Il XXXV Rapporto sul commercio estero “L’Italia nell’economia internazionale” ha evidenziato come le importazioni mondiali torneranno già quest’anno ai livelli pre-Covid, mentre le esportazioni italiane hanno già oltrepassato le performance antecedenti all’emergenza Coronavirus.
Lo studio sul commercio estero realizzato da ICE Agenzia in collaborazione con Prometeia, Istat, The European House Ambrosetti, Fondazione Masi e Università Bocconi presentato venerdì 16 luglio rileva come l’export del Made in Italy sia cresciuto molto in questi primi mesi del 2021, registrando nel primo quadrimestre dell’anno una crescita tendenziale pari al +19,8% e del +4,2% rispetto allo stesso periodo del 2019. Questa spinta dell’export ha fatto sì che le performance del commercio internazionale italiano tornassero già quest’anno ai livelli pre-coronavirus, evidenziando così la forza delle eccellenze italiane.
La crescita rilevata dal rapporto riguarda pressoché tutti i comparti: i prodotti agroalimentari, bevande e tabacco, le cui vendite sono aumentate del +5,3% su base tendenziale e del +12,3% rispetto allo stesso periodo del 2019, i metalli, che sono cresciuti del +29,1% rispetto al primo quadrimestre del 2020 e +12% sullo stesso periodo del 2019, i prodotti chimici, che sono aumentati del +10,2% su base tendenziale e del +7,1% a pari periodo sul 2019, e il settore degli apparecchi elettrici, le cui vendite sono cresciute del +31,6% rispetto allo stesso periodo del 2020 e +8,2% sul 2019.
Per quanto riguarda i principali mercati di destinazione dei prodotti Made in Italy, il rapporto evidenzia come la Cina sia il Paese che ha rilevato la crescita maggiore in termini di aumento di export italiano, con un + 55,3%. Seguono poi i Paesi Bassi e la Polonia con un +32,9%, la Francia con un +23,2%, la Spagna con un +23%, la Germania con un +22,6%, il Belgio con un +14%, la Svizzera con un +20% e gli Stati Uniti con un +4,5%. Il Regno Unito ha rilevato una crescita del +2,6% e, nonostante sia tra i maggiori mercati di sbocco per il Made in Italy, ha registrato un andamento più rallentato, probabilmente a causa dell’accumulo di scorte pre-Brexit.
Durante la presentazione del Rapporto, il ministro del Esteri Luigi Di Maio, ha sottolineato che “L’export si conferma settore trainante dell’economia italiana. Nel 2020, nonostante la contrazione degli scambi, l’export dell’Italia ha fatto meglio di quello di altri Paesi, tra cui gli Stati Uniti, la Francia, il Regno Unito. I nostri numeri sono tornati a crescere già nella seconda parte del 2020 e il 2021 sta registrando una chiara inversione di tendenza. Il mese di aprile ha segnato un boom dell’export di prodotti italiani. Il primo quadrimestre 2021 ha superato i risultati dello stesso periodo del 2019, che era stato particolarmente positivo, con 6,5 miliardi di euro di export in più”.
Anche il Presidente di ICE Agenzia Calro Maria Ferro è intervenuto alla presentazione del XXXV Rapporto sul commercio estero, evidenziando che “L’export rappresenta il 30% del PIL del nostro Paese (anche a dati 2020). È stato il driver della crescita nell’ultimo decennio, dopo la crisi del 2008. L’export post-Covid è ripartito e il Pnrr combinato alla tenacia di artigiani, imprenditrici e imprenditori sarà il volano della ripartenza di investimenti privati e pubblici e, progressivamente, dei consumi privati”.
Tuttavia, la pandemia ha fatto sì che l’anno scorso 10 mila attività non abbiano effettuato vendite oltre i confini nazionali, come ha ricordato Carlo Blangiardo, Presidente del’Istat: “Nel 2020 il numero di operatori economici che hanno effettuato vendite di beni all’estero è sceso dai 136.963 del 2019 a 126.275, quindi circa 10 mila in meno. L’export dei servizi è quello che ha pagato il prezzo più alto con - 30,6% rispetto al 2019 e questo è comprensibile”.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Federico Milone, redazione@exportiamo.it
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