La Francia si conferma il secondo mercato di destinazione per il Belpaese che, nel 2018, ha esportato 42,6 miliardi di euro verso Parigi registrando un consistente surplus commerciale pari a 6,4 miliardi. Tra i settori più in crescita si segnalano meccanica, automotive, agroalimentare, prodotti farmaceutici e arredamento. Male invece il comparto moda che ha perso oltre 1 miliardo di esportazioni in valore rispetto al 2017. Scopriamo insieme i principali prodotti Made in Italy acquistati dai francesi.

La Francia è la quinta economia mondiale e la seconda in Europa grazie ad un PIL di 2.350 miliardi di euro in crescita dell’1,6% rispetto al 2017. Tuttavia il debito pubblico rimane molto elevato a quota 2.135,3 miliardi (di poco sotto la soglia del 100% del PIL) in aumento di 56,6 miliardi nel 2018. Secondo l’EIU Country report del gennaio 2019 le previsioni di crescita del prodotto interno lordo francese sono comunque positive con un tasso del +1,5% sia nel 2019 che nel 2020, sebbene il debito pubblico potrebbe raggiungere nel prossimo biennio la cifra record di oltre 2.400 miliardi di euro.

In generale la Francia rimane il settimo esportatore mondiale di merci con una quota del 3,2% ed il sesto importatore con una quota del 3,5%, mentre per ciò che concerne i servizi si posiziona al quarto posto sia per l’export che per l’import con rispettivamente il 5% ed il 4,9% delle quote (dati WTO). Nel 2018 la bilancia commerciale globale della Francia risulta essere fortemente deficitaria (-76,5 miliardi di euro). Il primo Paese fornitore della Francia si conferma la Germania con 86,5 miliardi di euro (+0,55% rispetto al 2017) ed una quota del 15,51% sul totale delle importazioni francesi, seguita dalla Cina con 49,9 miliardi (+1,53%) ed una quota dell’8,96%. Al terzo posto ecco l’Italia con una quota del 7,64% frutto di vendite pari a 42,6 miliardi di euro (+1,68%). Tra i Paesi più dinamici nel 2018 si segnala anche il Belgio salito al 4° posto tra i Paesi fornitori grazie a 39,2 miliardi di esportazioni ed una crescita del 7,4% rispetto al 2017.

I numeri del Made in Italy

La Francia dunque rimane il secondo mercato di destinazione dell’export italiano dopo la Germania ed il primo investitore nel Belpaese grazie agli stock IDE che hanno raggiunto quota 66,6 miliardi di euro nel 2018. Nondimeno la bilancia commerciale tra Roma e Parigi ha raggiunto la cifra record di 78 miliardi con un aumento dell’1,2% rispetto al 2017. L’Italia, come visto in precedenza, si conferma terzo Paese fornitore con un surplus commerciale di 6,4 miliardi di euro, in diminuzione del 3,9% nel 2018. Ecco un’analisi dei principali comparti dell’export Made in Italy verso la Francia:

- Meccanica: 6,2 miliardi di euro (quota sul totale 14,5% e +4% rispetto al 2017);

- Automotive: 5,4 miliardi (quota del 12,7% e +10,9%);

- Agroalimentare: 4,2 miliardi (quota del 9,8% e +4,4%);

- Moda: 4,1 miliardi (quota del 9,6% e -21,7%);

- Elettronica: 2,6 miliardi (quota del 6,1% e +0,5%);

- Materie plastiche: 2,2 miliardi (quota del 5,2% e +1,6%);

- Prodotti farmaceutici: 1,46 miliardi (quota del 3,4% e +15,6%);

- Arredamento: 1,36 miliardi (quota del 3,2% e +3,9%)

I principali prodotti esportati dall’Italia verso Parigi nel settore della meccanica ed elettronica sono parti e componenti di macchine (496,6 milioni di euro e +35,9% rispetto al 2017), rubinetteria e valvolame (473,5 milioni e +2,1%), lavastoviglie ed altre macchine per il lavaggio (372,8 milioni e -3,6%), postazioni telefoniche e apparecchi di ricezione voce/immagine (363,2 milioni e -18,9%), frigoriferi e congelatori (356,9 milioni e -4,8%), fili e cavi per l’elettricità (349,6 milioni e +1,5%), carrelli stivatori e altri carrelli per la movimentazione (312 milioni e +14,4%), scaldacqua e scaldatori elettrici (222,2 milioni e +0,7%). Menzione a parte meritano i macchinari, vera testimonianza dell’eccellenza Made in Italy che hanno contribuito per 1,6 miliardi di euro sul totale delle esportazioni verso la Francia con una considerevole crescita dell’8% rispetto al 2017. Performance molto positive si registrano in particolare per le macchine agricole, macchine utensili e macchine per l’imballaggio.

Per ciò che concerne l’automotive invece tra le principali subcategorie si segnalano i veicoli per trasporto merci (1,56 miliardi e +17,4% rispetto al 2017), automobili (1,55 miliardi e +6,8%), parti ed accessori (1,44 miliardi e +10,2%), trattori (292,2 milioni e +4,4%) e motocicli (162,9 milioni e +8%).

L’export agroalimentare italiano in Francia nel 2018 ha superato in valore quello della moda, grazie ad una performance positiva che ha portato il totale delle esportazioni a raggiungere 4,2 miliardi di euro e la recente apertura di Eataly nel cuore di Parigi potrebbe essere un importante strumento per la promozione dell’autentico Made in Italy nei prossimi anni. Il Belpaese esporta soprattutto preparazioni a base di cereali come pasta, prodotti dolciari e da forno (745,3 milioni e +2,7% rispetto al 2017), latte e derivati come formaggi, latticini e yogurt (568 milioni e +7,8%), bevande e alcolici (470,8 milioni e +11,5%), preparazioni di ortaggi, legumi e frutta come salse, conserve, marmellate e succhi (369,3 milioni e +5,9%), frutta fresca (361,6 milioni e +4,6%). Si registrano invece in flessione rispetto al 2017 l’export di caffè, tè e spezie (142,6 milioni e -4,3%) e quello di grassi ed olii (136,3 milioni e -11,4%).

Il settore che nel 2018 ha registrato invece un andamento molto negativo è quello del tessile, abbigliamento ed accessori che nel 2018 ha contribuito all’export verso Parigi per un totale di 4,1 miliardi di euro rispetto ai 5,2 miliardi del 2017. Crollano infatti le esportazioni italiane di calzature (1,26 miliardi e -15,3%), borse e valigie (683 milioni e -46,1%), abbigliamento non a maglia (921,6 milioni e -15,9%), abbigliamento a maglia (674,4 milioni e -9,5%), occhiali (207,7 milioni e -9,9%), montature (158,3 milioni e -4,2%), abiti ed accessori in pelle (103,2 milioni e -33,4$).

Va poi sottolineato che, lo scorso anno, le esportazioni di materie plastiche, prodotti farmaceutici e arredamento seppur meno importanti nel ranking in valore rispetto agli altri settori, sono cresciute sensibilmente confermando il trend positivo dell’ultimo triennio.

In definitiva la Francia si conferma, insieme alla Germania, un mercato di prossimità fondamentale per il Belpaese e non ci sono ragioni per pensare che qualcosa cambierà nel prossimo futuro. Certamente il volume degli scambi sull’asse Roma-Parigi dipenderà da come l’Europa uscirà dal periodo di stallo che sta frenando crescita economica e produzione industriale. Eventuali risultati positivi dei nostri principali partner commerciali nei prossimi mesi costituirebbero infatti una boccata d’ossigeno per le PMI tricolori impiegate nei settori della meccanica ed automotive che costituiscono le principali voci dell’export nostrano verso i “cugini” francesi.

Per ricevere ulteriori informazioni su come fare business in Francia scrivere ad info@ibsitalia.biz oppure contattare gli uffici di IBS Italia allo 06. 5919749.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Anthony Pascarella, redazione@exportiamo.it

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