Cosi come uno dei più celebri conquistatori e strateghi della storia, Tamerlano, era guidato dal principio secondo cui “il mondo prospererà grazie al commercio”, anche il moderno Uzbekistan sta cercando di creare un unico spazio commerciale ed economico per garantire la sicurezza delle rotte commerciali, lo sviluppo dell’artigianato, del commercio e del turismo. Conquistando nuove terre, Tamerlano creava innanzitutto sicurezza per le carovane; allo stesso modo, i moderni tentativi dell’Uzbekistan di stabilizzare la situazione politico-militare in Afghanistan sono volti a garantire la stabilità a lungo termine in una regione dove la connettività transregionale può giocare un ruolo fondamentale per il commercio internazionale.

La regione dell’Asia centrale, che un tempo era il cuore della storica Via della Seta, è tornata al centro della scena internazionale e sta acquisendo un ruolo di leadership sempre più rilevante, soprattutto grazie agli sforzi dell’Uzbekistan che mira ad assumere il ruolo di centro di coordinamento della politica economica regionale. La pandemia, ha dimostrato infatti che le nuove sfide che l’umanità deve affrontare non possono essere superate senza unirsi e coordinare gli sforzi. I programmi economici regionali collettivi, tra cui il Central Asia-South Asia 1000 (CASA 1000), il Central Asia Regional Economic Cooperation Program (CAREC), il Turkmenistan–Afghanistan–Pakistan–India Pipeline (TAPI), il Quadrilateral Traffic in Transit Agreement (QTTA) e i corridoi economici Cina-Pakistan (CPEC) hanno aperto la strada a una più ampia cooperazione in molti campi, offrendo una grande opportunità per le nazioni senza sbocco sul mare dell’Asia centrale di accedere ai porti marittimi. La prevista ferrovia trans- afgana concordata tra i leader di Uzbekistan, Pakistan e Afghanistan all’inizio del 2021 è una linea di 573 km progettata per collegare Tashkent con la capitale afghana Kabul e la città settentrionale del Pakistan di Peshawar. Altrettanto importanti, tuttavia, sono le misure “soft” per rimuovere le barriere tariffarie e non tariffarie al commercio che aumentano i tempi di trasporto e fanno lievitare i costi. Questi programmi stanno gradualmente unendo i paesi dell’Asia centrale e meridionale in piattaforme integrate.

La forte volontà politica dell’Asia Centrale e Meridionale è stata evidente alla prima grande iniziativa internazionale nella storia della regione, la conferenza “Central and South Asia: Regional Connectivity. Challenges and Opportunities” tenutasi nella capitale uzbeka Tashkent il 15-16 luglio per iniziativa del presidente del Uzbekistan Shavkat Mirziyoyev. Questa iniziativa può essere collocata nella prospettiva più ampia di un ripristino delle antiche Vie della Seta attraverso l’Asia centrale, un tema importante sin dalla disgregazione dell’Unione Sovietica.

Come menzionato nel nostro precedente articolo, l’iniziativa è stata promossa per favorire la collaborazione tra Asia Centrale e Meridionale, che insieme totalizzano una popolazione di quasi 2 miliardi abitanti, per garantirsi un futuro più prospero. La conferenza ha riunito diversi capi di Stato tra cui il presidente dell’Afghanistan, Ashraf Ghani, il primo ministro del Pakistan, Imran Khan, nonché altri membri del governo e ministri degli affari esteri dei paesi dell’Asia centrale e meridionale, Stati Uniti, Russia, Turchia e altri rappresentanti di istituzioni e organizzazioni internazionali, quali le Nazioni Unite e l’Unione Europea. L’Unione Europea è stata rappresentata da Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, mentre la delegazione italiana era guidata dal Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Manlio di Stefano. Alla conferenza erano presenti oltre 250 partecipanti provenienti da più di 40 paesi. Circa 90 rappresentanti dei media, incluso Exportiamo.it, sono arrivati a Tashkent per seguire l’evento.

Il programma della conferenza

La conferenza si è aperta con una cerimonia inaugurale - con i discorsi del Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Gutteres, del Presidente dell’Uzbekistan, Shavkat Mirziyoyev, e dei capi di Stato e di governo dell’Afghanistan e del Pakistan – alla quale hanno fatto seguito una sessione plenaria con le dichiarazioni dei ministri degli Affari Esteri e dei capi delegazioni internazionali, 3 breakout sessions, riunioni ufficiali bilaterali tra delegazioni, conferenze stampa per i rappresentanti dei media presenti e una sezione conclusiva.

Durante la conferenza sono state presentate e valutate proposte specifiche su come procedere al rafforzamento della reciproca cooperazione nei principali settori quali trasporti e logistica, energia, commercio e investimenti, questioni culturali e umanitarie.

Nel suo discorso di benvenuto, il Presidente della Repubblica dell’Uzbekistan Shavkat Mirziyoyev ha sottolineato la vicinanza storica delle regioni dell’Asia centrale e meridionale, l’importanza di rafforzare sulla base della fiducia reciproca la connessione persa nel recente passato tra le due regioni, ampliando la cooperazione e garantendo la pace e il rilancio dell’economia in Afghanistan, che sta vivendo oggi un punto di svolta nella sua storia, attraverso una possibile soluzione politica del conflitto e un rafforzamento della cooperazione nella campo della sicurezza al fine di garantire la stabilità della regione attraverso un dialogo costruttivo e sforzi congiunti. Il presidente dell’Uzbekistan ha prestato particolare attenzione alla questione della costruzione di una infrastruttura di trasporto e logistica che collegherà in modo efficace e sicuro l’Asia Centrale all’Asia Meridionale. A tal proposito, ha affermato che sarà necessario sviluppare una strategia di azione comune che porti a misure specifiche per implementare l’inter-connettività digitale nel campo del commercio, del transito e dell’attraversamento delle frontiere. Al fine di raggiungere questi obiettivi, Mirziyoyev ha proposto le seguenti iniziative:

  1. Sviluppo e attuazione di misure efficaci per la libera circolazione di investimenti, beni e servizi e formazione di un sistema sviluppato di comunicazioni di trasporto e infrastrutture energetiche. È stato proposto di tenere un forum interregionale annuale per discutere i temi di attualità sull’ampliamento dell’agenda economica di cooperazione tra i paesi.
  2. Creazione di infrastrutture di trasporto e logistica moderne, efficienti e sicure in Asia Centrale e Meridionale. La ferrovia Termez-Mazar-i-Sharif-Kabul-Peshawar è destinata a diventare un elemento chiave dell’intera architettura di interconnessione delle regioni di Asia Centrale e Meridionale, il cui progetto di costruzione ha già ricevuto ampio sostegno, anche da parte delle principali istituzioni finanziarie internazionali. La costruzione di questa ferrovia consentirà di realizzare appieno il potenziale di transito delle due regioni, dal momento che essendo il percorso più breve permetterà di ridurre significativamente i tempi e i costi di trasporto delle merci tra l’Asia meridionale e l’Europa attraverso l’Asia Centrale e i paesi CSI.
  3. Rafforzamento della cooperazione attraverso la digitalizzazione delle economie, lo sviluppo dell’e-commerce e l’introduzione di innovazioni, in particolare, lo sviluppo di misure volte a implementare la connettività digitale nel campo del commercio, del transito e dell’attraversamento delle frontiere. In tal senso si ritiene importante coinvolgere in questo lavoro i maggiori esperti, nonché le agenzie specializzate delle Nazioni Unite.
  4. Garantire la sicurezza alimentare nella regione. È stato proposto di tenere una riunione dei ministri dell’agricoltura dei paesi della regione sotto gli auspici della FAO per sviluppare un programma volto a superare le sfide della carenza alimentare.
  5. Consolidamento degli sforzi nella lotta contro comuni minacce alla stabilità e alla sicurezza, affrontando in modo più efficace il terrorismo, l’estremismo, la criminalità transnazionale, anche nel ciberspazio. Come primo passo è stato proposto di sviluppare un Piano d’azione antidroga congiunto con la partecipazione dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine e uno speciale incontro di esperti sui temi dell’antiterrorismo.
  6. La massima attenzione è rivolta ai temi dell’ecologia e dello sviluppo “verde”. Tutti i paesi dell’Asia centrale e meridionale stanno vivendo una rapida crescita industriale e demografica e sono soggetti agli effetti del cambiamento climatico globale. Problemi comuni sono la scarsità d’acqua, l’inquinamento atmosferico e ambientale, il degrado del suolo e la desertificazione. Una triste conseguenza delle sfide ambientali è il problema del prosciugamento del Lago d’Aral, un fenomeno purtroppo analogo a quelli osservati in altre parti del pianeta.
  7. Divulgazione del potenziale turistico dell’Asia Centrale e Meridionale. Sono necessari marchi turistici riconoscibili, prodotti e percorsi nuovi e convenienti, soprattutto in considerazione del crescente interesse per il turismo in pellegrinaggio. È stato altresì proposto di sviluppare, nell’ambito dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, un Programma per l’Asia Centrale e Meridionale, che avrà lo scopo di divulgare il patrimonio storico e culturale della regione.
  8. Espandere gli scambi culturali e umanitari, organizzando un forum internazionale “Patrimonio storico dell’Asia Centrale e Meridionale” in Uzbekistan - a Termez sotto gli auspici dell’UNESCO. L’attuazione di programmi congiunti nel campo dell’istruzione e della scienza, della cultura e dello sport.
  9. Sviluppare gli scambi scientifici, tecnologici e dell’innovazione, incoraggiando lo svolgimento di ricerche congiunte e lavori innovativi, l’organizzazione di stage scientifici e educativi, la creazione di programmi per lo scambio di esperienze lavorative. In tal senso va la proposta di introdurre un regime di visti agevolati per scienziati e ricercatori, nonché di creare una piattaforma online per la cooperazione tra università e centri di ricerca dell’Asia Centrale e Meridionale.
  10. Alla vigilia del forum è stato aperto l’Istituto Internazionale dell’Asia Centrale ed è stato proposto, appoggiandosi a questo centro studi, di creare un pool permanente di esperti composto da eminenti scienziati e ricercatori dei paesi anche al fine di promuovere la cooperazione regionale in quest’ambito.

Inoltre, sulla base delle conclusioni raggiunte alla fine della conferenza è stato proposto di elaborare e sottoporre all’esame dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite un progetto di risoluzione speciale per il rafforzamento dell’interconnessione tra l’Asia Centrale e Meridionale e in generale dello spazio eurasiatico quale importante fattore di stabilità e sviluppo sostenibile. Questo documento dovrebbe consolidare approcci comuni, principi di base e orientamenti nel dialogo tra i paesi della regione.

La pace in Afghanistan è stato un punto all’ordine del giorno di importanza essenziale nell’ambito della conferenza, in chiave di cooperazione tra Asia Centrale e Meridionale, poiché la sua posizione geografica apre nuovi mercati e rotte di trasporto, in particolare per l’Uzbekistan che affronta la sfida di essere un paese senza sbocco sul mare. Il progetto di costruzione della ferrovia Mazar-i-Sharif-Kabul-Peshawar consentirebbe all’Uzbekistan e ad altri paesi di ridurre significativamente i costi di trasporto per la consegna delle merci sui mercati mondiali. La conferenza ha avuto luogo in un delicato momento storico che vede una nuova esplosione di violenza ad opera delle forze talebane che avanzano sulla scia del ritiro delle truppe statunitensi e internazionali, conquistando alcune aree confinanti con i paesi dell’Asia Centrale. Il presidente afghano Ashraf Ghani ha dichiarato: “Noi del governo dell’Afghanistan siamo determinati a garantire la nostra esistenza come nazione e come Stato. Siamo pronti ad affrontare i talebani e i loro sostenitori per tutto il tempo necessario fino a quando non si renderanno conto che una soluzione politica è l’unica via percorribile.” Il conflitto in Afghanistan, tuttavia, non è l’unico problema che impedisce lo sviluppo dei legami regionali: India e Pakistan rimangono divisi sul territorio conteso del Kashmir.

Breakout sessions

La prima sessione “Connettività commerciale e dei trasporti per una crescita sostenibile” si è concentrata principalmente sulle prospettive di modernizzazione delle economie dell’Asia Centrale e Meridionale nel contesto del rafforzamento della connettività interregionale, nonché delle opportunità per lo sviluppo dell’interconnessione dei trasporti e delle comunicazioni nell’area centrale e meridionale dell’Asia, compresi i progetti per espandere infrastrutture esistenti e costruire nuovi corridoi di trasporto e aree prioritarie di cooperazione con istituzioni finanziarie e di investimento internazionali. Affianco allo sviluppo delle infrastrutture di connessione si è discusso delle iniziative di policy complementari alla piena realizzazione del potenziale economico della regione: la liberalizzazione delle politiche commerciali, il miglioramento degli accordi commerciali attraverso la digitalizzazione delle frontiere e dei punti doganali, l’adozione di sistemi di gestione del rischio e il miglioramento degli standard delle merci attraverso misure veicolari e sanitarie. Un tema comune emerso quale fondamentale per una crescita duratura degli scambi commerciali è quello dello sviluppo del know-how tecnologico e dell’innovazione in materia di investimenti infrastrutturali: i membri del panel hanno convenuto che i successi dei progetti imprenditoriali dipenderanno da una solida fase di preparazione, in cui la tecnologia può svolgere un ruolo determinante per valutare costi, vantaggi comparati e predisporre le misure necessarie per la resilienza economica di fronte ai mutamenti climatici.

La seconda sezione “Il rilancio dei legami culturali e umanitari come modo per rafforzare l’amicizia e la fiducia reciproca” ha considerato la cooperazione nel campo degli studi, la conservazione e la promozione del patrimonio storico e culturale dell’Asia centrale e meridionale, l’interazione nei campi dell’istruzione, il sostegno sociale e la tutela degli interessi dei giovani, la sanità, la scienza e la tecnologia, l’ecologia, il turismo. È stato evidenziato che c’è stato un forte impegno da parte del governo uzbeko, a partire dall’elezione di Mirziyoyev nel 2016, per quanto riguarda la creazione di nuove opportunità per i giovani.

La terza sezione “Sicurezza regionale. Sfide e minacce” si è concentrata sulle prospettive della cooperazione regionale nella lotta contro le nuove minacce alla stabilità, nonché nel garantire la sicurezza delle infrastrutture transfrontaliere.

Relazioni italo-uzbeke e prospettive di cooperazione futura

I rapporti italo-uzbeki sono antichissimi e risalgono ai tempi della Via della Seta. Negli ultimi anni si è registrata un’intensificazione della collaborazione commerciale, anche in relazione all’ampio programma di riforme interne avviato dal presidente dell’Uzbekistan e volto alla liberalizzazione del sistema economico. Nel suo discorso alla conferenza, il Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Manlio di Stefano ha sottolineato il ruolo di Tashkent e l’importanza attribuita dalla comunità internazionale al tema della connettività. Pochi giorni fa, il 12 luglio 2021, il Consiglio europeo ha elaborato la nuova agenda della connettività dell’UE per i prossimi anni denominata “globally connected Europe”, intendendo investire in infrastrutture moderne e in un quadro regolamentare comune, supportando meccanismi finanziari tariffari, norme e standard internazionali prevedibili al fine di stimolare gli investimenti. A questo proposito, l’Italia ha avviato nel 2019 un rapporto di dialogo con l’Associazione ASEAN e nel 2020 è stato avviato il partenariato Italia-ASEAN.

Per quanto riguarda l’Asia Centrale, l’Italia gode di ottimi rapporti con ciascuno dei cinque paesi della regione (Kazakistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Kirghizistan e Tagikistan) anche in termini di commercio e investimenti. È importante sottolineare che l’Italia ha contribuito attivamente all’adozione della strategia dell’UE per l’Asia centrale nel 2019 e desidera rafforzare il proprio partenariato promuovendo opportunità reciproche. L’obiettivo ultimo è quello di costruire un ponte solido e duraturo tra l’Europa e l’Asia Centrale. Per questo nel 2019 Roma ha ospitato il primo incontro ministeriale Italia-Centro Asia nel format 1+5, incentrato sul rafforzamento delle relazioni economiche, sullo sviluppo di progetti di connettività e sull’esplorazione di possibili forme di cooperazione in ambito scientifico, accademico e sanitario. Dopo la prima riunione inaugurata dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio nel 2019, lo scoppio della pandemia ha rallentato i preparativi per l’organizzazione della seconda ministeriale; il viceministro Di Stefano ha tuttavia appena annunciato a seguito dell’evento che la Conferenza Italia-Asia Centrale sarà quest’anno ospitata in Uzbekistan.

Per le imprese italiane l’Uzbekistan appare maggiormente attraente nei settori dell’energia, delle costruzioni e trasporti e della manifattura, con particolare riguardo alle filiere dell’agroalimentare, del tessile, della trasformazione di metalli, del restauro di beni architettonici. Il valore aggiunto che portano gli operatori italiani al sistema produttivo uzbeko è l’introduzione di tecnologie avanzate e in linea con i più elevati standard di protezione ambientale. Questa collaborazione sembra sempre più rafforzarsi, con un aumento dell’interscambio commerciale di circa il 20 per cento nei primi mesi del 2021.

Oltre al commercio, tra Uzbekistan e Italia si è instaurato un ampio spazio di dialogo, attraverso la collaborazione delle rispettive comunità culturali e scientifiche i cui primi passi si sono mossi a partire dagli anni Novanta. La ricerca archeologica sul campo, congiuntamente a progetti di valorizzazione del patrimonio, ha rappresentato la prima tappa dell’approccio culturale tra ricercatori italiani e comunità universitarie locali. I laboratori archeologici di Samarcanda e Bukhara hanno attratto specialisti delle Università di Bologna, Napoli, Venezia e Roma, e il repertorio tradizionale di musiche e danze e l’intero patrimonio immateriale dell’Uzbekistan ha sollecitato studi comparativi condotti da ricercatori italiani. Si è sviluppato un processo di diplomazia culturale, che ha coinvolto molti campi di ricerca e diverse aree regionali che hanno collaborato dalle due parti. Negli ultimi due anni è iniziata una fase totalmente nuova, grazie all’ampio programma di riforme e nuove strategie nel campo dell’istruzione varato dal governo dell’Uzbekistan, che stanno rapidamente cambiando il profilo della cooperazione a livello internazionale.

Sulla sua pagina Facebook, il viceministro Di Stefano ha dichiarato che a latere della plenaria ha incontrato bilateralmente i rappresentati di Uzbekistan, Kazakhstan, Azerbaijan, Tagikistan, Kyrgyzstan e il Rappresentante Speciale degli Stati Uniti per la Riconciliazione dell’Afghanistan. Egli ha ribadito la volontà del Governo italiano di giocare un ruolo primario nello sviluppo infrastrutturale dell’area, e quindi sulla sua capacità di interconnessione con l’Occidente, e ha confermato il pieno sostegno ai piani di riforme avviati da alcuni paesi dell’area al fine di aprire le proprie economie a beni e investimenti esteri. Rimane prioritario per il Governo italiano prestare attenzione a questa area centrale nei rapporti euro-asiatici confermandosi partner fondamentali dell’area. In tal senso, nonostante il recente ritiro militare dall’Afghanistan, l’Italia ritiene necessario continuare a lavorare in stretto coordinamento con USA e NATO per facilitare una transizione del paese quanto più ordinata possibile.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Narmin Rahimova, redazione@exportiamo.it

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