Ormai da qualche anno anche banche ed assicurazioni si stanno adeguando alla rivoluzione digitale che sta abbracciando ogni aspetto della nostra vita quotidiana offrendo alle Pmi una serie di servizi innovativi utili a favorirne una crescita più rapida.

Le piccole e medio imprese strette – da un lato – nella morsa del credit crunch bancario, che fino ad oggi ha contratto i crediti del 20% (soprattutto quelli a breve termine) e, dall’altro, dai lunghi tempi di pagamento dei crediti commerciali, troppo spesso non riescono ad attirare i capitali necessari a sostenersi. In un tale contesto di forte limitazione della competitività imprenditoriale, le soluzioni innovative di finanza digitale si stanno facendo molto apprezzare, diventando sempre più delle valide alternative alle più tradizionali forme di finanziamento bancarie.

Il cambiamento digital che sta investendo il mondo dei servizi bancari, finanziari e assicurativi in questi ultimi anni si chiama Fintech, un termine la cui origine è da attribuirsi alla contrazione di Finance (Fin) e Technology (Tech). L’Osservatorio Fintech & Insurtech, che da anni delinea le direttrici di sviluppo digitale più rilevanti per il settore finanziario, considera come Fintech tutte le innovazioni digitali in ambito finanziario, a prescindere da quale sia l’attore che sviluppa ed eroga il prodotto o servizio. L’obiettivo perseguito è, quindi, quello di offrire un’ampia varietà di servizi che possano aiutare le imprese sia ad allargare il ventaglio di possibilità per la ricerca di finanziamenti, sia a trovare un partner che le aiuti a crescere ed innovare.

Ma chi offre questi servizi finanziari digitali?

Possono essere nuovi soggetti nati come spin-off di grandi aziende tecnologiche (Apple Pay, Amazon Lending, Google Finance, Ali Baba) o start-up che offrono un servizio che cerca di coprire quelle che sono viste come le principali criticità delle banche tradizionali. Non a caso, infatti, questi attori puntano tutto sulla customer experience mettendo il cliente al centro per offrirgli un servizio che sia semplice, veloce, trasparente grazie all’impiego di strutture digitali raggiungibili comodamente da pc o da smartphone, ma soprattutto personalizzato poiché si adattano alle necessità di chi li richiede e spesso si possono utilizzare solo quando necessari (pay-per-use).

A conferma dell’elevata importanza che sta ricoprendo questo settore a livello globale nel 2018 si contavano 1.210 startup Fintech con almeno 1 milione di dollari di finanziamento, in forte aumento (+66%) rispetto a due anni fa, capaci di raccogliere 43,7 miliardi di dollari, contro i 25,7 del 2017 (+70%), e con le startup cinesi, indiane e australiane che crescono rispettivamente del 233%, del 184% e del 227% nella raccolta di investimenti (contro un -11% delle statunitensi).

L’Italia, dal canto suo, risulta essere ancora indietro in questo ambito anche se negli ultimi anni ha accelerato il passo come si evince dal Report dell’Osservatorio Fintech e Insurtech del Politecnico di Milano “Fintech e Insurtech: l’Italia spiega le vele”: 11 milioni di italiani (ovvero 1 su 4) hanno utilizzato almeno un servizio fintech nel 2018, e ne sono rimasti soddisfatti.

Focalizzando invece l’attenzione sulle PMI oltre la metà (55%) interagisce già con gli istituti finanziari tramite un’app per Smartphone; il 92% lo fa tramite pc, ma in media solo il 5% delle piccole e medie imprese ha già utilizzato metodi di finanziamento alternativi come Minibond, P2P lending, Crowdfunding e soluzioni di Supply Chain Finance.

Tra i servizi digitali più utilizzati dalle imprese emerge l’home banking attraverso un computer (92%), mentre i prodotti finanziari preferiti sono l’anticipo su fatture (71%), e le soluzioni di leasing (66%), sono invece poco sfruttati gli strumenti di previsione del Cash Flow (18%).

A questo punto, sorge spontanea una domanda: quali vantaggi trarrebbero le PMI dall’utilizzo delle soluzioni FinTech?

A rispondere a questo interrogativo ci ha pensato lo studio intitolato “PMI Spend Management Report 2018” condotto dall’Istituto Piepoli su un campione italiano di 300 responsabili finanziari e cento dipendenti per Soldo, un gruppo specializzato nell’offerta di carte prepagate business personalizzabili.

Secondo questa indagine il 54% del campione dei manager intervistati dichiara che l’introduzione di soluzioni fintech porterebbe vantaggi sensibili sull’operatività, in termini di gestione dei flussi monetari aziendali, mentre il 67% dei dipendenti vorrebbe maggiori strumenti innovativi per risparmiare tempo nella gestione di pagamenti e note spese.

Ma non solo. Con riferimento al problema della necessità di cassa per il breve termine e del ritardo cronico dei pagamenti, una delle soluzioni più promettenti per le imprese è l’invoice financing, ovvero l’anticipo delle fatture tramite la cessione delle stesse attraverso piattaforme digitali online, che abbiamo visto essere uno dei prodotti finanziari preferiti dalle imprese.

Grazie a questo sistema, le imprese possono monetizzare immediatamente i propri crediti commerciali pendenti e non scaduti, vendendoli attraverso un meccanismo di asta competitiva online ad investitori qualificati. L’azienda in questo modo incassa subito il 90% del valore nominale del credito senza attendere i 60/90 giorni in media, ed a scadenza ottiene il saldo restante.

La cessione delle fatture online offre, quindi, numerosi vantaggi per le aziende rispetto ai canali più tradizionali. In primo luogo è uno strumento semplice, veloce e flessibile: l’azienda è libera di scegliere quando e quali delle proprie fatture cedere a seconda delle necessità di tesoreria quotidiane. In secondo luogo all’impresa che cede i propri crediti non sono richieste garanzie, ipoteche o fideiussioni di alcun genere. Per di più, dal momento che oggetto di valutazione da parte delle piattaforme e quindi degli investitori, non è tanto il merito creditizio dell’azienda, quanto piuttosto quello dei debitori, si consente ad alcune PMI che vivono un momento di difficoltà finanziaria di trovare credito laddove gli strumenti tradizionali non lo hanno consentito, purché abbiano buoni clienti.

Da ultimo, le soluzioni di finanza digitale garantiscono all’impresa la velocità delle operazioni poiché si può disporre di un finanziamento o dello smobilizzo di un credito commerciale o un qualunque altro servizio senza muoversi dal proprio ufficio ed in tempi molto rapidi.

In conclusione il settore fintech sta trionfando perché offre soluzioni trasparenti e, nella quasi totalità dei casi, si conosce in anticipo la struttura dei costi dell’operazione. Tuttavia, come ha commentato Marco Giorgini, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Fintech e Insurtech, in Italia “bisogna accelerare il processo di trasformazione digitale per non farsi trovare impreparati, è necessario approfittare delle opportunità offerte da nuove tecnologie come la blockchain, le piattaforme di roboadvisor, per proporre nuovi servizi di valore”.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Francesca Simonelli, redazione@exportiamo.it

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