Il Regno Unito è uscito dall’Unione Europea ma questo non ha segnato la fine della Brexit.
Infatti anche se l’uscita del paese è avvenuta il 31 gennaio 2020, i funzionari del governo britannico e dell’UE stanno ancora cercando di trovare un accordo sulle regole per la loro nuova relazione.

Al termine della transizione, il Regno Unito abbandonerà automaticamente i principali accordi commerciali dell’UE (il mercato unico e l’unione doganale) e nel caso in cui un nuovo accordo commerciale non sarà pronto, le tariffe e i controlli alle frontiere verrebbero applicati alle merci del Regno Unito che viaggiano verso l’UE e viceversa.

Di conseguenza le tariffe renderebbero le merci del Regno Unito più costose e più difficili da vendere nell’UE, mentre i controlli completi alle frontiere potrebbero causare lunghi ritardi nei porti.
Oltre al commercio, devono essere firmati anche altri aspetti delle future relazioni, come le norme sull’immigrazione, l’accesso alla pesca e la cooperazione in materia di sicurezza.

In caso non si raggiunga un accordo, sarà necessario sviluppare accordi per ognuna di queste aree a partire dal primo gennaio 2021 in poi.

Il primo ministro Boris Johnson afferma che un accordo sul commercio deve essere concluso entro il 15 ottobre, stimolando così le critiche del capo negoziatore Michel Barnier, che si è detto deluso dall’atteggiamento britannico, caratterizzato dall’essere molto vago nei negoziati.
Molti a Bruxelles credono che Boris Johnson all’ultimo minuto cederà su tutta la linea, tuttavia la linea perseguita dal premier inglese è testardamente orientata sul “no deal”.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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