Amazon, il principale marketplace a livello mondiale, punta sull’Italia e si pone come obiettivo il raddoppio dell’export di prodotti Made in Italy venduti sulla piattaforma, portandolo entro il 2025 da 600 milioni di Euro a 1,2 miliardi di Euro. Queste sono le dichiarazioni di Amazon al lancio dell’iniziativa “Made in Italy Days”, che vede la collaborazione della Farnesina e di ICE Agenzia e che promuove fino al 2 giugno i prodotti italiani in 8 Paesi (Italia, Spagna, Francia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Giappone ed Emirati Arabi Uniti).
“Chi pensa che Amazon sia un concorrente delle PMI non sa ne chi siamo ne come operiamo. Il 60% del nostro fatturato, a livello globale, è generato da aziende terze: è nostro interesse farle crescere, perché noi cresciamo con loro” ha detto Mariangela Marseglia, Coutry Manager di Amazon per l’Italia, a margine della presentazione dell’evento a cui hanno partecipato anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio e il presidente di Agenzia Ice Carlo Ferro.
Fino al 2 giugno, gli utenti Amazon negli otto paesi coinvolti nell’iniziativa potranno fare acquisti scegliendo tra un’ampia selezione di prodotti maggiormente rappresentativi del Made in Italy, tra cui food, design e fashion. Saranno presenti nell’offerta anche prodotti culturali, ha precisato Marseglia che, fra l’altro, ha annunciato l’impegno di Amazon a sostenere le oltre 18.000 piccole e medie imprese italiane che vendono sul suo store, che hanno creato ad oggi oltre 50.000 posti di lavoro in Italia, a raggiungere 1,2 miliardi di Euro di vendite all’estero all’anno entro il 2025, più del doppio del valore delle esportazioni registrate nel 2020.
“Nove consumatori su dieci comprano sia online che offline, siamo complementari ai negozi fisici e siamo una vetrina fondamentale per le mini e microimprese che non possono mettersi una struttura internazionale” prosegue la manager.
Anche perché dall’arrivo in Italia di Amazon, l’infrastruttura del Paese è cresciuta molto. E continuerà a farlo: “Siamo consapevoli che, attraverso il nostro impatto a livello nazionale - ha detto Marseglia - possiamo contribuire al raggiungimento degli obiettivi del Pnrr. Ringrazio tutti coloro che hanno accolto questa iniziativa, è un segnale importante: solo grazie alla sinergia e alla costante collaborazione tra pubblico e privato potremo costruire insieme un futuro ricco di opportunità per l’intera economia italiana, a beneficio di tutta la società. Grazie alla preziosa collaborazione con ICE, oggi sono 4.500 le piccole e medie imprese ed i piccoli produttori presenti sulla Vetrina Made in Italy di Amazon.it, con più di un milione di prodotti disponibili in tutto il mondo”.
Inoltre, la vetrina di Amazon è aperta a tutte le tipologie di imprese: “La forza del nostro gruppo – spiega la manager – è nell’offerta di prodotti ai nostri clienti che devono poter trovare tutto sul nostro sito. Sono loro a fare la selezione naturale di aziende e prodotti”.
A conferma di come sia variegato l’universo delle aziende italiane, Marseglia nota che ci sono imprenditori già attivi da anni sul web e che – magari – sono presenti all’estero, ma ci sono tanti altri si sono affacciati all’ecommerce “obtorto collo, con il Covid e ancora hanno bisogno di essere formati”. Soprattutto per promuovere quella fielizzazione che risulta fondamentale per il successo di un ecommerce: “Su questo aspetto, in Amazon, siamo ossessivi. Il nostro modello di business si basa tutto sulla fiducia”.
Soddisfatto il numero uno di ICE, Ferro: “La transizione verso il digitale non è solo uno dei trend della ripartenza post Covid, ma anche una necessità ineludibile per tutte le PMI italiane. Noi accompagniamo le imprese in questo percorso verso ciò che io chiamo ascensore digitale”.
Ferro ha anche evidenziato come la pandemia ha avuto l’effetto di aumentare le vendite online: nel 2020, il mercato delle vendite retail online ha raggiunto una stima di 2,5 trilioni di dollari; la quota online sul totale delle vendite retail è salita al 19%. In uno scenario di questo tipo, le Pmi italiane hanno beneficiato del trend generale: quelle che vendono online sono passate dal 4% nel 2012 al 13% nel 2021. Tuttavia siamo ancora in ritardo rispetto al resto d’Europa dove le PMI che vendono online almeno l’1% del fatturato nel 2021 sono al 18%; mentre, ad esempio, le imprese spagnole sono cresciute in questo senso dal 13% del 2019 al 26% nel 2021.
Fonte: a cura di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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