C’è uno stretto legame che unisce i vaccini e l’economia. I Paesi che riusciranno a dare priorità ad una vaccinazione su larga scala della popolazione, saranno i primi a porre fine al lockdown, garantendo così una rapida ripresa dell’economia nazionale. Inoltre, coloro che saranno in grado di fornire al mondo vaccini efficaci ed economici sono destinati ad espandere la loro influenza commerciale.
La pandemia di SARS-CoV-2 dimostra senza ombra di dubbio che le malattie infettive emergenti sono un chiaro e presente pericolo per il mondo e la sua economia.
Con una corsa contro il tempo che non ha precedenti nella storia della scienza, in meno di un anno si è arrivati dalla scoperta di un nuovo patogeno, il Covid-19, ad avere a disposizione diversi vaccini per combattere l’infezione.
Nel mondo finora sono state vaccinate quasi 10 milioni di persone, secondo il sito di pubblicazioni scientifiche Our World in Data, sviluppato dall’Università di Oxford.
Il Paese che ha vaccinato più persone finora è stato la Cina, con 4,5 milioni di persone al 31 dicembre, seguito dagli Stati Uniti, con quasi 2,8 milioni di persone, ed Israele a quota un milione. I primi Paesi europei, sono il Regno Unito - quasi 945mila al 27 dicembre - e la Germania - con 131mila.
Più vaccinazioni verranno effettuate, più velocemente la crescita economica tornerà alla normalità, altrimenti le autorità potrebbero dover colmare i ritardi nella distribuzione dei vaccini con un adeguato sostegno economico.
Oltre alla corsa alle vaccinazioni per i singoli Paesi, la sfida del vaccino sarà soprattutto un test per capire come si posizionano le grandi potenze – in particolare Washington e Pechino - nella loro rivalità per stabilire l’egemonia politica, diplomatica e culturale del futuro. Rafforzare l’influenza internazionale attraverso la diplomazia del “vaccino” ha un vasto potenziale, rappresentando un momento importante per sfoderare il proprio soft-power e per mostrare chi ha la potenza realizzativa maggiore.
E così, governi, organizzazioni multilaterali e aziende private hanno speso miliardi di dollari per ottenere vaccini efficaci per il nuovo coronavirus entro il 2021 e vaccini - come Pfizer-BioNTech, Moderna, Sputnik V e Sinopharm - vengono somministrati a migliaia di persone in oltre una dozzina di Paesi.
I vaccini
Il primato russo
Il nome stesso parla dell’ambizione della Russia: lo Sputnik V, il principale vaccino del Paese contro il Covid-19, è il primo al mondo proprio come il suo omonimo cosmico. La Russia ha firmato contratti per fornire a molte nazioni tra cui Argentina, Bielorussia e Algeria migliaia di dosi.
Il colosso cinese
All’inizio di dicembre il primo lotto di vaccini Sinovac è arrivato in Indonesia in preparazione di una campagna di vaccinazione di massa, con altri 1,8 milioni di dosi che dovrebbero arrivare entro gennaio. Pochi giorni dopo gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein, seguiti da Turchia, Brasile e Cile hanno approvato un vaccino Sinopharm.
Il fronte occidentale
Oltre l’80% dei vaccini del produttore farmaceutico statunitense Pfizer è già stato venduto ai governi più ricchi di tutto il mondo, che rappresentano il 14% della popolazione mondiale. I grandi acquirenti includono l’UE con 200 milioni di dosi, il Regno Unito con 40 milioni e gli Stati Uniti con 100 milioni.
Le strategie nei vari Paesi del mondo
Argentina
A partire dal 29 dicembre è iniziata la somministrazione del vaccino russo Sputnik in tutte le 23 province e nella capitale Buenos Aires.
Canada
Il paese nordamericano, insieme ai vicini Stati Uniti, ha approvato il vaccino Moderna per il suo programma di immunizzazione di massa.
Messico
Il Messico ha iniziato il suo programma di vaccinazione di massa il 24 dicembre con Pfizer.
Cile
Il 24 dicembre, il Cile è diventata la seconda nazione latino-americana dopo il Messico ad avviare il suo programma di inoculazione con il colosso americano.
Israele
Il 19 dicembre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ricevuto una dose di vaccino Pfizer, dando il via a un lancio nazionale. Oggi Israele registra un milione di vaccini inoculati in 13 giorni.
Kuwait
Anche il Kuwait ha iniziato la sua campagna di vaccinazione contro il coronavirus il 24 dicembre. Il Paese ha ricevuto le prime 150.000 dosi del vaccino sviluppato dal gigante farmaceutico statunitense e dal suo partner tedesco BioNTech.
Oman
Il 27 dicembre, l’Oman ha lanciato la sua campagna di inoculazione con il Ministro della Salute del sultanato che ha ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer. L’Oman afferma di voler vaccinare il 60% dei suoi abitanti. Il Ministero della Salute ha affermato che la fase iniziale della campagna di vaccinazione coprirà il 20% della popolazione a causa di un’offerta temporaneamente limitata.
Qatar
Il Qatar ha lanciato una campagna di vaccinazione gratuita contro il coronavirus dopo che il primo lotto del vaccino Pfizer-BioNTech è arrivato nello stato del Golfo il 22 dicembre. Il vaccino verrà somministrato in due dosi, a tre settimane di distanza l’una dall’altra in sette centri sanitari primari in tutto il paese. Il Qatar ha anche firmato accordi per l’acquisizione di vaccini Moderna e Oxford-AstraZeneca.
Arabia Saudita
L’Arabia Saudita, il paese più colpito nella penisola arabica con oltre 360.000 casi registrati, di cui 6.148 morti, ha iniziato la sua campagna con il vaccino Pfizer-BioNTech il 17 dicembre.
Emirati Arabi Uniti
I primi vaccini contro il coronavirus ai residenti sono stati somministrati nella capitale degli Emirati Arabi Uniti, Abu Dhabi, il 14 dicembre. Lo stato del Golfo ha approvato i vaccini Pfizer-BioNTech e Sinopharm.
Singapore
Anche Singapore ha detto di aver firmato accordi di fornitura con produttori di vaccini tra cui Sinovac, Moderna e Pfizer-BioNTech.
Unione Europea
L’Unione si è assicurata 6 contratti che consentono l’acquisto dei rispettivi vaccini una volta approvati dagli enti di controllo. I contratti sono stipulati con le seguenti case farmaceutiche: AstraZeneca, Sanofi-GSK, Johnson & Johnson, BioNTech-Pfizer, CureVac e Moderna.
Sembrerebbe che il vaccino Pfizer-BioNtec sia il più utilizzato al momento. Tuttavia, questo prodotto presenta delle criticità, soprattutto logistiche, dal momento che deve essere trasportato a bassissime temperature – che potrebbero rendere difficoltoso il suo utilizzo in molti Paesi del cosiddetto secondo e terzo mondo. Questo lascia la partita aperta ai vaccini russi e cinesi soprattutto in Africa, America Latina e nei Paesi poveri dell’Asia.
Velocità ed efficacia saranno i fattori che porteranno alla vittoria. Per questo motivo puntare su più vaccini, come già molti Paesi hanno fatto, potrebbe essere la strategia vincente.
Per superare al meglio questa crisi è auspicabile che una collaborazione internazionale venga raggiunta. Se questo non avverrà, nuove dinamiche geopolitiche saranno determinate dalla diplomazia dei vaccini.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Cristiana Oliva, redazione@exportiamo.it
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