La generale corsa agli acquisti dei beni di prima necessità, rappresenta senza dubbi uno degli effetti collaterali che l’emergenza Coronavirus sta causando in queste ultime settimane in Italia e nel mondo. Tuttavia, l’evoluzione di questo fenomeno ha degli importanti risvolti sull’intera GDO, sia offline che online.
L’aumento del volume degli acquisti di beni primari registrato nell’ultimo periodo, non riguarda solo i supermercati, i discount e tutta la Grande Distribuzione Organizzata in senso tradizionale. Si registra infatti una vera e propria impennata delle vendite online, con i consumatori italiani costretti a ripiegare sui canali digitali per poter comprare i beni di prima necessità, ottemperando al tempo stesso alla richiesta degli organi pubblici di restare nelle proprie abitazioni.
I dati delle vendite della GDO
Secondo gli ultimi dati forniti da uno studio della Nielsen, relativi alla settimana tra il 24 febbraio e il 1° marzo, le vendite generate dalla GDO sono in continua espansione, con un importante aumento pari al +12,2% rispetto allo stesso periodo del 2019.
A livello territoriale, si rileva l’aumento più consistente su base tendenziale nel Meridione, con un incremento delle vendite pari al +15,8%, mentre nel Centro Italia e nel Nord Est la crescita risulta del +12,8%. Per concludere, il Nord Ovest registra un’ascesa inferiore alla media nazionale, che si attesta al +9,9%.
In base alla tipologia di attività distributiva, l’aumento delle vendite risulta abbastanza omogeneo, con i discount che registrano la crescita maggiore (+17,8%), seguiti dagli specialisti drug (+10,8%). Evidenziano un trend a doppia cifra anche i supermercati, in crescita del +14,6% e i liberi servizi, in ascesa del +10,8%. Lo studio rileva infine una crescita per gli ipermercati pari al +7,1%, che risentono della parziale chiusura dei centri commerciali prevista dal DPCM dell’11 marzo scorso.
Tra gli articoli alimentari la cui domanda ha registrato una maggiore crescita tendenziale si evidenziano: riso (+61,0%), pasta (+56,7%), conserve animali (+49,2%), conserve rosse (+48,7%), farina (+82%) e nel comparto dei prodotti surgelati (+24,1%) si evidenziano i panati di pesce (+33,7%) e i vegetali (+22,1%). Anche l’acqua registra un forte incremento delle vendite (+19,3%).
Per il comparto dei prodotti della pulizia e dell’igiene, crescono in particolar modo i settori quali: cura della casa (+24,9%), spinta in particolar modo dalle commodities come alcol denaturato (+347,0%) e candeggina (+87,8%). In ascesa anche la categoria dei prodotti per la cura della persona (+19,6%), in particolare gli articoli del settore parafarmaceutico (+148%), la carta igienica (+22,7%), le salviettine umidificate (+260,3%), i fazzolettini di carta (+31,7%). Si evidenzia infine l’aumento delle vendite di sapone per le mani, liquido e solido (+83,5%) e i saponi intimi (+35,1%).
Per quanto concerne le vendite online di prodotti di prima necessità, nel periodo preso in esame dallo studio, si rileva un incremento del +81% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e in crescita di 30 punti percentuali in confronto alla settimana precedente, a dimostrazione di come i consumatori siano spinti, in parte per necessità in parte per sicurezza, a ripiegare agli e-commerce per accedere ai beni di prima necessità.
Questa massiccia crescita delle vendite online ha messo non in poca difficoltà le aziende del settore del commercio elettronico, che in più casi sono state costrette ad annunciare ritardi e limitazioni dei servizi di consegna, sia per quanto riguarda i top player mondiali sia quelli a carattere prettamente nazionale, tra i quali:
Amazon: il colosso dell’e-commerce a livello globale non è riuscito a sostenere in parte il recente aumento di ordini online e si è visto costretto a dare priorità ad alcune categorie di prodotti essenziali, per i quali continuerà ad effettuare consegne.
Carrefour: il servizio di consegna a domicilio della spesa offerto dalla catena di supermercati francese, visto il numero eccezionale di accessi al servizio, richiede tempi di attesa molto lunghi rispetto al normale. Inoltre, per assicurare un miglior servizio alle categorie maggiormente in difficoltà, l’azienda invita i clienti a lasciare che siano le categorie di persone che hanno maggiore bisogno di tale servizio ad usufruirne.
Esselunga: Anche in questo caso, il boom delle richieste della spesa a domicilio ha provocato importanti ripercussioni, in primis sui tempi di consegna, che l’azienda stessa dichiara “molto lunghi”.
Easy Coop: Anche il servizio di consegna a domicilio offerto dalla Coop risente dell’elevato numero di ordini e l’azienda stessa comunica di verificare la disponibilità di una data per la consegna. La prima data utile risulta essere infatti ad aprile.
Suermercato24: Stessa situazione per Supermercato 24, che sul sito ricorda che a causa del gran numero di richieste, la disponibilità di consegna nei prossimi giorni possono essere al completo.
Glovo: Il servizio di Glovo è sicuramente più conosciuto per il food delivery, tuttavia offre anche la consegna di prodotti alimentari e medicine. Nelle ultime settimane, i tempi di consegna hanno visto un allungamento rispetto agli standard dell’azienda, proprio a causa dell’elevato numero di richieste.
In generale però, tutti i player del settore, oltre alle istituzioni, sottolineano che non vi è una scarsità di prodotti e che per questo è possibile reperirli direttamente nei punti vendita.
Vista la situazione però, è possibile aspettarsi un incremento degli acquisti online anche negli altri Paesi coinvolti dall’emergenza, come già si sta verificando negli Stati Uniti, e per questo motivo è necessario farsi trovare pronti, soprattutto se si hanno e-commerce attivi nelle aree più colpite, potenziando la catena di approvvigionamento e il servizio di consegna.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Federico Milone, redazione@exportiamo.it