Italia risultano ancora in una fase embrionale.
Ma le relazioni con l’Africa sono destinate ad intensificarsi nel prossimo futuro. Con il 60% della popolazione del continente al di sotto dei 25 anni, infatti, l’Africa è il continente più giovane al mondo. Un dato controcorrente rispetto a quelli rivelati dall’Istat per il nostro Paese, dove gli over 65 oggi sono il 24% della popolazione e nel 2050 saranno il 34,9%. Questa peculiarità potrebbe avere per l’Italia un duplice risvolto economico: in primo luogo, si potrebbero avviare nuove partnership finanziarie con le nascenti start-up in Nigeria, Kenya, Sudafrica ed Egitto. In secondo luogo, la crescita demografica sta progressivamente ampliando le necessità d’importazioni da parte del continente. Il quadro che emerge è di un interscambio con volumi, valore ed eterogeneità ad oggi estremamente contenuti. Tuttavia, i profondi mutamenti che stanno interessando il continente africano rappresenteranno nei prossimi anni per l’Italia una concreta opportunità di sviluppo di partnership eque, solide e diversificate.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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