Programmare la ripartenza post COVID-19 tramite mascherine, guanti, disinfettanti, ecc. per i propri dipendenti, passa anzitutto attraverso una corretta gestione delle problematiche di importazione in dogana, per snellire le operazioni di sdoganamento e per beneficiare di esenzioni fiscali su Dazi ed IVA.
Per molte imprese il momento di riaprire si avvicina, ma si fa sempre più chiaramente strada la consapevolezza che per farlo sono, e risulteranno anche nei mesi venire, indispensabili delle misure di sicurezza dotando i propri dipendenti, ma non solo, dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) e degli altri strumenti sanitari necessari al contrasto alla diffusione del COVID 19, tra cui spiccano le diverse tipologie di mascherine.
Tuttavia, tali dispositivi risultano ad oggi difficilmente reperibili sul mercato interno italiano ed europeo, oppure disponibili ma a costi più che lievitati. Per questo le imprese dovranno approvvigionarsi anche sui mercati Extra-UE attraverso l’importazione, provvedendo però a scongiurare il rischio di vedersi bloccate o addirittura requisite le merci in Dogana.
Se si pensa che su scala globale il 40% delle esportazioni di maschere per il viso, disinfettante e occhiali protettivi proviene da tre paesi come Cina, Germania e Stati Uniti diviene chiara la necessità per le imprese italiane di saper gestire tali importazioni, avvalendosi di un valido supporto per beneficiare delle semplificazioni previste.
Numerose sono inoltre le restrizioni all’esportazione di forniture mediche e DPI adottate da sempre più paesi, Unione Europea compresa, che limitano la possibilità di poter inviare, ad esempio, i materiali sanitari alle proprie ditte clienti o consociate estere senza previa autorizzazione ministeriale.
Sono tra l’altro all’ordine del giorno le requisizioni da parte dell’Agenzia Dogane e Monopoli (ADM) dei materiali sanitari, tramite cui la stessa acquisisce per conto dello Stato la proprietà della merce che ritiene utile alla lotta del COVID 19, per assegnarla alle strutture operanti nell’emergenza, ai sensi dell’ordinanza del Commissario Straordinario n.6 del 28 marzo 2020.
Nel dedalo di normative, circolari, comunicati, determinazioni, ecc. che si sono susseguiti a seguito della diffusione della crisi sanitaria per l’epidemia del Corona Virus, si provvede a fare una breve sintesi operativa per poter guidare le imprese e gli operatori ad una corretta gestione della delicata fase di importazione e a sfruttare le utili agevolazioni messe in campo dalla Commissione Europea.
Import DPI: le semplificazioni in dogana
L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) ha recentemente predisposto, tramite numerose circolari e chiarimenti, sostanziali semplificazioni per poter consentire agli operatori sia pubblici che privati di importare tali dispositivi, prevedendo tra l’altro:
- a livello operativo in dogana, delle modalità di Svincolo Diretto e Celere dei dispositivi di protezione individuale (DPI) e degli altri beni mobili necessari al contrasto alla diffusione del COVID 19;
- in ambito di agevolazioni fiscali, di beneficiare della possibilità di importare in esenzione totale da Dazi e da IVA le attrezzature mediche e i dispositivi di protezione, provenienti da paesi terzi e destinati gratuitamente, ad esempio, a enti pubblici o filantropici.
Sdoganamento veloce tramite Svincolo Diretto e Celere
Come definito nella Nota Prot. 102121/RU del 31 marzo 2020 viene previsto di snellire sensibilmente i controlli e le formalità doganali di importazione tramite la procedura di SVINCOLO DIRETTO e di SVINCOLO CELERE, le quali si distinguono come di seguito:
● Lo SVINCOLO DIRETTO e ultra rapido si rivolge solo a determinati soggetti, tra i quali enti pubblici, strutture ospedaliere ma anche imprese le quali svolgono attualmente servizi di pubblica utilità in base ai codici ATECO. Con questa procedura si possono importare sia DPI che altri beni mobili utili al contrasto del COVID 19.
● Lo SVINCOLO CELERE si rivolge a tutti i soggetti (sia privati che imprese che non fanno parte dei servizi ritenuti di pubblica utilità) che intendano adibire la merce al contrasto COVID 19 ma con questa procedura non si possono importare DPI.
Entrambi assicurano infatti che la merce non possa essere requisita in dogana, previa presentazione di apposite Autocertificazioni da compilare da parte dell’importatore, o di un suo intermediario, secondo i Modelli presenti sul sito dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Viceversa, i DPI destinati a soggetti diversi da quelli previsti potranno essere segnalati al Commissario Straordinario per eventuale requisizione.
Mascherine e DPI esentati da DAZI e IVA
Ordinariamente va considerato che le aliquote dei dazi doganali e dell’IVA applicate sulle importazioni di Dispositivi di Protezione Individuale e sulle merci destinate al contrasto al Corona virus i dazi sono tra i più disparati, con specifico alle mascherine si può giungere ad aliquote che vanno dal 6,3% sino al 14 %, a seconda della tipologia.
Con Decisione 2020/491 della Commissione Europea del 3 aprile 2020 è stata tuttavia disposta una esenzione da dazi doganali e IVA se la merce utile al contrasto al COVID-19 è destinata a determinati soggetti ed è importata per la distribuzione gratuita. Sul tema, con determinazione direttoriale prot. N. 107042 RU del 3 aprile 2020, l’ADM ha stabilito le modalità di applicazione delle esenzioni fiscali.
In sintesi, il provvedimento ha una durata di 6 mesi ed è in vigore per tutte le importazioni, anche retroattivamente, avvenute dal 30 di gennaio 2020 ed è applicabile sino al 31 luglio 2020, pur essendo suscettibile di ulteriore estensione.
Tuttavia, tale agevolazione fiscale risulta di limitata attuabilità per le imprese essendo riservata esclusivamente a specifici soggetti, tra cui:
o Stato o Enti statali
o enti pubblici e altri organismi governati di diritto pubblico
o Enti Filantropici, o altre organizzazioni approvate dalle autorità competenti negli Stati membri (in Italia ad esempio enti a carattere caritativo o filantropico) nonché dalle Unità di pronto soccorso.
In merito ai prodotti coinvolti, la Commissione Europea ha pubblicato un elenco indicativo di merci che possono beneficiare delle esenzioni.
Le autorità doganali europee, ed in particolar modo l’ADM in Italia, stanno giocando un importante e fondamentale ruolo per agevolare le importazioni, tuttavia per le imprese gestire questa dinamica complessa in modo impreciso potrebbe comportare il rischio di dover sostenere spese ingenti per dotarsi dei DPI o perfino vedersi pregiudicata la possibilità di riavviare le proprie attività e produzioni nella imminente Fase 2 prospettata dal governo.
Diviene pertanto indispensabile, comprendere, pianificare ed attuare con attenzione l’importazione di tali dispositivi, vista la complessità e continua mutabilità dello scenario affidandosi ad esperti del settore doganale.
Fonte: a cura di Exportiamo, di dott. Marco Sella – Customs & Global Trade Advisor, redazione@exportiamo.it
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