Ci approssimiamo alla fine dell’anno e come di consueto ci si ferma a riflettere sul bilancio di questo 2019.

Da un punto di vista di performance economiche ci ha pensato il World Economic Forum presentando il Global Competitiveness Report, nel quale è stata stilata una classifica delle Economie mondiali più competitive.

Come metro di giudizio sono stati utilizzati una serie di indicatori chiave raccolti in 12 categorie come i fattori macroeconomici, il sistema sanitario, le istituzioni, ecc. ai quali è stato assegnato un valore numerico da zero a cento per generare una valutazione generale di 141 paesi a livello mondiale.

Il podio è occupato da ben due Paesi asiatici con Singapore in testa, con un valore totale di 84,5 punti ed Hong Kong al terzo posto. Singapore in particolare ha dato prova di essere l’economia più attiva e aperta al mondo grazie all’ottimo livello delle sue istituzioni pubbliche, dei servizi alla salute, il vivace mercato del lavoro e un buon sistema finanziario.

La medaglia d’argento, nonostante un anno politicamente ed economicamente complicato, va agli Stati Uniti, con un punteggio di 83,7, che riescono comunque a mantenersi primi al Mondo dal punto di vista dell’Innovazione e per un mercato del lavoro densamente popolato da lavoratori qualificati.

L’Olanda è quarta e supera la Svizzera, al quinto posto. Il Giappone segue al sesto posto.

In settima posizione troviamo la Germania, che perde ben 4 posizioni dall’anno precedente, seguita in ordine dalla Svezia, Regno Unito, Danimarca e Finlandia. Facendo un balzo più in basso nella classifica arriviamo al 28° posto occupato dalla Cina, e seguita dal Qatar, per poi incontrare, finalmente, l’Italia alla trentesima posizione.

Il problema più grande del nostro Paese sembra identificarsi con il mercato del lavoro, caratterizzato da tasse troppo alte, la poca flessibilità nella determinazione dei salari, e scarsissime performance nel riconoscimento della meritocrazia, motivo che spesso spinge i nostri migliori talenti a cercare opportunità soddisfacenti fuori dai confini nazionali.

Le brutte notizie non sono finite per il nostro Belpaese che dimostra, per il World Economy Forum, rigidità al cambiamento sul fronte istituzionale, scarsa capacità del governo di garantire una stabilità politica ed una visione poco chiara dell’esecutivo nella definizione di piani a lungo termine.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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