La canalizzazione ad imbuto è una delle strategie di marketing digitale che si è diffusa più rapidamente negli ultimi anni, vista la sua efficacia in termini di performance e conversioni. Vediamo insieme quali sono i fattori chiave da considerare per mettere in piedi una strategia di funnel marketing online di successo.
Il marketing ad imbuto è una strategia di comunicazione digitale che basa tutta la sua struttura sul classico percorso di acquisto di un utente standard, affrontando tale percorso specialmente sotto il profilo emotivo. Questa metodologia, infatti, affronta l’intero customer journey dell’utente dalla prima sensazione di avere un bisogno fino alla decisione di acquisto e la sua effettiva realizzazione.
Un approccio di questo tipo al “viaggio” dell’utente rende possibile applicare i principi alla base del funnel marketing a qualsiasi tipologia di business, in quanto gli step che affronta un utente online durante il suo “percorso” sono pressocché i medesimi a prescindere dal bisogno, dal settore e dal tipo di bene/servizio proposto dall’azienda di riferimento.
Ulteriore punto di forza di questa metodologia è la misurabilità dei dati che gli strumenti digitali consentono ad ogni singolo step del funnel, sia che si tratti di un e-commerce, sia che l’obiettivo sia la generazione di lead su un blog o sito aziendale.
Il metodo più diffuso per spiegare efficacemente il funzionamento alla base del funnel marketing è senz’altro l’imbuto, in quanto descrive alla perfezione il processo che guida l’utente attraverso le diverse fasi di cui si compone la strategia.
Di estrema importanza per un’efficace strategia di marketing ad imbuto è proprio la definizione puntuale dei canali e degli strumenti mediante i quali intercettare gli utenti durante le diverse fasi del customer journey, da definire in base alle buyer personas precedentemente costruite.
Va da sé che la parte più alta del funnel (TOFU – Top Of The Funnel) è la sezione nella quale confluisce la maggior parte del traffico, mentre scendendo sempre più in basso (ovvero verso il BOFU – Bottom Of The Funnel) il numero di utenti tenderà sempre più a diminuire in una sorta di “scrematura” del traffico originariamente generato nel TOFU.
L’obiettivo è quindi portare molto traffico nella parte alta del funnel e cercare di guidare la percentuale più alta possibile di questi utenti sempre più in basso nel percorso di acquisizione, fino alla decisione di acquisto e la successiva conversione.
Una strategia particolarmente efficace per raggiungere questo scopo è quella di seguire il modello AIDA, che si compone di:
- Attenzione: attirare l’attenzione del visitatore con un testo introduttivo e immagini accattivanti che includano il valore che distingue l’offerta della propria impresa da tutte le altre (il cd. USP – Unique Selling Proposition);
- Interesse: attrarre e interagire con gli utenti, specialmente mediante una strategia di content marketing che consenta di fornire contenuti utili e di valore (articoli, storie, video, ecc.) che migliorino la brand awareness e la reputazione del brand;
- Desiderio: in questa fase è importante nutrire l’interesse degli utenti, stimolandone la curiosità mettendo in risalto le caratteristiche e i vantaggi offerti dalla propria azienda;
- Azione: se il visitatore è passato per tutte le fasi precedenti del funnel, è altamente probabile che sia arrivato a questo punto, e che dunque si converta quantomeno in una lead qualificata.
Ovviamente, affinché tutto il processo di acquisizione sia il più performante possibile, deve essere accompagnato, dall’inizio alla fine, da un’analisi ed un’ottimizzazione continua.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Federico Milone, redazione@exportiamo.it
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