Quali saranno le prospettive per l’economia mondiale nel 2021? Il corso della pandemia giocherà un ruolo chiave nel determinare il percorso della crescita economica e nel determinare i nuovi trend. Digitalizzazione, smartworking e adattamento, ma anche disuguaglianze e disoccupazione: questo lo scenario dell’anno che verrà.

Come riportato dal Financial Times, l’OCSE ha recentemente affermato come i recenti sviluppi nei vaccini per Covid-19 offrano barlumi di speranza per l’economia globale. Rilasciando le sue ultime previsioni per l’economia mondiale, l’organizzazione internazionale con sede a Parigi ha previsto nel 2021 un forte rimbalzo dalla storica recessione globale di quest’anno, ma ha affermato che l’economia mondiale non recupererà completamente la produzione persa fino alla fine del prossimo anno.

Nei mesi a venire, sarà molto importante per i Paesi accelerare la consegna di vaccini e sistemi efficaci di test, tracciamento e isolamento, in modo che le restrizioni alle attività possano essere gradualmente eliminate, ha affermato l’OCSE. I Paesi che ottengono questo risultato con maggior successo probabilmente avranno un rendimento economico relativamente buono. Al contrario i Paesi in cui la pandemia ha portato a lunghi blocchi avranno prestazioni peggiori, compreso il Regno Unito, dove l’OCSE prevede che la produzione sarà inferiore di oltre il 6% alla fine del prossimo anno rispetto al livello pre-pandemico, e l’Argentina, che avrà perso quasi l’8 %.

Sul fronte orientale, entro la fine del prossimo anno, le previsioni indicano che l’economia cinese dovrebbe crescere di quasi il 10% rispetto alla fine del 2019 a seguito della sua risposta medica ed economica di successo alla pandemia. Anche Corea del Sud ed Indonesia stanno andando bene.

Questo veloce ritorno ai tassi di crescita del periodo pre-Covid, tuttavia, non è di per sé così straordinario. È probabile , infatti, che la maggior parte delle economie che si stanno riprendendo più rapidamente dalla pandemia, si espanderanno ad una velocità insolita nel 2021 essendosi ridotte ad un ritmo senza precedenti l’anno prima.

I risultati economici su entrambe le sponde dell’Atlantico sono notevolmente inferiori rispetto a questi Paesi asiatici, ma si prevede che gli Stati Uniti recupereranno la produzione persa entro la fine del prossimo anno, nonostante l’attuale alto tasso di infezione. Dal prossimo anno avremo anche un nuovo inquilino alla Casa Bianca che effettuerà un cambio di rotta nella politica estera del Paese. Si aprono quindi nuove prospettive e nuovi scenari economici tra i quali sarà interessante osservare gli sviluppi con Teheran e Pechino.

L’Europa avrà prestazioni peggiori, ha anticipato l’OCSE: tra le grandi economie del Vecchio Continente solo la Germania si avvicinerà a riguadagnare i livelli pre-pandemici - la sua economia dovrebbe essere inferiore dell’1,7% nell’ultimo trimestre del 2021 rispetto al periodo equivalente del 2019.

L’impatto economico della pandemia e le prospettive di ripresa futura varieranno notevolmente nell’UE. Ciò riflette non solo la gravità della pandemia e il rigore delle misure di sanità pubblica adottate per contenerla in ciascun Paese, ma anche la composizione settoriale delle economie nazionali e le risposte di politica interna.

Come si legge nel rapporto di previsione economica della Commissione Europea di Novembre 2020, gli Stati membri hanno esteso alle loro economie un sostegno fiscale ed un’assistenza alla liquidità senza precedenti per evitare licenziamenti di massa, preservare i redditi e proteggere le imprese. Contrariamente alla crisi precedente, la risposta della politica economica nell’UE è stata rapida e significativa. La risposta energica e immediata della BCE a marzo è stata completata dall’attivazione della “clausola di salvaguardia generale” nelle regole di bilancio dell’UE, che ha aiutato gli Stati membri a fornire una forte risposta fiscale alla crisi. Sono stati inoltre raggiunti rapidi accordi su una serie di importanti strumenti di sostegno dell’UE, compreso il sostegno temporaneo per mitigare i rischi di disoccupazione in caso di emergenza (SURE). È importante sottolineare che l’accordo del Consiglio europeo sul piano Next Generation EU (NGEU) per sostenere gli Stati membri più colpiti dalla crisi COVID-19 con un fondo di 750 miliardi di euro ha mostrato un alto grado di impegno per la coesione e la solidarietà europee. Questa dimostrazione di determinazione collettiva ha attutito l’impatto della pandemia su imprese e persone ed ha avuto un impatto positivo sulla fiducia dei mercati finanziari. Un sostegno politico costante sarà fondamentale per limitare i danni a lungo termine per l’economia dell’UE.

Inoltre nel Vecchio Continente, oltre all’emergenza sanitaria, si fa sempre maggiore il rischio di un no deal con la Gran Bretagna, che porterebbe ulteriore confusione nei mercati.

Analogamente ai principali partner europei, stando ai dati ISTAT, per l’Italia si prevede una marcata contrazione del Pil nel 2020 (-8,9%) ed una recupero parziale nel 2021 (+4,0%) . Il Belpaese si sta riprendendo da un profondo calo della produzione, ma la pandemia e le sue ripercussioni negative persistono e pesano sull’attività economica, in particolare sui servizi, nel periodo di previsione. È improbabile che la ripresa sia sufficiente affinché la produzione reale torni ai livelli pre-pandemia entro il 2022. Dopo il forte aumento previsto per il 2020, il disavanzo e il debito pubblico dovrebbero diminuire lentamente nel 2021 e nel 2022.
Nonostante un graduale ritorno alla normalità, si prospetta comunque un duro periodo da affrontare poiché l’inverno nell’emisfero settentrionale potrebbe portare ad una nuova recrudescenza del virus. La ripresa economica sarà irregolare e si protrarrà oltre il prossimo anno. Dalla caduta del Pil all’aumento del debito, della povertà e delle disuguaglianze, fino alle trasformazioni del lavoro, della produzione e dei mercati internazionali: questo è quello che possiamo ragionevolmente attenderci nel prossimo futuro.

Nel 2021 l’umanità continuerà ad adattarsi a convivere con il virus, in modi che renderanno la convivenza meno gravosa. Le basi rimarranno le stesse. Saranno comunque necessari l’utilizzo delle mascherine, un costante lavaggio delle mani e il mantenimento di un certo grado di distanziamento sociale.

È probabile che gli effetti della pandemia sul comportamento dei consumatori persisteranno anche dopo l’inizio delle vaccinazioni, specialmente in settori come l’ospitalità e l’intrattenimento.

Anche il mondo del lavoro ha subito cambiamenti radicali. Due aziende su 3 rimarranno in smart working anche dopo l’emergenza. Secondo una survey di Aidp, tra i maggiori vantaggi riscontrati ci sono risparmio di tempo e costi di spostamento per i lavoratori (69%) e maggiore soddisfazione dei dipendenti, oltre ad un miglioramento del work-life balance (64%).

Risulta in questo contesto un interesse primario colmare i divari digitali all’interno e tra i Paesi. La pandemia ha messo in luce l’incapacità dei sistemi educativi in molti Paesi di operare a distanza tramite collegamento video. Un’altra priorità dovrebbe essere quella di aiutare coloro che hanno perso il lavoro a trovare un nuovo impiego.

Anche se la ripresa globale si concretizzasse, l’economia mondiale si ridurrebbe comunque del 5% alla fine del 2021 rispetto a quanto l’OCSE aveva previsto un anno fa - una chiara indicazione della crescita persa a causa della pandemia e del tenore di vita più basso, una più alta disoccupazione e una maggiore disuguaglianza che colpisce soprattutto le prospettive future dei più poveri e dei giovani.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Cristiana Oliva, redazione@exportiamo.it

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