Nelle ultime settimane la politica austriaca è stata travolta dall’Ibizagate, uno scandalo che ha portato ad un esito clamoroso: la sfiducia del giovane cancelliere Sebastian Kurz che, solo il giorno prima, aveva stravinto le elezioni europee ottenendo il 34,6% delle preferenze.
Dopo 185 tentativi andati a vuoto (dal 1945 ad oggi) è successo: un voto di sfiducia è riuscito a far cadere un esecutivo austriaco. Nello specifico si tratta del governo guidato dal conservatore Sebastian Kurz con il fondamentale supporto del nazional-populista Heinz-Christian Strache che, dopo il terremoto mediatico che l’ha travolto nei giorni scorsi, ha deciso di allearsi con i socialdemocratici ed il Jetz, formazione ecologista di sinistra, mettendo in minoranza il governo.
Un evento a dir poco inaspettato dal momento che l’esecutivo di ultra-destra è riuscito, in poco meno di 18 mesi, a far approvare numerose misure gradite alla maggioranza degli elettori austriaci e, per questo, sembrava esser ben saldo alla guida del Paese. Tutto è però rapidamente cambiato quando è stato diffuso un filmato girato in una villa ad Ibiza, prima delle elezioni dell’ottobre 2017 in cui il leader Strache e il suo braccio destro Gudenus intrattengono una conversazione con la sedicente (e seducente) nipote di un oligarca russo. In un contesto molto informale e rilassato, complice anche il consistente uso di bevande alcoliche, si vede Strache proporre all’ospite ricche commesse nel settore dei lavori pubblici in cambio di finanziamenti elettorali “fino a 2 milioni di euro” che avrebbero dovuto portare l’ Fpö a diventare il primo partito del Paese. Inoltre nel video si discute anche di come danneggiare un imprenditore edile austriaco ostile a Strache, di come aggirare la legge sul finanziamento ai partiti e di come arrivare acquistare le quote del principale tabloid austriaco, la Kronenzeitung, con l’obiettivo di agevolare la propaganda del partito.
Immagini e frasi scioccanti che hanno fatto il giro del mondo e che hanno prodotto stupore ed indignazione soprattutto perché pronunciate dal leader di un partito politico che si professa anti-estabilishment, anche se nulla di quanto detto nel video si è poi concretamente realizzato. Così Strache non ha avuto altra scelta che dimettersi decidendo però di alimentare una coda polemica parlando di “attentato politico messo in scena segretamente”. Infatti, pur ammettendo di aver tenuto, incoraggiato dall’alcol, un comportamento “stupido e irresponsabile per impressionare l’attraente ospite” il leader populista ha lanciato alcune pesanti accuse a non meglio identificati “poteri forti” rei, a suo dire, di avergli teso una trappola.
Nel frattempo gli effetti di quello che è stato ribattezzato come “Ibizagate” si sono fatti sentire sui due (ormai ex) alleati di governo con l’exploit del partito del premier l’Övp, cresciuto di 7,6 punti percentuali rispetto alla precedenti europee e di oltre 3 punti rispetto alle politiche del 2017, ed il calo dell’Fpö che ha raccolto il 17,2% dei consensi, 2,5% punti in meno rispetto al 2014 e quasi 9 punti in meno rispetto al 26% ottenuto alle politiche. Tuttavia una piccola vittoria, dopo lo scandalo, l’ha ottenuta anche Strache essendo stato eletto a Bruxelles con 44.750 voti di preferenza personali a testimonianza del fatto che diversi elettori ritengono che l’ex vice cancelliere sia stato “incastrato”.
A traghettare il Paese verso nuove elezioni, che molto probabilmente si terranno nel corso del mese di settembre, ci sarà – per la prima volta nella storia austriaca – una donna, Brigitte Bierlein, attuale presidente della Corte Costituzionale, nominata dal Presidente della Repubblica Alexander Van Der Bellen per guidare un governo di transizione. La neo cancelliera, comunque, ha dichiarato di tenere molto a “conquistare la fiducia sia dei partiti che sono in parlamento sia dei cittadini austriaci” pur non nascondendo il suo stupore di essere stata chiamata a guidare il Paese (“Per tutti voi una sorpresa, lo è anche per me … i giudici di solito restano raramente senza parole”). La scelta di Van Der Bellen, che l’ha definita “una persona molto avveduta, lungimirante e competente”, è stata dettata dal fatto che la Bierlin è un personaggio autorevole ma, allo stesso tempo capace di aggregare consenso, come si evince dal fatto che sarà sostenuta dal partito di Kurz, che l’ha definita una “personalità straordinariamente competente, di esperienza e integra che assicurerà, nei prossimi mesi, un’amministrazione stabile”, da quello di Strache e che è ben vista anche dai socialdemocratici.
Il fallimento del progetto nero-blu
La “separazione” fra Kurz e Strache, di fatto, ha rotto quell’intesa nero-blu che tanto piaceva agli elettori austriaci e che aveva dato dimostrazione di riuscire ad approvare una serie di significativi provvedimenti in poco meno di un anno e mezzo di governo. Tuttavia per Kurz, la deflagrazione dell’Ibizagate è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: “Quando è troppo è troppo, la Fpö danneggia il nostro Paese: voglio lavorare per l’Austria senza scandali. In questi due anni ho dovuto mandare giù molto, anche se non ho sempre preso pubblicamente parola, per portare avanti le riforme”.
Effettivamente gli scandali, nei mesi governo nero-blu, non erano mancati: dai malcelati legami con gruppi estremisti internazionali agli slogan razzisti fino alla pubblicazione di una poesia all’interno di una newsletter del partito, che paragonava i migranti ai topi. D’altronde per i popolari continuare a scommettere su una positiva convivenza con un partito fondato da un ex SS stava cominciando a diventare un rischio politico rilevante.
A fallire quindi, con la caduta dell’esecutivo austriaco, è il processo di normalizzazione dell’estrema destra austriaca che diversi commentatori avevano individuato come l’antipasto di una futura coalizione al Parlamento europeo tra Ppe e destra populista. Un’ipotesi che, dopo i risultati delle elezioni europee, è però definitivamente tramontata.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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