La crescita dell’export fuori dal Vecchio Continente torna ad accelerare su base annua, trainata dalle vendite verso la Cina, cresciute del +137,5%. L’import invece registra per la prima volta, dopo circa due anni, una flessione, quasi totalmente spiegata dal calo degli acquisti di prodotti energetici. Lo dice l’ultimo aggiornamento dell’ISTAT pubblicato questa mattina.

Dopo la battuta di arresto di dicembre, a gennaio 2023, l’export verso i paesi extra Ue torna a crescere su base mensile dello 0,7%. L’incremento riguarda tutti i raggruppamenti principali di industrie, ad esclusione di energia (-12,0%) e beni strumentali (-9,2%), ed è spiegato soprattutto dall’aumento delle vendite di beni intermedi (+9,6%). In particolare, la crescita è condizionata dalle operazioni occasionali di elevato impatto (cantieristica navale) registrate il mese precedente, al netto delle quali si stima un aumento più marcato (+3,3%).

Nel trimestre novembre 2022-gennaio 2023, rispetto al precedente, l’export aumenta del 5,8%, trainato in particolare dalle maggiori vendite di beni strumentali (+13,1%) e beni di consumo non durevoli (+4,9%).

A gennaio 2023, l’export cresce su base annua del 20,3% (+18,2% a dicembre 2022). La crescita, diffusa, è molto più accentuata per i beni di consumo non durevoli (+36,1%) ed i beni intermedi (+28,4%). Si rilevano aumenti su base annua delle esportazioni verso quasi tutti i principali paesi partner extra Ue27: i più marcati riguardano Cina (+137,5%), Turchia (+46,9%) e paesi OPEC (+26,2%). Si amplia la flessione dell’export verso la Russia (-37,0%); in calo anche le vendite verso il Giappone (-13,7%).

Sul versante dell’import, invece, a gennaio 2023 si stima una marcata flessione congiunturale rispetto al mese precedente pari al -9,7%. Il calo congiunturale è generalizzato e più ampio per quanto riguarda l’energia (-19,4%).

Anche nel trimestre novembre 2022-gennaio 2023 l’import segna un calo congiunturale del 14,8%, cui contribuiscono principalmente i minori acquisti di energia (-24,1%) sui quali incide favorevolmente il calo dei prezzi e dei volumi importati di gas naturale allo stato gassoso.

A gennaio 2023, l’import registra una flessione tendenziale dell’1% su base annua, dovuta alla diminuzione degli acquisti di beni di consumo durevoli (-13,4%) e beni intermedi (-10,2%). Gli acquisti dalla Russia (-67,3%) registrano una marcata contrazione tendenziale; diminuiscono anche gli acquisti da Turchia (-18,7%) e Cina (-10,3%). Per contro, le importazioni dagli altri principali paesi partner extra Ue27 aumentano: gli incrementi tendenziali più ampi riguardano Stati Uniti (+35,1%), paesi MERCOSUR (+30,1%) e paesi OPEC (+23,8%).

A gennaio 2023 il saldo commerciale con i paesi extra Ue27 è negativo e pari a -1.359 milioni (-5.284 milioni a gennaio 2022). Il deficit energetico (-7.488 milioni) è di poco inferiore rispetto a un anno prima (-7.556 milioni) mentre l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici aumenta da 2.272 milioni di gennaio 2022 a 6.129 milioni di gennaio 2023.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it

Infografica: Morvarid Mahmoodabadi

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