Il prossimo 4 aprile si svolgerà, presso il Sap Leonardo Center di New York, la seconda edizione statunitense del Made in Italy 2.0.2.0, una iniziativa lanciata da iStarter.
Dal 2012 iStarter, società con un capitale di circa 1,4 mln di Euro fondata da oltre 100 Equity Partner, aiuta i migliori imprenditori italiani a crescere nel mondo. Gli Equity Partner sono imprenditori e manager italiani che credono nell’innovazione e nel potenziale dei nostri imprenditori e si mettono in gioco investendo su di loro.
Il Made in Italy 2.0.2.0 nasce come evento singolo nel 2016 presso il London Stock Exchange e la sua mission è far incontrare i migliori progetti imprenditoriali italiani con i più importanti investitori internazionali. L’anno successivo è diventato un tour mondiale. Dopo Londra e Pechino, a Febbraio 2018 sbarca a New York dove, presso il Grand Central Tech, polo di eccellenza del settore tecnologico e innovativo della Grande Mela, un gruppo di selezionate scaleup italiane hanno presentato i loro progetti davanti ad un sofisticato pubblico di investitori internazionali.
Per questa edizione del Made in Italy 2.0.2.0 di New York, il team di iStarter ha selezionato con cura 6 progetti italiani che hanno come prerequisito, oltre ad un team e una origine tutta italiana, anche un raccolto abbondante alle spalle o in corso. Sono svariati i settori di appartenenza dei progetti selezionati per New York: dalla ricerca scientifica all’elettronica di consumo passando per il fashion e l’intelligenza Artificiale.
Il capitale raccolto dalle aziende finaliste, che hanno generato oltre 150 posti di lavoro, si aggira ad oggi intorno ai 50 milioni di dollari; quello che vogliono raggiungere con questo nuovo round in America è di 100 milioni di dollari, la più grande sfida tentata da ventures italiane all’estero. Seduti in sala ci saranno circa 30 fondi di Venture Capital americani, fra i quali FirstMark Capital con oltre 220 investimenti alle spalle, White Star Capital, con sedi in Usa e Europa, e 37 Angels, fondo newyorkese costituito da un network di 60 managers donna.
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Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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