Nonostante la pandemia e la crisi economica, il settore delle fusioni e delle acquisizioni societarie in Brasile è in continuo fermento, attraendo investitori stranieri da tutto il mondo.

M&A sta per Mergers & Acquisitions e si riferisce al mercato delle fusioni e acquisizioni. L’obiettivo è la crescita dell’azienda e il miglioramento della sua posizione competitiva.

Le fusioni sono le operazioni in cui due o più aziende si uniscono per formare una nuova azienda, che, come tale, avrà nuovi diritti e nuovi obblighi. Le acquisizioni, invece, sono i processi nei quali un’azienda acquisisce, per l’appunto, un’altra società, in maniera parziale o totale, ma senza creare una nuova azienda.

Quando si parla di M&A, è facile pensare che si tratti di processi riservati alle grandi aziende, ma sempre più spesso anche le piccole e medie imprese prediligono questo tipo di operazione come strategia di crescita. Di fatto, attraverso le M&A, è possibile espandere il proprio business, aumentare le proprie risorse e competenze, diversificare, condividere il know-how, raggiungere nuovi mercati e nuovi clienti.

Con riferimento al mercato brasiliano, è nel decennio 1980-1990 che il Brasile comincia a sentire gli effetti della globalizzazione e nuove aziende straniere cominciano ad operare sul territorio nazionale. In questo scenario, le operazioni di M&A guadagnano forza, perché rappresentano lo strumento ideale per sopravvivere ed essere competitivi in uno scenario così globalizzato.

Mercato M&A in Brasile pre-pandemia

A partire dal 2017, le operazioni di fusione e acquisizione hanno vissuto un interessante boom, grazie alle migliori condizioni economiche del Paese e ad un generale clima di fiducia dovuto a fattori quali la riduzione del rischio paese, le numerose riforme in materia di privatizzazione, anticorruzione e compliance e un’inflazione ai minimi storici.

Nel 2018, il numero di operazioni di M&A è cresciuto del 28%, con ben 967 operazioni, secondo i dati della Camera di Commercio italo-brasiliana. Nel 2019, questo numero è salito a 1.231 transazioni, di cui 750 realizzate solo nello stato di San Paolo. Si potrebbe pensare che si tratti soprattutto di multinazionali che hanno deciso di investire nel Paese verde oro, ma in realtà i veri protagonisti di queste operazioni sono i players brasiliani. Basti ricordare le fusioni nei settori dell’aeronautica, con Embraer e Boing, e della cosmetica, con la fusione di Avon e Natura, la più grande azienda brasiliana del settore.

Parlando invece di player internazionali, non si possono non citare gli ingenti investimenti di ENEL, diventato oggi il primo operatore in Brasile.

I principali settori interessati da queste operazioni sono la tecnologia, l’energia, le telecomunicazioni, la salute e il mondo delle start up.

Scenario attuale

Nonostante la grande crisi economica, il fallimento di molte aziende e la svalutazione di altre, il settore dell’M&A ha continuato a crescere e nel 2020 ha raggiunto 1.151 transazioni.

Il 2021 è cominciato ancora meglio e nel solo primo semestre si è registrato un incremento del 55% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

A favorire il settore, sono anche le numerose quotazioni in borsa avvenute negli ultimi due anni. Soltanto dall’inizio dell’anno ad oggi, si sono quotate già 36 società brasiliane.

Le aziende, così capitalizzate, hanno avuto poi la forza di acquisire le aziende più piccole, indebolite dalla pandemia.

Per quanto riguarda i settori di interesse, oltre al settore dell’informatica, molte aziende del retail stanno diversificando il loro portfolio, acquisendo aziende del settore della salute, dell’istruzione, dell’agroalimentare. Il settore fintech, però, è quello che più cresce, con ben 22 operazioni nel primo semestre.

In generale, si respira un clima di fiducia e la maggior parte degli esecutivi crede che ci sarà un’importante ripresa economica in Brasile entro la fine del 2021 e l’inizio del 2022, secondo la ricercaPanorama de M&A no Brasil svolta da Deloitte.

Guardando, invece, agli investitori stranieri, è stato indubbiamente il cambio favorevole ad attirare il loro interesse.

Con la valorizzazione del dollaro, di fatto, investire in aziende brasiliane è diventato più conveniente. Inoltre, molte aziende che prima non erano aperte a nuovi soci o erano troppo valorizzate, oggi sono aperte a nuovi investimenti, anche per l’evidente necessità di liquidità. Con risorse limitate e una buona gestione, diventa dunque possibile portare a termine fruttuose operazioni di M&A.

Il Brasile, pertanto, nonostante la crisi, rimane ancora un Paese attrattivo e sono tante le opportunità di business per le aziende italiane.

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Fonte: a cura di Exportiamo, di Mariavittoria Petrosino, redazione@exportiamo.it

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