Nasce un nuovo social media che imita le interazioni umane. Seppur ancora limitata a pochi utenti, l’App potrebbe rappresentare una nuova frontiera del marketing e della comunicazione per molte aziende.
Ultimamente non si sente altro che parlare di Clubhouse, la nuova App che sta impazzando tra gli utenti Apple. Il nuovo social media si basa sulla voce e in questo si discosta dalla comunicazione online più tradizionale basata sulla condivisione di video, immagini o post. Questo tipo di comunicazione “vocale” è più naturale e si propone di emulare le interazioni umane, dando quindi molta più empatia alle sterili conversazioni che avvengono via tweet o post.
La pandemia di coronavirus ha creato le condizioni perfette per la nascita di un’ App di questo tipo: migliaia di persone isolate da blocchi o problemi di sicurezza, alla disperata ricerca di connessioni sociali.
Ideata in piena pandemia da Paul Davison e Rohan Seth, rispettivamente ex dipendenti di Pinterest e di Google, Clubhouse ha ottenuto un finanziamento di circa 100 milioni di dollari dalla società di venture capital Andressen Horowitz, per una valutazione complessiva di oltre 1 miliardo di dollari e conta già oltre due milioni di utenti in tutto il mondo.
Come ci si iscrive a Clubhouse?
Clubhouse al momento è basato su un sistema ad inviti che prevede che ciascun utente possa invitare due persone (tramite numero di telefono) al social network. C’è però un altro modo. Se qualcuno nella propria rubrica installa l’applicazione e prenota il suo nickname i suoi contatti già iscritti riceveranno una notifica su Clubhouse e potranno farli entrare. Nel loro profilo rimarrà impresso il nome di chi li ha “accettati”, garantendo in pratica per loro.
Un’altra limitazione è rappresentata dal fatto che Clubhouse è disponibile solo per gli utenti iPhone. Tuttavia, presto sarà disponibile una versione per Android, dicono gli sviluppatori.
Come funziona?
Clubhouse si struttura attraverso delle “stanze” virtuali dove gli utenti presenti possono scambiarsi messaggi vocali. Le stanze sono tutte aperte, in modo che chiunque possa accedere. All’ingresso in ogni stanza si è un membro del pubblico, ma se si decide di partecipare alla conversazione si alza la mano e gli oratori possono scegliere di farti entrare. Oppure in alternativa si può creare una stanza propria.
Per quanto riguarda i temi delle chiacchierate spaziano dai film alla politica, alla tecnologia, fino alla musica e allo sport, e molto altro ancora.
Celebrità, vip, influencer e personaggi noti – tra cui il CEO di Tesla Elon Musk, il CEO di Facebook Mark Zuckerberg, la conduttrice di programmi televisivi Oprah Winfrey, l’attore Ashton Kutcher e alcuni famosi rapper tra cui Drake, Meek Mill e 21 Savage e molti altri - hanno senz’altro garantito un forte traino anche per la possibilità (talvolta remota) di poter loro fare qualche domanda o semplicemente per la sensazione “intima” di trovarsi in poche centinaia o migliaia a discuterci.
In un certo senso è come partecipare ad un podcast interattivo dove se si vuole si può parlare con persone reali oppure si può semplicemente fare altro mentre si ascolta. La differenza sostanziale rispetto ad un podcast è nell’essere in diretta e nel fatto che quello che viene detto non rimane registrato da nessuna parte.
Una volta che la stanza viene chiusa, infatti, l’audio, le conversazioni e quindi tutte le informazioni, vengono perse per sempre. Se da un lato la natura effimera dei contenuti di Clubhouse, che riprodotti dal vivo non vengono appunto registrati né tracciati, aumenta la cosiddetta FOMO (Fear of Missing Out), dall’altro promette di eliminare, in partenza, quei problemi di privacy che attanagliano da tempo i colossi del digitale.
Opportunità per le aziende
Clubhouse potrebbe rappresentare una straordinaria opportunità per affermare il proprio brand, per promuovere prodotti, servizi, o eventi e per trovare clienti.
Se si riesce a fornire informazioni di valore in una stanza, probabilmente non solo si otterranno follower ma anche contatti validi e lead. I brand potrebbero delegare completamente la propria esistenza a content creator che potrebbero curare approfondimenti dedicati: per esempio il futuro della mobilità sponsorizzato da un brand dell’automotive; un magazine vocale dedicato alla cucina, promosso da un’azienda del settore Food & Beverage; un premium club di investitori sostenuto da una banca, etc.
L’ opportunità di condividere la storia del brand, di connettersi con i clienti, ottenere feedback sui prodotti, realizzare focus group improvvisati, e generare consapevolezza sono tutti punti di forza potenzialmente a favore di Clubhouse.
Al momento non è possibile per gli utenti pagare i contenuti direttamente tramite l’App. La piattaforma stessa è gratuita e non ci sono pubblicità né un piano premium per gli utenti. Tuttavia, non è detto che in futuro le cose non cambino.
Inoltre, Clubhouse rimane un luogo entusiasmante per gli imprenditori per apprendere, condividere idee e far crescere la loro rete. Non dimentichiamo, infatti, che a cause delle restrizioni imposte dalla pandemia nell’ultimo anno c’è stata un’impennata degli eventi virtuali che hanno sostituito le conferenze offrendo a relatori ed esperti una piattaforma per parlare ad un pubblico coinvolto. In questo senso, Clubhouse offre anche le esclusive opportunità di networking che normalmente vengono ottenute solo con la partecipazione ad un costoso evento del settore.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Cristiana Oliva, redazione@exportiamo.it
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