Il 2022, che in molti pensavano potesse essere l’anno della ripresa post-pandemica, a causa della guerra in Ucraina e del conseguente rialzo del prezzo dei prodotti energetici, si è rivelato invece un anno a tinte chiare e fosche per il commercio italiano, che fa registrare una forte crescita dell’export (+19,9%), ma anche un forte deterioramento del saldo commerciale (in deficit di oltre 31 milioni di euro). Lo dicono i dati Istat pubblicati questa mattina.
Non proprio rosea la fine dell’anno per l’export Made in Italy, che a dicembre 2022 chiude con un -1,9% e con vendite in calo sia verso l’Ue (-1,2%) che verso l’area extra Ue (-2,6%).
Tuttavia, nel quarto trimestre 2022, rispetto al precedente, l’export cresce dello 0,8% e cresce anche su base annua del 13,5% in termini monetari, mentre in volume si riduce del 2,4%. L’incremento dell’export in valore è più sostenuto verso i mercati extra Ue (+18,2%) rispetto all’area Ue (+8,6%).
Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento tendenziale dell’export si segnalano: mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+43,7%), macchinari e apparecchi n.c.a. (+13,8%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+26,9%), prodotti petroliferi raffinati (+32,7%) e metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+8,5%).
Su base annua, i paesi che forniscono i contributi maggiori all’incremento dell’export nazionale sono: Stati Uniti (+22,5%), Francia (+14,6%), Svizzera (+24,3%), Turchia (+38,4%) e Germania (+7,0%). L’export verso la Russia si conferma in forte flessione (-27,7%).
Nel complesso del 2022, l’export registra una crescita del 19,9%, sintesi di incrementi analoghi sui mercati Ue (+19,7%) ed extra Ue (+20,2%), e trainata soprattutto dall’aumento delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+42,8%), prodotti petroliferi raffinati (+80,0%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+17,6%), macchinari e apparecchi n.c.a. (+10,3%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+16,7%) e sostanze e prodotti chimici (+20,1%).
Lato import, a dicembre 2022 si registra un calo congiunturale pari al -1,1%.
Lo stesso trend caratterizza anche l’ultimo trimestre del 2022, in cui l’import diminuisce del 6,6%.
Su base annua, invece, l’import in valore registra un incremento tendenziale del 7,7% – che interessa sia l’area Ue (+4,5%) sia, in misura più intensa, l’area extra Ue (+11,7%) – mentre si riduce dell’11,4% in volume.
Considerato complessivamente tutto il 2022, la crescita dell’import appare decisamente sostenuta (+36,5%) ed è spiegata soprattutto dai maggiori acquisti di prodotti energetici.
Si evidenzia, dunque, che l’incremento in valore nel 2022 di entrambi i flussi con l’estero riflette un’analoga crescita dei valori medi unitari, con una dinamica dei volumi pressoché stazionaria.
La stima del saldo commerciale a dicembre 2022 è pari a +1.067 milioni di euro (era -1.475 milioni a dicembre 2021). Il deficit energetico (-8.931 milioni) è più ampio rispetto a un anno prima (-7.180 milioni) mentre l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici (9.998 milioni) è elevato e in deciso aumento rispetto a dicembre 2021 (5.705 milioni).
Nell’anno 2022 il deficit commerciale è pari a -31.011 milioni (da +40.334 milioni del 2021), quello energetico a -111.278 milioni (era -48.356 milioni l’anno prima). L’avanzo dell’interscambio di prodotti non energetici (80.267 milioni) è elevato ma meno ampio rispetto al 2021 (88.690 milioni).
Il deterioramento del saldo commerciale nel corso dell’anno porta quindi ad un deficit commerciale non indifferente che è lo specchio dell’attuale situazione geo-politico-economica internazionale.
Per quanto riguarda infine i prezzi all’importazione, nel mese di dicembre 2022, diminuiscono dell’1,6% su base mensile e aumentano dell’11,3% su base annua (era +14,1% a novembre 2022).
Nella media del 2022, i prezzi all’import segnano una crescita del 18,5%, la più alta dal 2005, ossia da quando è disponibile la serie storica dell’indice; al netto dell’energia, i prezzi crescono in media d’anno del 10,3% (+4,7% nel 2021).
Fonte: a cura di Exportiamo, di Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it
Infografica: Morvarid Mahmoodabadi
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