Nel 2020, la pandemia da Covid-19 ha avuto un forte impatto non solo sulle abitudini di acquisto dei consumatori, ma anche sulla comunicazione e interazione online tra brand e clienti, con un notevole incremento del ricorso agli influencer in tutto il mondo.
Secondo i dati dell’analisi State of Influencer Marketing condotta da Klear, la piattaforma di analisi e intelligence internazionale sui social media, la visibilità dei post prodotti dagli influencer nel 2020 è cresciuta del 57%, con un maggiore peso per contenuti temporanei come le storie sponsorizzate rispetto ai post, che hanno rilevato un incremento del 32% rispetto al periodo precedente passando dalle 28,8 storie a settimana nel 2019 alle 38,1 dell’anno scorso, mentre i post sponsorizzati hanno rilevato un calo del 19%.
Inoltre, la ricerca di Klear ha definito il 2020 come l’anno del cambiamento, con una sempre maggiore presenza di volti giovani, con la quota di mercato della generazione Z che è cresciuta del 9%, arrivando a rappresentare una fetta del 34% di creator tra i 18 e i 24 anni. Per di più, le sole sponsorizzazioni su TikTok - il social che ha visto una vera e propria esplosione di popolarità l’anno scorso - hanno rilevato un incremento del 130% rispetto al 2019.
Secondo il report, la crescita della visibilità e dell’importanza della generazione Z in termini di audience target nel 2020 è dovuta principalmente all’inserimento nelle strategie di marketing dei brand di questa fascia di utenti, che ha portato alla ribalta gli influencer di questa fascia di età e ha spinto la crescita di piattaforme come TikTok, particolarmente frequentate da questo segmento di pubblico.
A conferma di ciò, l’analisi evidenzia come gli influencer della generazione Z siano stati quelli più richiesti sul mercato nel 2020, e come questi siano stati anche i più costosi in termini di collaborazioni per la promozione di prodotti e servizi sui social media.
Ulteriore tendenza rilevata nel 2020 dal report è stata la maggiore attenzione da parte dei brand per i messaggi socialmente utili, con una più elevata sensibilità per i temi razziali e di genere, che spesso ha significato una netta presa di posizione da parte delle aziende durante le più importanti manifestazioni che hanno caratterizzato il 2020, come ad esempio il movimento “Black Lives Matter”.
Tra i principali settori che l’anno scorso hanno avviato collaborazioni con influencer sui social, l’analisi evidenzia in ordine di importanza: moda, fitness, fotografia, lifestyle, cura della persona, viaggi, genitorialità, food, fai-da-te e design. In tutti questi casi, il Covid-19 ha portato ad un riadattamento delle strategie sia delle aziende che degli influencer a seconda dell’andamento della pandemia, soprattutto nei settori del food e dei viaggi, che sono quelli che hanno maggiormente subito l’effetto dei vari lockdown.
Infine, l’analisi evidenzia alcune macro-tendenze per il 2021 così come riportate da tre influencer (Mireille Siné - Fitness Influencer, Millie Adrian - Fashion Influencer, Ramona Jones - Fashion & Lifestyle Influencer) che si sono espressi in materia. Nello specifico, i punti che sembrano emergere dalle loro affermazioni sono:
- Ci sarà una maggiore proattività e cernita da parte degli influencer nei confronti dei brand con i quali decidono di avviare una collaborazione;
- Si vedranno sempre più relazioni dirette tra brand e ambassador;
- I brand e i creativi che non si adatteranno al cambiamento perderanno sempre più visibilità fino a scomparire;
- I formati video saranno sempre più al centro delle strategie comunicative.
Il mercato è cambiato e con esso si sono modificati anche i modelli relazionali tra brand e pubblico. È arrivato il momento che le aziende che ancora non si sono adeguate al nuovo scenario si adattino al nuovo contesto e introducano nei piani di marketing nuovi canali e differenti approcci alla clientela.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Federico Milone, redazione@exportiamo.it
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