Al giorno d’oggi “just in time” è il diktat di tutte le aziende che operano sui mercati internazionali: la velocità nelle transazioni e negli scambi è infatti l’obiettivo di ogni buona politica di gestione dei processi aziendali. Così, anche la dogana, nel ruolo di partner degli operatori economici, si sta muovendo verso una smaterializzazione delle operazioni per arrivare ad uno scambio più veloce e semplice dei flussi informativi, ma i tempi per giungere ad una piena operatività sembrano allungarsi sempre più.

Semplificare le formalità doganali, agevolare i traffici internazionali, trasformare la dogana da semplice ente di controllo a partner degli operatori economici affidabili negli scambi commerciali: sono questi gli obiettivi dichiarati del Codice doganale dell’Unione.

Per poterli raggiungere, tuttavia è necessario rendere più agevole lo scambio di informazioni tra autorità doganali e imprese, sviluppare l’utilizzo dei sistemi telematici, ed individuare, quindi, un linguaggio comune a tutti gli attori della catena logistica internazionale.

Il legislatore unionale si è prodigato nella ricerca di un linguaggio già in uso, parlato da tutti gli stati membri e capace di comunicare a prescindere da Google Translator. E l’ha trovato, senza troppo inutile vagare: l’informatica.

Informazione automatica, ovvero scienza dell’elaborazione delle informazioni ed anche delle dichiarazioni, delle richieste e delle decisioni, che, eteree, devono raggiungere i sistemi delle diverse autorità doganali entro il 31 dicembre 2020. L’ articolo 278 del Regolamento UE n. 952 del 9 ottobre 2013 stabilisce infatti che “Mezzi di scambio e di archiviazione delle informazioni diversi dai procedimenti informatici di cui all’articolo 6, paragrafo 1, possono essere utilizzati su base transitoria, al più tardi fino al 31 dicembre 2020, se i sistemi elettronici necessari per l’applicazione delle disposizioni del codice non sono ancora operativi”.

Ottimista, il legislatore, ma i ritardi, malcostume non solo italiano, si delineano ben presto all’orizzonte, tanto da spingere la Corte dei Conti UE a riconoscere che “i ritardi sono dovuti a diversi fattori, in particolare alle modifiche dell’ambito dei progetti, alle risorse insufficienti assegnate dall’UE e dagli Stati membri e al processo decisionale lungo a causa della struttura di governance a più livelli”. Inoltre la Corte ha rilevato che “la Commissione non ha segnalato adeguatamente i ritardi e che gli obiettivi e i dispositivi di rendicontazione del programma Dogana 2020 non sono idonei ai fini del monitoraggio della realizzazione dei sistemi informatici. L’approccio inizialmente adottato per sviluppo dei sistemi informatici era per lo più decentrato per ridurre il rischio di mancata consegna, ma a costo di una minore efficienza”.

La sintesi di mesi di parole e pensieri di Consiglio, Commissione e Parlamento, impegnati a delineare un nuovo e oggettivamente applicabile programma di lavoro, si trovano nel Reg.to (UE) 17 aprile 2019, n. 632.

Gli Stati membri sono tenuti a collaborare con la Commissione nello sviluppo, l’aggiornamento e l’utilizzo di sistemi elettronici per lo scambio e l’archiviazione delle informazioni doganali, nel rispetto di un programma di lavoro approvato dalla Commissione stessa, che modifichi l’originario piano previsto dalla Decisione (UE) 11 aprile 2016, n. 578, che contiene un elenco di 17 sistemi elettronici che devono essere messi a punto per l’applicazione del Codice doganale.

L’utilizzo esclusivo di sistemi elettronici nei rapporti tra gli operatori economici e le autorità doganali consentirà la realizzazione delle semplificazioni previste dalla normativa vigente; il che significa un miglioramento dello scambio di informazioni tra soggetti interessati, una maggiore efficacia della registrazione dell’arrivo, del transito e dell’uscita delle merci, uno sdoganamento centralizzato e controlli doganali armonizzati sull’intero territorio doganale dell’Unione, con riduzione di costi, burocrazia, errori.

A questo scopo, occorre una armonizzazione dei dati sulla base di modelli accettati a livello internazionale, che necessita di investimenti, sia in termini finanziari che di tempo e, in determinati casi, di una completa riprogrammazione degli attuali sistemi elettronici, che non ammette sfasamenti temporali da Stato a Stato. La loro interconnessione comporta una attivazione “ordinata”, senza ritardi.

Considerati tali principi, il calendario di lavoro è stato così rielaborato:

  •  31 dicembre 2020: stop a scambi cartacei per tutti gli istituti doganali non prorogati al 2022 o al 2025;
  •  31 dicembre 2022: termine ultimo per informatizzare notifica di arrivo e di presentazione della merce, dichiarazione di temporanea custodia, dichiarazione doganale per merci introdotte nel territorio doganale UE;
  •  31 dicembre 2025: deadline per l’utilizzo di strumenti cartacei in materia di garanzia per obbligazioni doganali potenziali o esistenti, dichiarazioni sommarie di entrata, analisi dei rischi, posizione doganale delle merci, sdoganamento centralizzato, transito, perfezionamento passivo, dichiarazioni di pre-partenza, formalità di uscita delle merci, esportazione di merci UE, riesportazione di merci non UE e dichiarazioni sommarie di uscita.

Inoltre, entro il 31 dicembre 2019 e, successivamente, ogni anno, fino alla piena operatività dei sistemi informatici, la Commissione presenterà una relazione al Parlamento europeo e al Consiglio sui progressi compiuti nello sviluppo di tali sistemi elettronici. L’Agenzia delle Dogane italiana, intanto, prosegue nello sviluppo e nell’implementazione del sistema nazionale, con l’intenzione di anticipare l’Unione europea nella gestione informatizzata di alcuni istituti doganali.

La dematerializzazione delle operazioni, degli istituti e della documentazione è dunque l’obiettivo prossimo del legislatore unionale; l’informatica avrà sempre maggior peso nella quotidianità doganale. La facilitazione degli scambi informativi non potrà non avere impatto sui sistemi di tutti coloro che interagiscono con la dogana. E’ bene quindi che gli operatori economici comincino a traguardare l’orizzonte doganale considerando gli effetti della dogana 4.0 sui propri processi.

Fonte: a cura di Exportiamo, Paolo Massari e Lucia Iannuzzi, Customs & International Trade Advisor, redazione@exportiamo.it

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