Il nuovo anno inizia bene ma non benissimo per l’export Made in Italy, che a gennaio cresce solo dello 0,2%. Lo dice l’ultimo bollettino Istat.

A gennaio 2023 si stima una crescita congiunturale modesta per le esportazioni (+0,2%) dovuta per lo più all’incremento delle vendite verso l’area extra Ue (+0,8%), in particolare di beni intermedi e beni di consumo non durevoli, mentre le esportazioni verso l’area Ue sono in lieve diminuzione (-0,4%).

Nel trimestre novembre 2022-gennaio 2023, rispetto al precedente, l’export cresce del 2,9%. A gennaio 2023, l’export cresce su base annua del 15,3% in termini monetari e del 2,4% in volume. La crescita dell’export in valore è più sostenuta verso i mercati extra Ue (+20,5%) rispetto all’area Ue (+11,3%).

Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento tendenziale dell’export si segnalano: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+53,9%), macchinari e apparecchi n.c.a. (+19,8%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+17,6%).

Su base annua, i paesi che forniscono i contributi maggiori all’incremento dell’export nazionale sono: Cina (+137,5%), Francia (+17,1%), Germania (+6,1%), Turchia (+48,2%), Svizzera (+14,4%) e Regno Unito (+16,0%). Le esportazioni verso il Giappone diminuiscono del 13,8%.

Per quanto riguarda l’import, invece, a gennaio 2023 si stima una flessione pari al -3,2%. Questo calo su base mensile – il quinto consecutivo – deriva soprattutto dalla contrazione degli acquisti di energia, su cui incide favorevolmente la caduta dei prezzi del gas naturale allo stato gassoso.

Nel trimestre novembre 2022-gennaio 2023, rispetto al precedente, l’import diminuisce del 7,7%.

Su base annua, l’import registra un incremento tendenziale dell’8,4% in valore – sintesi di un aumento del 17,2% per l’area Ue e di una contenuta flessione per quella extra Ue (-0,7%) – ed è pressoché stazionario in volume (+0,3%).

A gennaio 2023 il saldo commerciale è negativo e pari a -4.194 milioni di euro (-6.520 milioni a gennaio 2022).

Il deficit energetico (-7.760 milioni) è di poco superiore rispetto a un anno prima (-7.615 milioni), mentre l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici aumenta da 1.095 milioni di gennaio 2022 a 3.566 milioni di gennaio 2023.

Nel mese di gennaio 2023 i prezzi all’importazione diminuiscono del 3,5% su base mensile e aumentano del 4,6% su base annua (era +11,3% a dicembre 2022). La flessione congiunturale dei prezzi all’import (la più ampia dal 2005, da quando è disponibile la serie storica dell’indice) e la netta decelerazione della crescita tendenziale sono dovute ai ribassi dei prezzi dei prodotti energetici; al netto di questi, la flessione congiunturale è modesta (-0,1%) e la crescita tendenziale più sostenuta (+5,8%).

Fonte: a cura di Exportiamo, di Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it

Infografica: Morvarid Mahmoodabadi

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