Secondo analisti ed esperti il 2019 sarà un anno difficile per l’economia mondiale tuttavia, nonostante l’incertezza globale, si intravedono elementi positivi per il commercio internazionale, specialmente per quel che riguarda i mercati emergenti. Scopriamo dunque insieme quali sono gli emerging market più promettenti per l’export Made in Italy nell’anno in corso.
Brexit, guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, nuove sanzioni americane contro l’Iran, tensioni tra Italia e Unione europea, crollo del prezzo del petrolio: questi sono alcuni dei principali fattori che, nel 2018, hanno condizionato l’economia mondiale. Secondo i dati di Atradius – tra i gruppi leader nel mondo nell’assicurazione del credito, cauzioni e recupero crediti – sono cinque i migliori mercati emergenti che andranno incontro ad una forte crescita nel 2019: Bulgaria, Vietnam, Indonesia, Marocco e Perù.
Bulgaria
Sofia ha subito una trasformazione significativa negli ultimi tre decenni passando dall’essere un’economia altamente centralizzata e pianificata a trasformarsi in un’economia aperta. Nell’Europa dell’Est, dopo la Romania, la Bulgaria è in effetti il secondo Paese per tasso previsto di crescita del Pil (+3,8%) per il 2019. Inoltre Secondo le previsioni di Sace l’export italiano in Bulgaria dovrebbe confermarsi su ottimi livelli anche per il triennio 2019-2021, rimanendo di poco superiore al +3% annuo con buone prospettive nei settori del tessile e dell’abbigliamento, della meccanica strumentale, dei metalli e dei mezzi di trasporto. In Bulgaria si evidenzia anche l’apertura di ulteriori spazi per la domanda di beni italiani appartenenti ai seguenti settori: agricoltura, meccanica strumentale, energia, ferrovie e edilizia. Altri settori in forte crescita sono quello delle energie rinnovabili e quello chimico, che si stanno rafforzando grazie ai programmi comunitari.
Vietnam
Il Vietnam con una popolazione di oltre 95 milioni di persone e con la classe media più in crescita di tutto il sudest asiatico, rappresenta un importante mercato per i prodotti Made in Italy tanto che oggi rappresenta l’ottavo mercato di destinazione dell’export italiano in Asia. In particolare è il settore della meccanica strumentale a fare la parte del leone: secondo i dati diffusi da SACE, nel 2017 l’export di macchinari e di impianti destinati ai settori produttivi ha coperto il 33% del totale delle esportazioni italiane verso Hanoi. Fra i beni più richiesti nel 2019 vi saranno tessile ed abbigliamento, meccanica strumentale, packaging, costruzioni e arredamento, ma un ottimo potenziale è assegnato anche ai prodotti agroalimentari, grazie alla giovane popolazione del Vietnam che dimostra una diffusa tendenza a mangiare fuori casa.
Indonesia
Oggi l’Indonesia è la 16esima economia più grande al mondo e potrebbe diventare la quarta entro il 2050. Con 250 milioni di persone è inoltre il quarto Paese più popoloso del pianeta ed il più grande nel sud est asiatico. Con un interscambio complessivo di oltre di 3 miliardi di dollari nel 2017 (+16% rispetto all’anno precedente), l’Italia è il terzo partner commerciale europeo di Jakarta dopo Germania e Paesi Bassi. L’aumento dei redditi dei cittadini indonesiani accompagnato dalla crescita occupazionale dovrebbe continuare a sostenere la crescita dei consumi privati, offrendo previsioni promettenti nel settore dei beni durevoli e del food&beverage. In base ai dati diffusi da Sace, quasi metà delle esportazioni italiane (49%) verso l’Indonesia è attribuibile al settore della meccanica strumentale seguito da prodotti chimici, apparecchi elettrici e prodotti in legno. Inoltre va detto che, nei prossimi anni, la domanda di beni alimentari dovrebbe continuare ad aumentare e, visto anche l’ampliamento del numero di utenti internet, interessanti opportunità dovrebbero provenire dal settore e-commerce. La crescita delle vendite online, in più, trainerà anche la domanda per gli imballaggi e l’industria chimica e plastica. Per accelerare il processo di crescita economica sostenibile, il governo indonesiano ha varato il “Piano Generale per l’ Accelerazione e l’ Espansione dello Sviluppo Economico dell’ Indonesia” (Masterplan Percepatan dan Perluasan Pembangunan Ekonomi Indonesia – MP3EI) per trasformare l’ Indonesia in una delle dieci maggiori economie del mondo entro il 2025. Al settore privato verrà assegnato un ruolo maggiore nello sviluppo economico, in particolare nel settore delle infrastrutture.
Marocco
Il Marocco, con una crescita stimata del PIL per l’anno in corso del 3,3% (rispetto al +2,8% del 2018), è la sesta principale economia ed uno tra i Paesi più dinamici di tutto il continente africano. Inoltre non bisogna tralasciare il fatto che il Marocco si configura come una porta d’accesso strategica per l’Africa e, grazie ad una serie di accordi di libero scambio (55 oggi in vigore), sta riuscendo nel proprio intento di attrarre flussi di capitali esteri crescenti, fatto che però – d’altro canto – rende il Paese molto vulnerabile rispetto ad eventuali shock esterni. Un settore con un forte potenziale è il turismo che ha registrato, dal 2000 al 2017, ritmi di crescita medi del 6% e che è cresciuto addirittura dell’8,5% lo scorso anno. Le Pmi interessate ad investire sul Paese africano devono anche sapere che Rabat necessita know-how e strumenti all’avanguardia per migliorare le proprie produzioni agricole e manifatturiere e per cercare di far soddisfare il proprio fabbisogno energetico. Per tutte queste ragioni non sorprende il crescente interesse dell’industria locale nei confronti delle eccellenze italiane nei campi della meccanica strumentale, food processing, energie rinnovabili e nella gestione delle risorse idriche. Inoltre, il settore delle rinnovabili sta sperimentando una forte crescita (oggi il 35% sul totale del fabbisogno energetico nazionale è di provenienza green) specialmente grazie all’energia solare concentrata (CSP), ottenuta tramite pannelli solari in grado di concentrare i raggi verso un ricevitore di dimensione contenute utilizzando un sistema di specchi riflettenti. Le opportunità in questo settore sono comunque in crescita dal momento che il governo marocchino è intenzionato ad aumentare la quota di energia rinnovabile fino al 42% entro il 2020.
Perù
Nel 2019 sebbene si prevedano alcuni trend positivi nell’attività economica dell’America Latina permangono diffuse preoccupazioni a causa della volatilità politica e dei rallentamenti economici previsti su alcuni mercati che aumenteranno l’incertezza generale dell’area. Il Perù, tuttavia, rimarrà un mercato molto stabile con un elevato tasso di crescita regionale (+4% circa). Si segnala che, negli ultimi anni, grazie all’aumento del potere d’acquisto della popolazione locale, sono cresciute le opportunità per le aziende che lavorano nei settori legati ai beni di largo consumo quali agroalimentari, moda, abbigliamento, tecnologia, elettrodomestici, ma anche per i macchinari destinati alla produzione di beni di consumo, tecnologie di cui l’Italia è uno dei migliori produttori a livello mondiale. La grande crescita è stata favorita dagli investimenti pubblici di stampo neokeynesiano del Governo Humala, di cui ha beneficiato soprattutto il settore delle infrastrutture, per il quale sono stati stanziati oltre 20 miliardi di dollari di investimenti pubblici in infrastrutture (ferrovie, autostrade, metro, reti idriche) ed energia (soprattutto progetti relativi a impianti idroelettrici), che possono trasformarsi in opportunità commerciali per le aziende italiane ancora poco presenti nel Paese.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Morvarid Mahmoodabadi, redazione@exportiamo.it
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