Dopo la Cina Trump ha messo nel mirino l’Europa minacciando di imporre dazi sui prodotti europei per un valore di circa 10 miliardi di euro. E, sfortunatamente per l’Italia, nella lunga “black list” di beni figurano anche pecorino, prosecco, olio d’oliva.

Lo scorso 9 aprile è giunta l’ennesima conferma di quanto non siano tempi facili per il commercio internazionale con l’inequivocabile cinguettio pubblicato da Donald Trump:

L’Organizzazione mondiale del commercio ritiene che le sovvenzioni dell’Unione europea all’Airbus abbiano avuto un impatto negativo sugli Stati Uniti, che ora imporranno dazi su $ 11 miliardi di prodotti UE! L’Unione Europea si è approfittata degli Stati Uniti in materia di commercio per molti anni. Questo finirà presto!”.

Gli Usa, quindi, sono pronti a dichiarare guerra, commercialmente parlando, al “Vecchio Continente”.

Dunque, proprio adesso che sembra prossimo a chiudersi il fronte con Pechino con un accordo che il tycoon ha definito “epico” per tutti i cittadini americani, il vulcanico Presidente a stelle e strisce si dichiara pronto ad aprirne un altro con l’Europa. La principale ragione dell’irritazione di Trump deriva dagli aiuti forniti dall’Ue all’Airbus, tema oggetto di contenzioso fra le due sponde dell’Atlantico da ormai 14 lunghi anni. L’Airbus è infatti il secondo costruttore di aerei civili al mondo nonché principale rivale della statunitense Boeing. Bruxelles, sovvenzionando il costruttore di aeromobili europeo attraverso corposi finanziamenti – già dichiarati illegali dalla World Trade Organization (Wto) nel maggio 2018 – ha fatto montare la rabbia statunitense, a tal punto che ora gli Usa hanno chiesto all’organizzazione internazionale l’autorizzazione ad imporre corpose sanzioni su moltissimi prodotti Made in Europe. La decisione del Wto sull’ammontare dei dazi legalmente imponibili, comunque, non arriverà in tempi brevissimi (ipoteticamente fra luglio e ottobre dell’anno in corso) e ancora più tempo servirà per rendere eventualmente esecutive tali sanzioni.

Ma quali sono i prodotti a rischio?

La lista di prodotti europei che potrebbero essere penalizzati dalle sanzioni americane oltre ad essere lunghissima (per visualizzarne la versione integrale si consiglia di cliccare qui) è anche assai variegata e non comprende “solo” prodotti del settore agroalimentare come pecorino, cheddar, Emmental, burro, yogurt, vini, agrumi, olio d’oliva e marmellate. Le sanzioni potrebbero infatti abbattersi anche su altre categorie merceologiche fra cui:

- elicotteri, aerei e loro componenti (fusoliere, carrelli d’atterraggio);

- biciclette da corsa e moto;

- beni dell’industria tessile e abbigliamento;

- plastica;

- carta;

- tubi;

- chiodi;

- orologi.

Insomma nella lista americana c’è veramente un po’ di tutto compresi prodotti di punta dell’export italiano negli States (olio d’oliva, vini e formaggi) ma, secondo Euler Hermes, sarebbe l’eventuale imposizione di dazi al 25% sulle auto europee a dover veramente spaventare l’economia italiana. In effetti l’accordo raggiunto solo qualche mese fa da Juncker e Trump sembra vacillare e la compagnia di assicurazione del credito del Gruppo Allianz ha stimato in ben due miliardi di euro il possibile danno per l’export tricolore nel caso in cui tale misura entrasse effettivamente in vigore. Dunque qualora Trump a aprisse questo secondo fronte di guerra, soprattutto con l’intento di danneggiare le auto Made in Germany a risentirne pesantemente sarebbe anche l’economia del Belpaese che, oltre a esportare una discreta quantità di auto italiane negli States, vende a Berlino ingenti forniture di componentistica automotive ogni anno.

La risposta Ue

Bruxelles ha definito “esagerata” la reazione di Trump e, pur dichiarandosi “aperta a discutere con Washington” non si è comunque fatta intimorire annunciando che è pronta a replicare alle misure Usa con dazi che andrebbero a colpire alcuni “prodotti copertina” per l’export statunitense verso l’Europa.

Fra questi spiccano alcuni prodotti del settore agroalimentare fra cui: celebri snack (Mars, Twix ed M&Ms), vini della California, succhi di frutta, caffè, tabacco, vaniglia, frutta secca, olio di semi, chewingum, pesce surgelato e prugne. Ma ci sono anche altri prodotti a forte rischio come biliardi e videogiochi per le sale da gioco, elicotteri, valigie e borse, prodotti chimici e macchinari agricoli.

Insomma il “Vecchio Continente” intenderebbe applicare dazi sui prodotti Made in Usa per oltre 17,5 miliardi di euro, superando largamente l’eventuale sanzione Usa. Comunque la lista ufficiale di prodotti americani a rischio dazi sarà resa nota solo domani e sarà poi sottoposta a consultazione pubblica dei settori industriali europei e parti interessate, prima di essere adottata in modo definitivo.

Segnali di pace

In questa escalation di minacce reciproche però si ravvisano anche dei segnali di pace nelle relazioni fra Washington e Bruxelles: la scorsa settimana il Consiglio Ue ha infatti siglato un’intesa di principio, nonostante l’opposizione della Francia, sul mandato negoziale per un ‘mini accordo’ commerciale con gli Usa, volto ad agevolare l’eliminazione delle tariffe doganali sui beni industriali.

La sensazione è che, sebbene la partita tra Stati Uniti ed Europa sia solo all’inizio, i due contendenti abbiano entrambi molto da perdere dall’eventuale scoppio di un conflitto commerciale visto e considerato che l’interscambio fra Ue e Usa viaggia su cifre superiori ai 700 miliardi di dollari annui.

In ogni caso va detto che, da quando Trump è al comando degli States, nulla è escludere e dunque il futuro delle relazioni fra Washington e Bruxelles rimane incerto e tutto da scrivere.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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