Dopo aver passato in rassegna i 6 consigli utili per esportare in Brasile (se ti sei perso l’articolo clicca qui) approfondiamo di seguito uno dei temi più delicati quando si parla di export verso il colosso sudamericano: l’etichettatura dei prodotti.

Non tutti sanno che la preparazione delle etichette dei prodotti rappresenta, di fatto, uno degli aspetti più importanti da tenere in considerazione per le imprese intenzionate ad esportare in Brasile specialmente perché, se non affrontato sin dall’inizio, può produrre danni di assoluto rilievo.

In effetti fornire un’immagine negativa dei propri prodotti sul mercato brasiliano o addirittura vedersi respingere i prodotti alla dogana per motivi tecnici e/o formali potrebbe provocare consistenti perdite economiche che possono però essere evitate raccogliendo tutte le informazioni utili durante il processo di preparazione dell’esportazione e chiedendo aiuto a consulenti esperti.

Vediamo perciò quali sono le principali regole da considerare prima di preparare l’etichetta dei prodotti.

Le norme

In Brasile sono previste varie norme, spesso comuni a tutti i Paesi aderenti al MERCOSUR, che stabiliscono i requisiti di etichettatura per i prodotti immessi all’interno del mercato nazionale. Tuttavia, i riferimenti normativi cambiano a seconda di alcune variabili, quali per esempio, il tipo di prodotto, l’imballaggio, il peso e l’origine.

A prescindere da queste specifiche, come primo passo, l’azienda esportatrice dovrà comunque procedere all’invio della richiesta di autorizzazione dell’etichettatura (in pt: rotulo), attraverso un apposito formulario (”formulário de registro de rótulo de produto de origem animal importado”) che si trova sul sito della Receita Federal. Ove la documentazione sia presentata in maniera completa e corretta, questo passaggio richiede in media due mesi per la sua conclusione. Vediamo di seguito a mero titolo di esempio, quali sono le regole da rispettare per due categorie di prodotti per le quali il Made in Italy è riconosciuto e apprezzato all’estero: i prodotti agroalimentari ed i prodotti tessili.

I prodotti agroalimentari

Per molti aspetti i requisiti di etichettatura risultano analoghi a quelli stabiliti dalla normativa europea. Tuttavia in Brasile l’etichettatura è soggetta ai requisiti stabiliti dal Ministero dell’Agricoltura attraverso la Circular 125/98/DCI/DIPOA e la RDC N°259 del 2002 (Regulamento Técnico sobre Rotulagem de alimentos embalados), nonché ad una serie di specifici riferimenti.

L’organo incaricato a orientare e ispezionare la conformità delle etichette è l’Anvisa – Agenzia Nazionale di vigilanza e controllo sanitario (Agência Nacional de Vigilância Sanitária).

La lingua ufficiale per l’etichettatura dei prodotti agroalimentari è il portoghese (secondo quanto specificato dall’Acordo ortográfico da língua portuguesa). L’etichetta può essere anche nella lingua originale del Paese esportatore, ma con retro-etichetta in portoghese.

I contenuti minimi che devono essere presenti in una etichetta sono i seguenti:

  • denominazione del prodotto;
  • ragione sociale e indirizzo dell’importatore;
  • istruzioni di utilizzo;
  • peso netto o volume (per i liquidi) secondo il sistema metrico;
  • origine del prodotto: nome, indirizzo del fabbricante, produttore e imbottigliatore (per liquidi);
  • Paese di origine e città, identificando ragione sociale e registro presso l’autorità responsabile; per identificare l’origine dovranno essere utilizzate le seguenti espressioni: “fabbricato in…”; “prodotto da…”;
  • identificazione del numero del lotto;
  • data di validità corredata dalla presenza di giorno, mese e anno per alimenti con validità inferiore ai tre mesi. Per tutti gli altri basta il mese e l’anno (non esiste differenza tra data di scadenza e data di preferibile consumo, come invece avviene in Italia);
  • dichiarazione dei componenti nutrizionali (notizie che illustrano le proprietà nutrizionali che un prodotto possiede in relazione al suo valore calorico ed al contenuto in carboidrati, in proteine, in grassi e fibre alimentari, in vitamine e minerali, valore energetico in kcal e kj). Devono essere inoltre discriminate le quantità per porzione e per valore giornaliero (in %). Le porzioni devono essere segnate in grammi o millilitri e presentare anche la misura casalinga (cucchiaio, bicchiere, fetta);
  • informazioni complementari sui componenti nutrizionali;
  • Inoltre, si deve riportare obbligatoriamente la percentuale dei grassi vegetali “trans” o “in forma trans” oltre l’indicazione dell’eventuale presenza di “glutine”;
  • Allergeni: dal 2015 è stata introdotta una nuova norma che impone l’obbligo ai produttori di dichiarare in etichetta non solo la presenza del glutine (per i celiaci) ma anche di altri componenti, dal momento che il 90% delle allergie è causato da altre sostanze, come la presenza di: crostacei, soia, arachidi, uova, latte, castagne, noci.

Infine, a partire da quest’anno, dovranno essere inserite anche le informazioni riguardati il lattosio. In particolare i prodotti saranno divisi in tre categorie: zero lattosio, senza lattosio o non contenente lattosio per i prodotti che contengono quantità inferiori a 100 mg per 100 g di prodotto (0,1% della composizione). Si ricorda che può essere usata la dicitura a basso contenuto di lattosio, per i prodotti con una percentuale compresa tra lo 0,1% e 1%; oppure contiene lattosio, per i prodotti con una percentuale superiore allo 0,1%.

Ulteriori informazioni sulla conservabilità del prodotto possono essere fornite in etichetta secondo quanto previsto dalle disposizioni del Sistema di Informazioni Generali del Servizio di Ispezione Federale (Sistema de Informações Gerenciais do Serviço de Inspeção Federal – SIG SIF).

Vi sono poi una serie di prodotti alimentari dispensati dall’etichettatura nutrizionale, così come previsto dagli organi di controllo locale. Tra questi rientrano: bevande alcoliche, spezie, acqua imbottigliata, aceto, sale, caffè, tè, erbe senza aggiunta di altre sostanze, frutta e vegetali in natura e surgelati.

Infine, recentemente, il 30 maggio, l’Anvisa ha riunito diversi esperti, associazioni di categoria e organi del governo per discutere su una nuova riforma dell’etichetta nutrizionale. L’obiettivo è rendere l’etichetta di più facile comprensione per il consumatore, stabilendo regole chiare e obiettive.

I prodotti tessili

Il Regolamento in vigore in tutti i Paesi MERCOSUR stabilisce che l’etichetta dei prodotti tessili immessi in consumo in tali Paesi deve obbligatoriamente riportare le seguenti informazioni:

  • nome o ragione sociale o marchio e partita IVA dell’importatore locale;
  • Paese di origine;
  • composizione fibrosa;
  • istruzioni di lavaggio e manutenzione;
  • taglia.

Anche in questo caso, le informazioni devono essere fornite in portoghese, con caratteri di dimensione minima di 2mm. L’etichetta deve inoltre essere applicata al prodotto in modo permanente, per mezzo di cucitura, marcatura o simili metodi.

Gli imballaggi in legno

Così come i prodotti di diversi settori, anche le etichette degli imballaggi devono rispettare requisiti legali e tecnici. Nel caso di utilizzo di imballaggi in legno grezzo il Brasile richiede la conformità alla norma fitosanitaria FAO ISPM 15 (International Standard for Phytosanitary Measures No. 15) anche dei pallet (nuovi o usati), dei materiali per stivaggio (pagliolo), delle casse, delle gabbie, dei fusti, delle bobine, dei pianali di carico, dei pallet collar (paretale) e degli skid. La conformità alla norma viene dichiarata mediante l’apposizione del marchio con il logo IPPC, il numero di omologazione dell’azienda (con codice ISO del Paese) e la sigla del trattamento utilizzato (nell’Unione europea è consentito solo il trattamento termico HT). Sia il trattamento sia la marchiatura sono controllati dalle Organizzazioni Nazionali per la Protezione dei Vegetali (NPPO). La norma è consultabile dal sito dell’International Plant Protection Convention (IPPC).

Per tutti i prodotti o imballaggi in legno l’etichetta deve essere chiaramente visibile, facilmente leggibile e sufficientemente resistente e contenere le seguenti informazioni a seconda dei casi:

  • Legno trattato contenente biocidi;
  • Conferma della funzione protettiva del prodotto;
  • Conferma di tutti gli ingredienti attivi nel prodotto;
  • Conferma di tutti i nano materiali nel prodotto;

L’uso di imballaggi appropriati per il trasporto internazionale e il rispetto dei requisiti dei paesi importatori è responsabilità dell’esportatore. Pertanto, è importante che gli importatori notifichino ai propri fornitori norme e procedure brasiliane per garantire che siano rispettati.

Questi sono solo alcuni esempi, ma consigliamo di verificare la normativa e le regole specifiche relative ai prodotti che si ha intenzione di esportare al fine di garantire il rispetto delle leggi brasiliane e ottenere il massimo successo possibile dal processo di esportazione.

Per ulteriori informazioni e per essere assistiti nel vostro processo di esportazione si consiglia di mettersi in contatto con gli uffici della IBS America Latina scrivendo a info@ibsal.com.br oppure chiamando la sede italiana al numero 06-5919749.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Laura Ferrara, redazione@exportiamo.it

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