Il COVID-19 minaccia la sicurezza economica e sociale delle Nazioni e sta provocando un forte impatto sulla popolazione a livello globale. Gli stili di vita e le abitudini di acquisto di tutti sono inevitabilmente sconvolti: un numero sempre più elevato di persone è tenuto a limitare attività ed interazioni sociali, a modificare i propri ritmi lavorativi e ad adottare misure precauzionali molto restrittive. Parallelamente, quasi in anticipo rispetto alla diffusione del COVID-19, si diffonde un sentimento comune di instabilità che si traduce, da un lato, nella necessità costante di aggiornamento circa l’andamento della pandemia e, dall’altro, in un bisogno crescente di distrazione.
Il Covid-19, com’era facile aspettarsi, da diversi giorni ha rubato la scena su tutti i canali media americani. Ciò che per settimane è stato visto con distacco e superficialità dalla politica, dai canali di informazione e dalla stessa popolazione è diventata più che una minaccia. Gli americani hanno dovuto riorganizzare rapidamente la propria quotidianità in risposta alle direttive governative e stanno trascorrendo sempre più tempo in casa, esponendosi più che mai ai canali multimediali come risorsa continua di informazione, di intrattenimento ed incoraggiamento.
Se il mercato statunitense è uno dei mercati di sbocco a livello internazionale, è proprio questa, l’occasione utile per ridefinire il proprio piano di comunicazione sui canali multimediali al fine di rispondere in maniera tempestiva ed efficace a queste ultime tendenze.
Come anticipato nel nostro precedente articolo, l’indagine condotta da Nielsen, presentata lo scorso 10 Marzo, ha identificano ben sei differenti livelli di consumo da parte delle popolazioni di diverse aree geografiche correlati alle fasi di sviluppo della pandemia. Tale indagine viene aggiornata costantemente e, sulla base di attuali indicatori del mercato locale, le popolazioni di diversi paesi vengono associati ad uno specifico livello di consumo.
Infatti, a partire dal 16 Marzo, l’indagine ha collocato la popolazione statunitense nella fase definita “restricted living”. Questa è una data cruciale per il paese a stelle e strisce poiché il CDC, Centro per Disease Control and Prevention, ha annunciato l’inizio del cosiddetto “15-day pause”. Si tratta di un periodo della durata di 15 giorni in cui sono stati limitati gli eventi sociali, sospese le attività di ristorazione tradizionale, limitati i viaggi ed incoraggiato lo svolgimento delle attività lavorative non essenziali e le attività scolastiche direttamente da casa. In risposta alla decisione intrapresa dal CDC (alla quale si è agganciata la recente dichiarazione da parte del Presidente Trump di estendere tale periodo fino al 30 Aprile) le istituzioni pubbliche e i governi locali hanno continuato ad adottare (e adotteranno) nuove direttive e restrizioni (chiusura scuole pubbliche e private, chiusura delle attività non essenziali, limitazioni numero di viaggi non essenziali).
In questa fase di “restricted living”, gli americani hanno limitato, e continueranno a limitare, le proprie uscite solo ad occasioni di necessità (farmacie, supermercati, ad esempio), nel rispetto delle regolamentazioni locali e governative che invitano a rimanere a casa per rallentare la diffusione del virus.
È proprio in questo contesto che si può notare come la popolazione americana, trascorrendo più tempo in casa per ragioni di sicurezza, ha aumentato l’utilizzo dei canali media.
Negli Stati Uniti, infatti, i dati sullo share dei media risultano essere ai massimi storici: secondo il recente “Nielsen Total Audience report”, gli americani spendono poco meno di 12 ore ogni giorno sulle piattaforme multimediali.
Tra i vari canali media a disposizione, il sondaggio mostra che l’83% dei consumatori dichiarano di ascoltare la radio in misura superiore rispetto al periodo precedente la pandemia. Tra le principali motivazioni dichiarate dai soggetti intervistati c’è sicuramente la volontà di informarsi in maniera tempestiva sull’attuale status del Covid-19 e la necessità di sentirsi meno soli, meno stressati e di ridurre la sensazione di panico.
Inoltre, le TV connesse e le piattaforme di streaming online attirano ben tre-quarti dei consumatori americani, specialmente coloro che lavorano da remoto: la ricerca dimostra che in fase di smart working gli americani sono connessi alla tv tre ore in più a settimana rispetto a coloro che continuano a lavorare all’esterno (25 ore e 2 minuti per i primi e 21 ore e 56 minuti per i secondi durante la settimana lavorativa).
In tali circostanze, è fondamentale adeguare i propri strumenti e strategie di comunicazione multimediali per informare, intrattenere ed offrire prospettive positive alle nuove abitudini di consumo del mercato americano.
Qui di seguito, alcuni suggerimenti:
Rivisitare il contenuto relativo al brand: Adottando una comunicazione semplice, il brand può offrire un messaggio rassicurante, nonché un’opportunità per aggiornare il pubblico sulle attività di aiuto adottate per la comunità. È importante inoltre riorganizzare il contenuto creativo in modo tale da evitare l’uso di immagini o messaggi che, se prima risultavano innocui, ora possono turbare il pubblico (esempio strette di mano o assembramenti);
Supportare le attività di gruppo: il brand potrebbe organizzare o partecipare ad iniziative che coinvolgono un gruppo di persone come ad esempio la pianificazione di conversazioni da remoto o programmi educativi customizzati (eventualmente gratuiti) che sostituiscono l’interazione sociale e che manifestano l’autenticità del brand. È questo il momento opportuno per sperimentare anche (relativamente) nuovi strumenti offerti dai social media, come ad esempio Facebook Live sessions, Twitter o IGTV per contenuti di lunga durata.
Rivisitare il contenuto degli influencer: Più di prima, il pubblico cerca sempre più occasioni per distrarsi e per sentirsi più vicini ad una situazione di normalità e qui gli influencer giocano un ruolo fondamentale. In queste circostanze, l’influencer è il portavoce del brand e quindi potrebbe focalizzare la propria comunicazione sulle iniziative che il brand sta realizzando a supporto della comunità. Fondamentale è analizzare in maniera approfondita, attraverso i canali utilizzati dagli influencer, le reazioni ed i commenti relativi al brand in modo da comprendere tempestivamente le preoccupazioni e i punti di vista del pubblico. Infine, ogni tipo di messaggio e contenuto che verrà utilizzato dagli influencer deve essere revisionato in maniera preventiva per evitare la diffusione di false informazioni.
Dare risalto alla sicurezza dei propri lavoratori: le persone prestano particolare attenzione sul modo in cui le aziende trattano i propri lavoratori durante questo periodo di incertezza. Le notizie riportano licenziamenti improvvisi o promesse di pagamento non mantenute. Un messaggio cruciale da trasmettere in questa situazione dovrebbe consistere nel miglioramento di misure precauzionali per garantire la sicurezza dei lavoratori e la continuazione dei rapporti lavorativi, prima ancora che queste iniziative vengano prese a livello governativo;
Sospendere lanci di prodotto o comunicati stampa non necessari: sebbene i comunicati stampa e presentazioni o annunci rappresentano elementi essenziali all’interno di una strategia di marketing, soprattutto nei canali B2B, questo non è il momento opportuno per promuovere un lancio di nuovo prodotto. Questo è decisamente il periodo in cui il pubblico è focalizzato sulla situazione corrente e non sui comunicati stampa relativi all’azienda. È importante, dunque, rimandare queste attività fino a quando la situazione migliorerà.
Prepararsi a rispondere alle domande più frequenti. È possibile che il pubblico voglia essere aggiornato sui possibili cambiamenti o problematiche connesse alla fornitura di un servizio. È questa l’occasione giusta per poter anticipare le domande più frequenti e dare una risposta a quelle che possono essere le possibili operazioni di rimborso, di sicurezza o eventuali cancellazioni. Si può partire dunque dall’elaborazione di una serie di risposte da pubblicare sul proprio sito, blog o sui social media come messaggi temporanei (Instagram stories, ad esempio).
Le dinamiche che stanno caratterizzando dunque l’attuale ecosistema mediatico nel mercato americano, non devono essere sottovalutate da parte delle aziende italiane che vogliono consolidare l’essenza del proprio brand nel breve termine e consolidare la propria concentrazione commerciale nel lungo termine.
Esse rappresentano il punto di partenza per l’attivazione di iniziative mediatiche e piani di comunicazione del brand che possono avere un effetto informativo ed incoraggiante nei confronti dei consumatori, sempre più preoccupati della propria salute e desiderosi di contenuti caratterizzati da grande utilità e positività.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Maria Chiara Migliaro, redazione@exportiamo.it
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