La digitalizzazione nei mercati del Sud-Est asiatico è in forte ascesa, anche nella piccola ma ricchissima e avanzatissima Singapore. Qui, i prodotti italiani godono di un’ottima reputazione e le opportunità per entrare in questo mercato grazie all’e-commerce non mancano.
Singapore è uno Stato membro dell’ASEAN e seppur di piccole dimensioni, sia territoriali sia di popolazione (che equivale alla sola popolazione laziale), è una delle prime economie al mondo per PIL pro capite (pari a 65.640 dollari nel 2019).
Singapore, grazie anche ad una connessione internet più veloce della media mondiale, vanta una comunità digitale tra le più vaste al mondo in rapporto alla popolazione: infatti, solo a gennaio 2021, gli internet users sono stati il 90% della popolazione.
Queste caratteristiche aprono molte opportunità per i prodotti Made In Italy e configurano il canale dell’e-commerce B2C come uno dei più idonei alla penetrazione del mercato. Basti pensare che i consumatori e-commerce singaporiani sono 4,2 milioni, e si stima che nel 2023 saranno 4,4 milioni. Inoltre, come negli altri Paesi asiatici, gli utenti preferiscono acquistare dal proprio smartphone anziché dal PC: in questo modo è più semplice comparare, cercare feedback e informazioni utili sui prodotti da acquistare online sui vari siti, come Google, Youtube, Facebook e Vimeo.
Queste modalità sono ovviamente preferite da utenti appartenenti ad una fascia di età medio – bassa: infatti gli utenti e-commerce tra i 18 e i 44 anni costituiscono l’81% del totale, con una maggioranza degli uomini (51%) rispetto alle donne (49%), al contrario di quanto si verifica in Italia. Il pubblico senior tuttavia, sta aumentando a causa della pandemia che li ha “obbligati” all’utilizzo dell’home banking non solo per la consultazione del saldo sul conto corrente ma anche per svolgere le principali transazioni che una volta svolgevano presso gli uffici bancari. 1 senior su 3 (rispetto a 1 su 4 del 2018) dichiara ormai di preferire il canale online rispetto a quello tradizionale per l’acquisto di determinati prodotti, tra i quali l’abbigliamento, cibo e prodotti per la pulizia della casa. Le ragioni per le quali viene preferito questo canale è la convenienza del prezzo, la facilità di utilizzo e la comodità di ordinare direttamente da casa. La pandemia da COVID-19 e le conseguenti restrizioni sui viaggi hanno fatto spostare la spesa dagli accessori da viaggio (in calo del 47% nel 2021) e i viaggi stessi allo shopping online di beauty ($523 milioni), food ($593 milioni), video game ($180 milioni), mobili ($473 milioni) ed elettronica ($570 milioni).
Metodi di pagamento
Non si nota differenza di modalità di pagamento preferite tra le varie fasce di età per l’e-commerce: quella favorita è la carta di credito che si stima raggiungerà nel 2023 il 57% di utilizzo, ma nello spaccato dei senior costituisce, ad oggi, addirittura il 90%. I pagamenti con carta saranno seguiti da quelli tramite digital wallet (26%) e i bonifici bancari (11%), mentre i pagamenti in contanti rappresenteranno solo il 3%. Si prevede che nei prossimi anni aumenteranno le transazioni con digital wallet a discapito di quelle con carta di credito; infatti, alcune carte già applicano una commissione sulle transazioni effettuate online, mentre se vengono registrate con e-wallet non viene applicata nessuna fee. Un altro metodo di pagamento promosso dal Consiglio dei Pagamenti di Singapore, ma ancora agli inizi, è il sistema di pagamento tramite QR code.
Piattaforme e-commerce
I consumatori singaporiani utilizzano principalmente 3 piattaforme e-commerce:
Shopee
Shopee è una piattaforma e-commerce singaporiana attiva dal 2015, il cui utilizzo si è poi esteso anche nei Paesi del Sud Est asiatico e in America Latina. Ogni mese registra 10,8 milioni di visitatori singaporiani. È un’applicazione, quindi facilmente utilizzabile dallo smartphone, che opera sia a livello C2C che B2C. L’interfaccia è user friendly e molto simile a quella di Ali Express, dove figurano le offerte del giorno, quelle a tempo limitato, i voucher e la sezione dedicata alle occasioni internazionali. Le spedizioni sono gratuite e garantiscono il reso, altrettanto gratuito, per 15 giorni.
Lazada
Lazada è una piattaforma e-commerce attiva nel Sud-est asiatico, non solo a Singapore. Tuttavia, per vendere i prodotti a Singapore tramite questo sito è necessario che le aziende straniere si registrino a Singapore come venditori esteri. Non si paga alcuna fee annuale e non ci sono costi al di fuori delle commissioni sulle vendite che ammontano ad una percentuale che va dall’1 al 4% per ordini transfrontalieri. I metodi di pagamento accettati sono carte di credito e contrassegno, preferiti nel Sud-Est asiatico. Il trasporto può essere gestito dalla logistica di Lazada (dallo stoccaggio all’after sale), oppure organizzato tutto dal venditore.
Qoo10
Qoo10 è una piattaforma e-commerce B2C singaporiana che vende anche in Giappone, Indonesia, Cina, Hong Kong e Malaysia ma è in rapida espansione anche negli altri Paesi del Sud-Est asiatico; tuttavia, l’84% del traffico sul sito proviene da Singapore. Come Lazada, non applica alcun costo all’azienda per posizionare i prodotti sulla piattaforma. Al contrario di Lazada però, applica 100$ di spese di iscrizione e una commissione su ogni transazione di vendita abbastanza elevata: 12% per transazioni fino a 500$ (200 dollari singaporiani) e del 9% per vendite al di sopra dei 500$. Se si decide di diventare membri del QStore al costo di 500$, allora le commissioni scendono al 5%. L’unica modalità di spedizione è tramite QExpress che risulta meno competitiva rispetto agli altri marketplace. Qoo10 offre molteplici modalità di pagamento, tra le quali troviamo dalle più classiche carta di credito, bonifico bancario, Alipay, Wechat pay, PayPal, alla “Rely” ovvero un pagamento in 3 rate ad interessi zero oppure Qcash, ossia una moneta virtuale propria della piattaforma.
Questi siti e-commerce B2C sono sicuramente i più utilizzati a Singapore ma di certo non gli unici. Infatti, operano anche Amazon, Carousel e molti altri, seppur con un traffico minore.
Le opportunità non mancano insomma: basta studiare bene il mercato per capire cosa vogliono i consumatori prima di partire allo sbaraglio!
Fonte: a cura di Exportiamo, di Ambra Quadri, redazione@exportiamo.it
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