Gli scambi commerciali mondiali dopo un periodo di forte rallentamento dovuto alla concomitanza di diversi fattori (guerra dei dazi, brexit, tensioni geopolitiche varie) sono stimati nuovamente in accelerazione a partire dal prossimo anno (2,4% su base annua) e, con un tasso di variazione di oltre il 3% nel corso del 2021. Ciò si traduce in nuove opportunità per le imprese italiane che hanno il dovere se non l’obbligo di intercettare quei Paesi che sosterranno i trend di crescita attesi come India, Vietnam e Paesi dell’Africa sub sahariana.
Il quadro che emerge dalla presentazione dell’Edizione 2019 del Rapporto ICE-Prometeia “Evoluzione del commercio con l’estero per aree e settori”, tenutasi l’11 novembre a Roma presso la sede di ICE – Agenzia, dipinge un quadro meno idilliaco sugli scenari degli scambi internazionali cresciuti solo dell’1,2% nell’anno che si sta per concludere. Allo stesso tempo il rapporto guarda però oltre la congiuntura corrente e in particolare fa emergere quelle che saranno le opportunità del prossimo biennio. I prossimi anni forniranno nuovi trend di crescita ed il 2019 rappresenta un punto minimo da cui partire alla ricerca di nuovi sviluppi.
Già dal 2020, messi da parte Brexit e tensioni USA/CINA, gli scambi mondiali nel loro complesso sono attesi positivi e nuovamente in accelerazione rispetto al 2019 (2,4% la previsione a prezzi costanti). Nel 2021 è previsto un ulteriore miglioramento con una variazione annua delle importazioni del 3,7%. Un tasso sufficiente a riportare sopra l’unità il rapporto tra variazione degli scambi e quella del Pil.
Nello specifico, il biennio 2020-2021 vedrà un ritorno in fase espansiva dell’import cinese che offrirà il maggior contributo alla crescita del commercio mondiale in termini di nuove importazioni assorbite. Gli Stati Uniti invece costituiranno il secondo mercato per aumento dei livelli di import dal mondo e resteranno comunque centrali nelle strategie di internazionalizzazione di molte imprese italiane. Nel prossimo futuro le imprese saranno chiamate ad aggiungere altri Paesi oltre a quelli fin qui già citati. India, Vietnam e paesi dell’Africa subsahariana in particolare rappresentano da questo punto di vista le destinazioni più attrattive, con tassi a doppia cifra nelle prospettive al 2021. La spinta dell’aumento demografico, la recente apertura delle economie domestiche, l’urbanizzazione crescente rappresentano, anche sotto il profilo dell’internazionalizzazione, alcune delle condizioni abilitanti per uno sviluppo duraturo.
Per quanto riguarda i settori, le previsioni mostrano che, se l’automotive ha fatto da freno alla crescita del commercio mondiale, dopo averlo tuttavia sostenuto molto in passato, per altri settori il trend si rivela ben più favorevole. Già nel 2019, comparti importanti per la manifattura italiana hanno registrato una crescita dell’import mondiale superiore al dato medio; tra questi il sistema moda e casa, la chimica farmaceutica e la meccanica.
L’elenco dei settori più dinamici si allargherà nel 2020 all’alimentare, seconda industria manifatturiera italiana ed un comparto il cui livello di internazionalizzazione è trainato anche da dinamiche strutturali come l’avvicinamento e la contaminazione degli stili di consumo tra i mercati e lo sviluppo di sistemi di conservazione e tracciabilità.
Il successo delle imprese italiane sui mercati internazionali passerà oltre che dal posizionamento nelle economie citate, anche dalla loro abilità nella sostenibilità ambientale dei prodotti esportati ma soprattutto dagli investimenti per la digitalizzazione, fattori necessari e abilitanti sia per crescere sui mercati (l’ecommerce e i big data i casi più evidenti) sia per favorire l’innovazione dei prodotti (progettazione e stampanti 3d), sia per la tutela degli asset aziendali (cybersecurity).
Non ci resta che essere attori protagonisti nel prossimo scenario augurandoci inoltre che il cambiamento di regia dal MISE alla Farnesina contribuisca al miglioramento delle performance del Sistema Italia soprattutto nei mercati esteri.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Alessio Gambino, redazione@exportiamo.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA