Lunedì scorso, si è svolto a Roma presso l’Auditorium della Tecnica di Confindustria, il convegno dal titolo, “Dove va l’economia italiana e gli scenari di politica economica”, allo scopo di presentare i dati relativi alle nostre performance economiche nazionali e per riflettere sugli scenari internazionali dei prossimi mesi. Il Dott. Andrea Montanino, Capo economista, ha presentato il rapporto elaborato dal Centro Studi Confindustria decretando che, a causa di un’economia che resta tendenzialmente bloccata, il tasso di crescita previsto per l’Italia sarà minimo.
Riportiamo di seguito i dati rilevati nella ricerca ed alcune considerazioni per meglio orientare le scelte strategiche future delle imprese.
I dati presentati sul commercio internazionale
La situazione attuale dell’Italia rispetto all’interscambio commerciale con gli altri paesi ha dimostrato delle ottime performance. Il rapporto ha però portato alla luce l’instabilità della situazione in un’ottica di lungo periodo. Questo perché nonostante le esportazioni italiane siano cresciute a buoni ritmi nella prima metà del 2019, si è in realtà verificato un calo totale degli scambi mondiali.
La maggior causa di queste variazioni nelle performance commerciale è senza dubbio la Guerra dei dazi avviata tra USA e Cina, che ha determinato il crollo degli scambi bilaterali tra i due colossi. L’Italia è riuscita ad inserirsi in questa cornice andando a compensare in parte il “vuoto” lasciato dei prodotti cinesi nel mercato americano. Questo risultato apparente positivo non sembra rappresentare una situazione permanente. Anzi, a complicare le cose c’è anche l’introduzione dei nuovi dazi americani su diversi prodotti nostrani.
L’Italia è comunque sostenuta, in questa situazione d’incertezza, dalla sua forte specializzazione geografica che vede il nostro Paese principalmente impegnato in area europea arginando le ripercussioni dovute alle politiche protezionistiche di alcuni Paesi Extra UE. Ciononostante, anche la situazione di equilibrio all’interno del vecchio continente è in fase di transizione. Sorprendentemente, il timore di un’imminente Brexit, che minaccia i rapporti tra Regno Unito ed il resto dell’Europa, ha dato vita ad una crescita di scambi tra l’Italia e la monarchia inglese promuovendo quest’ultima a terzo importatore di prodotti italiani (dopo USA e Svizzera) nel Mondo. I risultati, anche qui, sono però ritenuti strettamente legati al periodo transitorio. Per determinare le nuove dinamiche degli scambi globali bisognerà dunque attendere l’evoluzione e la stabilizzazione delle politiche internazionali.
Altri aspetti che hanno positivamente contribuito ad un incremento delle esportazioni sono stati gli accordi bilaterali con paesi quali il Giappone e il Canada e l’indebolimento dell’Euro.
Difficoltà interne: Spread e Debito pubblico
Come al solito due importanti sfide da superare anche quest’anno saranno l’aumento dello spread, insieme alla relativa diminuzione della fiducia, e l’abbattimento del debito pubblico.
Il primo dipende dal rischio di solvibilità del Paese e dal rischio di ridenominazione del debito (italexit). Una giustizia civile poco convincente agli occhi delle controparti estere, rende il Belpaese ancora poco degno di fiducia
Il secondo obiettivo sarà invece stimolare la crescita per mettere il debito su un sentiero discendente, in un contesto difficile in cui l l’anello debole è la stessa domanda interna.
Le scelte di politica economica per il prossimo autunno sono quindi complesse, tra compatibilità dei conti pubblici, mercati internazionali in affanno ed esigenza di politiche per la crescita. Durante il suo intervento il Ministro dell’Economia e delle Finanze Gualtieri ha presentato la possibilità di agire su un orizzonte pluriennale attraverso lo sblocco degli investimenti pubblici, il sostegno a quelli nel settore privato (in particolare per la promozione di imprese green e digitalizzate), la promozione di una riforma fiscale pro crescita ed un taglio graduale ma consistente al cuneo fiscale e contributivo.
La resilienza delle PMI e le nuove possibilità per il futuro
Decisamente positiva si è dimostrata l’attitudine delle PMI italiane, lodate per la loro resilienza e per la loro capacità di reagire alle sfide dei nuovi contesti. Importanti punti di forza delle nostre aziende sono infatti la flessibilità e la diversificazione. I distretti hanno saputo svolgere un ruolo determinante per trainare la nostra economia nella crescita export. In prima linea i beni di consumo del settore farmaceutico del Lazio e quelli dell’abbigliamento in Toscana.
Il contesto incerto ed il periodo di transizione sembra, al contrario, aver penalizzato la forte specializzazione della Germania nell’automotive decretandone la crisi e la conseguente frenata delle filiere europee gravitanti intorno a questo importante hub produttivo. Il settore rappresenta per la nazione tedesca il 20% delle sue quote export: un suo stallo potrebbe essere interpretato anche come un primo segnale di cambiamento nelle necessità del consumatore nei riguardi delle tematiche ambientali e di responsabilità sociale .
Nella parte finale dell’incontro il Prof. Leonardo Belletti dell’Università Tor Vergata ed il Direttore Generale ECFIN della Commissione Europea Marco Buti, hanno infatti concordato sulla nascita di una nuova tendenza mondiale in cui gli elementi determinanti sono lo sviluppo tecnologico e la responsabilità sociale-ambientale. Un numero sempre maggiore di investimenti è messo a disposizione per la creazione di un nuovo capitolo industriale caratterizzato da industrie 4.0, green, ecosostenibili e socialmente responsabili.
Le battute conclusive del rapporto hanno infine decretato che “Il 2020 può essere un anno di svolta a patto che si vada e ricreare il clima di fiducia, rilanciare gli investimenti privati e avviare in modo significativo la riduzione del peso fiscale sui lavoratori”. Sempre in attesa di un rasserenamento dei mercati internazionali.
È quindi inevitabile attendere le evoluzioni e la auspicata stabilizzazione delle politiche internazionali per determinare le nuove tendenze del commercio mondiale, ma un messaggio sembra essere sottinteso: il futuro sarà rappresentato dall’eco-sostenibilità e dalla digitalizzazione dell’impresa. Grazie alla loro resilienza, flessibilità e spirito di adattamento le nostre PMI possono davvero essere capaci di giocare un ruolo decisivo per entrare in questa nuova era.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Chiara Bongiovanni, redazione@exportiamo.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA